L'obiettivo è ambizioso. Coprire i 32 milioni di debiti accumulati tra il 2012 e il 2013 per rilanciare Cotral. L'azienda regionale dei trasporti che potrebbe presto entrare nell'agenzia unica. E “anche se dal punto legislativo non è possibile unirla con Atac” – spiega l'ad della società, Vincenzo Surace, l'idea è quella di creare un unico grande spazio per la mobilità. Un progetto di cui si è discusso stamane nella sede centrale di via Alimena.
LA CABINA DI REGIA - Da un lato, aggiunge l'amministratore delegato, l'obiettivo è una cabina di regia che “incrementa le competenze di Roma Capitale”; dall'altro, ridurre le deleghe stradali avute dalla Regione. Con la Compagnia di trasporti laziale pronta a concentrarsi sul trasporto su ferro e gomma. Eliminando i servizi doppione. In questa agenzia unica ci sarebbe anche il balletto di alcuni dipendenti, costretti a traslocare altrove.
LE CASSE -“Nel precontratto di dicembre – aggiunge Surace – si prevedeva che 70 persone sarebbero passate da Cotral Patrimonio a Aremol, 65 da Cotral che dovrebbero tornare alla Spa”. L'ad poi non nasconde l'interessamento di Trenitalia: “Una privatizzazione – continua è sicuramente nell'interesse di alcuni soggetti”. Rivendica che le azioni messe in campo in questi anni “portano ad un pareggio di bilancio e i nostri crediti sono solo nei confronti della regione Lazio”. Meglio però aspettare il 2014.
I FINANZIAMENTI - Bisogna prima ripianare i 26 milioni di debiti del 2012 e i sei nel primo trimestre di quest'anno. Il governatore Zingaretti avrebbe già assicurato i fondi per questa operazione. Non basta però. I soldi servono. La prima scadenza è ottobre: un assegno di mezzo miliardo per il tpr, promesso dal governo di Enrico Letta. Euro che arriveranno solo dopo la riorganizzazione del settore. Un mese prima dovrebbero arrivare quelli del ministero dei Trasporti per 100 nuovi bus.
IL CDA COTRAL - Inevitabile un passaggio sui vertici dell'azienda. Il futuro del cda è legsato all'assessorato regionale. E molti alla Pisana sono pronti a scommettere che il ricambio ci sarà. “Se la strada del ripiano – afferma Surace – è motivo per lasciare spazio a operazioni di cambiamento del managment, questo è nella disponibilità del socio e qui nessuno è attaccato alle poltrone”.
LA DIFESA DEI LAVORATORI - Nel corso del suo intervento non manca infine un passaggio sulla situazione dei dipendenti e il rischio mobilità nascosto dietro la ricapitalizzazione voluta dalla Pisana. "Ho preso questo incaricato richiedendo di non estromettere nessun lavoratore dal mondo delle attività produttive e questo è stato fatto". Parole queste che in parte stridono con la vicenda dei tre dirigenti allontanati dallo stesso Surace nel marzo 2012 per presunte irregolarità nelle assunzioni di 280 operai, avvenute tra il 2008 e il 2009. All'ex capo del personale, Vincenzo Maccauro, e ad altri due membri della commissione esaminatrice vennero contestate circa 100 assunzioni in più rispetto a quelle previste, ma alcune intercettazioni ambientale risalenti al 2011 e al 2012, depositate in procura proprio dallo stesso Maccauro e pubblicate in esclusiva da Paese Sera lo scorso marzo, evidenziarono la longa manus della politica nell'intera vicenda. "“Ci hanno detto per un orecchio ‘licenziateli quando potete - diceva Surace mentre dialogava con uno dei tre licenziati - perché ci stanno creando troppi problemi’.