L'allarme igiene a Ponte Malnome, come anticipato stamattina da Paese Sera, evidentemente era reale. La Polizia Locale di Roma Capitale, in serata, ha disposto il sequestro delle aree limitrofe dove a seguito dell'ondata di maltempo che ha interessato lo stabilimento Ama e la vicina raffineria si è verificato il versamento di idrocarburi e di alcuni rifiuti. La scelta dopo il sopralluogo congiunto con l'assessore all'Ambiente Estella Marino, la consigliera regionale Cristiana Avenali, i comandanti dei Gruppi XI e XII della Polizia Locale, i presidenti dei Municipi XI e XII e l'Arpa.
RIFIUTI OSPEDALIERI IN STRADA - La denuncia per le condizioni dello stabilimento Ama di Ponte Malnome, dove rifiuti ospedalieri sono stati trascinati in strada, era arrivata dai lavoratori: una "situazione drammatica" avevano dichiarato alcuni di loro a Paese Sera. Anche perché da lì ogni giorno partono ben 250 mezzi della municipalizzata per pulire la città. Ai dipendenti inizialmente era stato concesso di non recarsi a lavoro, qualora lo ritenessero opportuno, fino a quando non sarebbe stata garantita la messa in sicurezza dell'area. Ora invece Ama fa marcia indietro e motiva così la sua decisione: "La situazione all’interno dello stabilimento di Ponte Malnome è tornata alla normalità. Dal primo pomeriggio di venerdì 31 gennaio, infatti, non appena le acque si sono ritirate, personale aziendale con l’ausilio di mezzi speciali ha provveduto a mettere in sicurezza i rifiuti medici ospedalieri all’interno di appositi cassoni scarrabili, in attesa di essere avviati a incenerimento - si legge in una nota - si è provveduto, inoltre, ad effettuare operazioni di rimozione del fango, pulizia interna e disinfezione degli uffici e spogliatoi per renderli agibili e operativi già da oggi. Ripetuti anche gli interventi di disinfezione dell’intera area". "Ama assicura, inoltre - aggiunge - che i giri di raccolta nel quadrante ovest della città (municipi XI, XII, XIII e XIV), che avevano subito dei rallentamenti nei giorni scorsi (venerdì e sabato), torneranno regolari già a partire dalle prossime 24 ore. Già ieri, comunque, a partire dal primo pomeriggio, sono stati riattivati alcuni giri di raccolta sia differenziata sia indifferenziata. L’azienda invita i cittadini a non abbandonare i rifiuti accanto ai cassonetti nel caso in cui siano già pieni. Per interventi e segnalazioni è possibile contattare la Sala Operativa h/24 dell’Ufficio Protezione Civile al numero 06/67109200 o al numero verde 800.854.854".
"DOPO SOPRALLUOGO PONTE MALNOME, NECESSARIE INDAGINI" - La situazione è veramente grave, la foto raffigura macchie nere causate dalla fuoriuscita di olio nel terreno circostante la raffineria" dichiara Cristiana Avenali,
consigliera regionale del gruppo Per il Lazio, e componente della commissione Ambiente e rifiuti. "Le aree intorno all'inceneritore dei rifiuti ospedalieri - prosegue Avenali- e della raffineria sono state sequestrate dai vigili e adesso la magistratura stabilirà come procedere. Anche l'Arpa farà la sua parte con l'analisi dei terreni per verificare la presenza di inquinamento del suolo e delle acque a tutela dei cittadini e dell'ambiente. Certo è che una volta finiti gli accertamenti chi avrà inquinato dovrà pagare e bonificare, ma altrettanto importante sarà intervenire per evitare che simili fatti possano nuovamente accadere. Infine, le istituzioni tutte si devono impegnare per diminuire la pressione degli impianti impattanti presenti nella valle galeria, e dopo la chiusura di Malagrotta deve essere definitivamente bloccato il gassificatore di Malagrotta".
ALLAGAMENTO IN VIA DEL CORSO - C’è mancato poco. Ma ieri sera alla fine il Tevere, che ha attraversato Roma in piena intorno alle 22, non ha raggiunto i livelli di massima allerta: si è fermato a 12,72 metri. Ma resta sorvegliato speciale. La Capitale si lecca le ferite dopo l’ondata di maltempo che ha colpito tutto il Centro-sud. E l’emergenza non è ancora rientrata. Stamattina la rottura di una tubatura dell'acqua ha provocato l'allagamento e la chiusura di un tratto di via del Corso, da largo Goldoni a largo Chigi, vicino alla Presidenza del Consiglio. È quanto si apprende dalla centrale dei vigili urbani, secondo cui il problema non è dovuto al maltempo. Sul posto al lavoro i vigili del fuoco, che hanno chiesto l'intervento dell'Acea per chiudere il flusso d'acqua. Il servizio dovrebbe quindi mancare in alcune zone del centro.
