Ora che la pioggia ci ricorda che il cemento va preso in piccole dosi, torna di prepotente attualità il caso del Comitato Colli d'Oro di Labaro, che da anni lotta contro la costruzione di un impianto sportivo nel bel mezzo di un parco. E che oggi è alle prese con una brutta storia legata alla rete fognaria pubblica, che sarebbe stata compromessa dal nuovo cantiere. Non lo dice il Comitato, ma lo dice l'Acea, che dopo vari accertamenti rileva alcune anomalie sul nuovo tracciato dei collettori fognari.
LE FOGNE - La SS Lazio Pallavolo, concessionaria del terreno cantierizzato, aveva sottoscritto con Acea una convenzione per spostare due collettori fognari che interferivano con la costruzione dell'impianto sportivo in cantiere. Ma a maggio scorso, a seguito di un sopralluogo, la società multiservizi accerta che i materiali non sono quelli concordati, che i lavori sono stati già eseguiti con una variante sulla quale non è stato espresso alcun parere, che questa variante modifica completamente il tracciato originario e che inoltre si pongono “seri dubbi sulla correttezza della messa in posa anche dei tronchi già interrati”.
TUBI SCHIACCIATI - Ma le lamentele non finiscono qui. Acea certifica anche che il progetto “di fatto realizzato” presenta “delle palesi interferenze sia con le strutture edilizie che viarie tali da impedire la corretta gestione degli impianti”. In pratica, se salta una fognatura, sarà difficile procedere alla manutenzione perché la nuova rete è troppo vicina al palazzetto dello sport.
Con una seconda nota, poi, Acea rileva anche la presenza “di tubazioni schiacciate e ovalizzate, di guarnizioni fuori sede nonché di tratti in contropendenza” della fognatura. La multiservizi invita quindi la concessionaria a ripristinare “in tempi brevi” lo stato dei luoghi o a proporre un'altra soluzione, altrimenti si prenderà la responsabilità di eventuali danni derivanti dalla nuova fognatura realizzata “senza autorizzazione”.
IL CERTIFICATO ANTIMAFIA - Intanto il dipartimento dello Sport, a cui fa capo tutta la procedura, fa presente che, oltre a non aver ripristinato ancora nulla e a non aver presentato alcun progetto alternativo, alla società manca qualcosa di fondamentale per la legittimità del cantiere. Nonostante numerosi solleciti, infatti, ad ottobre 2013 non sono ancora pervenuti i certificati antimafia delle ditte appaltatrici e subappaltatrici. I lavori procedono a singhiozzo tra momenti di sospensione e ripresa anche dovuta alla questione delle fogne e del “forte ritardo” il Comune chiede conto con toni non proprio idilliaci.
CONTROLLORE E CONTROLLATO - Il Comitato Colli d'Oro intanto va avanti. Fa accesso agli atti, si documenta, mette tutto in rete. Inizia a farsi alcune domande. “Perché la figura del Rup (responsabile unico del procedimento) è stata data non a una personalità interna all'amministrazione, ma proprio al presidente della società privata che ha avuto la concessione, quindi che dovrebbe essere controllato?” . Ma soprattutto, cosa comporterà lo spostamento di quelle fognature sul territorio, se dovessero esserci danni? Potremmo chiederlo agli abitanti di via Dalmine, al confine con Prima Porta, che da anni denunciano l'inadeguatezza delle fognature e che oggi, con l'acqua alle caviglie, guardano minacciosamente la colata di cemento che li sovrasta.
LA STORIA - Già perché la storia di Colli d'Oro è una storia che va avanti da anni. Ma così lineare da sembrare la classica storia “all'Italiana”. Prendiamo un parco di sette ettari che fa da polmone verde in mezzo a gittate di calce e cemento. Attrezziamolo per la corsa e le passeggiate. Facciamo che per anni sia valvola di sfogo degli abitanti del quartiere, che lo utilizzano per le passeggiate, loro e degli animali domestici o semplicemente per prendere un po' d'ombra e respirare nella giungla d'asfalto. Poi facciamo arrivare le ruspe e tirare giù 48 alberi. Il tutto davanti agli occhi increduli dei residenti, ai quali nessuno aveva pensato di dire niente.
