Fino a sabato scorso, da tempo ormai immemore, al centro di Campo de Fiori, quasi sotto la statua di Giordano Bruno, campeggiava il bancone di frutta e verdura 'Banco Maria'. Oggi i figli Tamara e Sandro hanno scelto di non aprire, lasciando vuoto quello spazio che è stato per decenni il luogo di lavoro della madre, figura storica del mercato rionale del cuore del Centro Storico di Roma, scomparsa domenica mattina.
IL RICORDO - "Maria non c'è più - dice Massimo, un giovane 'fruttarolo' doc, come si definisce lui - e con grande tristezza oggi siamo qui a lavoro. Aveva un banco bellissimo, se uno voleva rifarsi gli occhi bastava passare davanti alla sua merce. Con lei se ne va una delle ultime figure della vecchia generazione di banchisti, una donna che sapeva lavorare, che amava il proprio lavoro. Lascia un vuoto immenso. Una persona schietta, che non te le mandava a dire". Massimo, che frequenta Campo de' Fiori da poco più che bambino - "perché i banchi sono tramandati da padre a figlio" - racconta che una volta era circolata la voce che Maria fosse morta. "Sono così andato dalla figlia - ricorda - per farle le condoglianze. Lei rimase stupita, ma la reazione di Maria fu troppo forte: 'Ma quale morta, attaccateve a sta...', e colorò il tutto con un gesto tipicamente scamarantico". Il giovane commerciante, che tra l'altro racconta di aver comprato il banco dal nipote di Aldo Fabrizi, tra un aneddoto e l'altro rimarca come a "Campo dè Fiori tutto è ormai cambiato. E non solo il mercato". Indica i tanti ristoranti, bar, pub: i luoghi della movida romana notturna. "E pensare che fino a qualche anno fa, forse dieci - spiega - tutto intorno alla piazza era pieno di botteghe, di artigiani. Li c'era un pasta all'uovo, lì una merceria, lì ancora una pescheria, una bottiglieria".
ROMA COM'ERA - Girando per il mercato, tra i commercianti che sono andati in ferie, e i tanti turisti a passeggio, "si è persa un pò di quella romanità tipica di questi rioni", racconta ancora Massimo. In effetti i pochi rimasti aperti sono in gestione quasi esclusivamente a immigrati, intenti a servire la clientela, che nulla sanno di Maria e della storia del mercato. A pochi metri da Massimo c'è un'altra frutteria. Dietro al bancone Annunziata, ottantasettenne romana, "rivale" per una vita della signora Maria. "Lavoro qui a Campo dè Fiori da quando ho 18 anni - commenta - e sono nata proprio lì, al portone tra i due bar. In pratica tutta la mia vita l'ho trascorsa in questa piazza. E quante ne ho viste cambiare. Diciamo che ora, dopo la morte di Maria, ci sono rimasta solo io". Un flusso continuo di ricordi le affiora alla mente. "Da piccola mi sono trasferita ma poi a 18 anni ho sposato un fruttivendolo e sono tornata qui. Dopo la guerra c'era la miseria ma la cosa bella è che le famiglie vivevano insieme e si aiutavano. Io non mi sono mai presa neanche un giorno di ferie. Ho 4 figli, che ora sono padri di famiglia. Mio marito ha 93 anni, non sta proprio bene e quindi rimane a casa e vengo io qui a lavorare. Io non ho mai fatto neanche un giorno di ferie. Forse la domenica ad Ostia". Poi Nunzia, come la chiamano, tira fuori dal suo portafiglio delle vecchie foto in bianco e nero e si congeda con un po' di nostalgia: "Il mercato è cambiato, è cambiata la clientela. Sempre gran signori, ma ora molti affittano le case o le tengono chiuse e i residenti storici non ci sono quasi più".