FAMIGLIE SGOMBERATE - La protezione civile ha fatto ieri più di 300 interventi, tra disostruzioni dei tombini e delle caditoie, smottamenti e allagamenti di strade e abitazioni. Sono più di 80 le idrovore 'in campo' e sono stati posizionati un migliaio di sacchi di sabbia nelle aree critiche (Ospedale Fatebenefratelli e Tiburtina Valley). La Protezione Civile di Roma Capitale ha dato accoglienza a 100 famiglie, tra Prima Porta e Piana del Sole, e a due nuclei familiari, sgomberati da una palazzina di via Segrate. Inoltre, ad Ostia Antica, in uno dei Municipi più colpiti, sono state allestite due palestre (una in collaborazione con la Croce Rossa Italiana) in grado di fornire ospitalità a più di 150 persone.
LO STATO DI CALAMITA' - Ieri il governatore Nicola Zingaretti ha chiesto lo stato di calamità naturale per tutta la Regione. Stessa richiesta era stata avanzata dai mini sindaci dei municipi XIII, XIV e XV. Al sindaco Ignazio Marino hanno rivolto l’appello“per convocare un tavolo finalizzato a coordinare fin da subito gli interventi necessari al ripristino dei luoghi colpiti dall'emergenza con il coinvolgimento diretto dei Municipi”. Tutto questo dopo i sopralluoghi nelle zone più colpite dal maltempo: Casal del Marmo, Quartaccio, Boccea, Tragliata, La Giustiniana e Prima Porta, “riscontrando il permanere di una situazione di grave emergenza che si è determinata per l'esondazione di numerosi fossi, per diversi smottamenti, frane e per la caduta di alberature”. E proprio a Prima Porta, dove due giorni fa le persone si sono rifugiate sui tetti, ieri le strade e molte case erano ancora allagate, con le famiglie al lavoro per svuotare le abitazioni invase dall'acqua. Ieri, sempre a Prima Porta, è arrivata la telefonata del Papa al parroco della parrocchia di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Il Pontefice si è voluto sincerare delle condizioni dei residenti.
ROMA SUD - Situazione critica anche a Roma sud, nel municipio X, in particolare nelle zone di Ostia Antica e Infernetto. Ieri il vice sindaco Luigi Nieri nel corso di una visita si è impegnato, davanti ai cittadini arrabbiati, “a organizzare tavoli per decidere insieme come spendere i soldi”. “Abbiamo un problema serio di fondi – ha aggiunto Nieri - fatti come questi devono coinvolgere l'amministrazione comunale che deve far capire al Governo nazionale che questa terra dove ora poggiamo i piedi è la Capitale d'Italia. Tutti insieme dobbiamo farlo capire".
MARINO - Il sindaco Ignazio Marino ha ribadito l’importanza “di promuovere immediatamente interventi a difesa del suolo”. Il primo cittadino ha poi detto di stare valutando, insieme alla Giunta, “ogni possibile iniziativa che consenta a Roma di intraprendere rilevanti investimenti, superando i vincoli imposti dal patto di stabilità interno”. Secondo Marino “non è infatti ammissibile che in queste gravi circostanze, che mettono a rischio l'incolumità dei cittadini e la sicurezza dei loro beni, i Comuni - pur avendo a disposizione risorse in cassa - non possono utilizzarle”. Il sindaco ha poi ringraziato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che, ”dopo il nostro colloquio di questa mattina, ha chiesto lo stato di calamità naturale per l’intera Regione”. Per Marino il problema resta l’edilizia abusiva. "Per proteggere i cittadini delle zone a rischio – dice - dove si è costruito in maniera abusiva e poi si è condonato, l'unico modo è installare delle tecnologie fisse, delle idrovore che possano aspirare l'acqua ogni volta che c'è una precipitazione”.
I DANNI ALLE IMPRESE - Danni per circa 11mila euro per ogni azienda: è la stima media della Cna di Roma che in meno di 24 ore ha raccolto molte segnalazioni. Le imprese più colpite, soprattutto quelle nell'area di Dragona, Dragoncello e Infernetto e l’area nord della città, nel settore del commercio e della produzione. In particolare a Prima Porta e Labaro le imprese del territorio denunciano che dopo i lavori di ampliamento del grande raccordo anulare i nuovi sottopassi sono stati costruiti sotto il livello del fiume. Il risultato è che a ogni pioggia sono costrette ad azionare idrovore a proprie spese.
TRAFFICO E TPL - Il traffico è andato in tilt anche ieri. La tangenziale est è rimasta chiusa al traffico per un’ora e mezza in direzione Foro Italico, da viale Tor di Quinto alla galleria Giovanni XXIII, a causa di uno smottamento che si è riversato sul manto stradale. Problemi anche nel trasporto pubblico. La metro B è stata interrotta nel tratto Castro Pretorio Garbatella per circa due ore, dalle 8 alle 10 in entrambe le direzioni. In strada sono stati messi bus sostitutivi tra Castro Pretorio e Marconi. Poi una nuova interruzione tra Garbatella e Rebibbia-Conca d'Oro in entrambe le direzioni. Finché la linea è tornata regolare intorno alle 14.