Nella cornice dell’Olimpico, ieri sera, è la Juventus a conquistare la Supercoppa italiana. Con i bianconeri, che dopo la deludente tournee statunitense, servono il poker alla Lazio di Petkovic. Un successo che bissa quello dello scorso anno contro il Napoli a Pechino. Per la gioia del suo presidente Andrea Agnelli, che in tribuna esulta con tutti i suoi tifosi che hanno occupato metà dello stadio romano.
ADDIO GLORIA - Una partita che si traduce in una lezione di calcio a quel suo rivale Claudio Lotito, che in una notte ha visto svanire i sogni di gloria, dopo aver conquistato la Coppa Italia nel derby di maggio con la Roma. La Juve ha vinto con un inizio di ripresa micidiale per i biancocelesti, che in otto minuti hanno beccato tre gol. Dopo aver chiuso il primo tempo sotto di una rete, realizzata da Pogba a due minuti dal suo ingresso in campo al posto dell'infortunato Marchisio.
I COLPI DEL KO - Troppo sbilanciata la formazione di Petkovic, che ha provato a recuperare la svantaggio e invece ne incassa tre: dal 7' al 12' del secondo tempo. I campioni d'Italia sono andati in vantaggio al 23' con una bella girata di sinistro di Pogba, su azione nata da una punizione dal limite che Pirlo, invece di calciare in porta, aveva trasformato in assist per Lichtsteiner: l’ex laziale sempre presente nelle principali azioni dei suoi compagni. Nella ripresa, dopo una verticalizzazione di Vidal, crossa in mezzo per l'accorrente Chiellini, che sfrutta al meglio un contropiede nato da un corner della Lazio.
IL POKER E’ SERVITO - Pochi minuti dopo è lo stesso esterno svizzero a tagliare la difesa avversaria, grazie al passaggio filtrante di Vucinic. Così come la rete del 4 a 0, che nasce dopo un tiro di Lichtsteiner, respinto da Marchetti, poi ribadito in rete da Tevez, al suo primo gol in gara ufficiale con la Juve. Che si è imposta sul piano fisico. Solo l’argentino autore della quarta segnatura non ha brillato fino al momento di calare il poker. Ma che si è dato da fare, muovendosi spesso.
KLOSE ISOLATO, HERNANES NON BRILLA - Anche se fino al ko, la Lazio era rimasta in partita pur tirando poco in porta: Klose da unica punta è troppo isolato. E non basta un Lulic che si presenta come aveva lasciato, nel derby di Coppa Italia. A Petkovic non riesce il secondo successo sulla panchina della Lazio, sembra in balia dell’avversario, che non ha potuto neppure contare sulla stella di Hernanes. Facce triste quelle con la casacca biancoceleste. Per trovarne una sulla panchina dei bianconeri bisogna arrivare a quella di Llorente, che non ha tolto la tuta.
LICHSTEINER VS CONTE - Croce e delizia, per Conte, Lichsteneir. Dopo il gol e l’assist l’allenatore juventino lo vuole “bloccato” nella zona di competenza. Ma nulla da fare. Poi la sostituzione con anesso inchino verso la sua curva e i fischi che piovono da quella fatta dai suoi ex sostenitori. Conte invece, dopo l’esperienza statunitense, ribadisce di non aver mai “pensato di aver smarrito la mia Juve, assolutamente no”. “Avevo già detto ieri – continua – che ero molto sereno perché conosco i miei uomini”.
RISPOSTE JUVE, DUBBI LAZIO - Lui non aveva bisogno di risposte; ma la sua Juventus ha urlato presente, travolgendo la Lazio 4-0 all'Olimpico. Prima della partita c’è spazio per dei tafferugli con due supporter juventini “puncicati” e gli ululati razzisti da parte della curva della Lazio. La nord, a ogni tocco di palla dei tre giocatori di colore della Juventus, a sette minuti dalla fine, beccavano Pogba, Ogbonna e Asamoah. Poi la coppa al cielo alzata da Buffon. Con i biancocelesti che, senza neppure la soddisfazione della rete della bandiera, tornano a Formello con la certezza di dover lavorare ancora molto per colmare il gap.