L'IMPIANTO SPORTIVO - Era rimasto l'ultimo pezzo di verde rimasto dopo la cementificazione del quartiere, che ha raggiunto il suo acme negli anni Ottanta. Al posto del “Parco di Labaro” ora sorge un cantiere che darà vita a un campo volley con tribune da mille e cento posti, due piscine, hall, locali per la palestra, altri per gli uffici amministrativi e il pronto soccorso. Uno scherzetto da 10 milioni 548mila euro, diviso in due lotti. La ditta concessionaria è la SS Lazio Pallavolo che su quel parco edificherà per 22mila e 400 metri quadrati. Esattamente il 40%, metro più metro meno, di un'area grande 56mila.
LA POLITICA - E' il sindaco Veltroni il primo a dare l'ok all'operazione. Lo fa avendo in mente i campionati mondiali di nuoto del 2009 e quelli di pallavolo nel 2010. Veltroni istituisce un gruppo di lavoro “interassessorile” che deve individuare aree pubbliche che possano ospitare le nuove strutture sportive. Nell'ex XX municipio ne viene indicata una di circa 6mila metri quadrati. E' quella del piano di lottizzazione “Colli d'Oro”, per trent'anni vissuta come verde pubblico, ma poi riconvertita nel 2003 dal Piano regolatore a verde sportivo. Nel 2006 viene indetta la gara e nessuno chiama in causa i cittadini, come pure il Regolamento di partecipazione vorrebbe.
IL CEMENTO - Chi si aggiudica la concessione per l'assegnazione dell'area Colli d'Oro è Pallavolo Lazio, il cui presidente è Giorgio D'Arpino, candidato al Consiglio comunale di Roma nel 2008 nelle fila del Partito democratico. Dopodiché vengono convocate due conferenze dei servizi, ma in nessuna delle due si fa cenno al nuovo Piano territoriale paesistico regionale, che prescrive l'obbligo di conservazione degli impianti arborei. Come sappiamo, gli alberi del parco saranno rasi al suolo. Nel 2009 il Comune rinnova la Convenzione per realizzare gli impianti sportivi concedendo mutui per importi pari al 95% dei progetti esecutivi. Nel 2010 la giunta approva il progetto definitivo. A gennaio 2012 iniziano gli scavi.
I CITTADINI - Che nel bel mezzo del verde pubblico si aprirà un cantiere edile di sette ettari i cittadini di Colli d'Oro lo apprendono dal via vai delle auto e dai rumori delle ruspe. In marzo si riuniscono in assemblea cittadina per raccogliere le firme (quasi 3mila) a difesa del parco pubblico. Chiedono aiuto a Comune e Municipio, ma – almeno per quest'ultimo – la risposta è negativa L'allora presidente Gianni Giacomini (centrodestra) li invita a protestare altrove, perché la materia non è di sua competenza. Intanto gli anni sono passati e i mondiali di nuoto e pallavolo si sono svolti in altri luoghi. Ha ancora senso costruire quel Centro sportivo?
IL RICORSO - Un centro sportivo comunale, ok, ma che sarà con molta probabilità accessibile a prezzi che somigliano molto, se non superiori, a quelli praticati dalle altre tre strutture sportive private presenti nella zona. Così si legge sul piano di rientro economico. Per riqualificare Labaro ci vuole altro, dicono i cittadini, per esempio opere pubbliche a compensazione della cementificazione mai realizzate.
Insomma, per costituirsi in comitato le ragioni ci sono tutte. E così i cittadini di Colli d'Oro si compattano, aprono un sito internet, fanno una colletta per pagare un avvocato e presentano ricorso al Tar. Anche la politica si interessa al loro caso e partono due interrogazioni a firma Movimento Cinque Stelle, una al sindaco Marino e una al presidente della Regione Zingaretti.
LE ULTIME PIOGGE - La situazione che sta tenendo sotto scacco il territorio di Roma Nord in questi giorni preoccupa e non poco i cittadini di Labaro. Si discute molto, dopo le dichiarazioni del sindaco Marino, se sia davvero l'abusivismo edilizio o piuttosto siano le opere pubbliche di supporto la vera causa degli allagamenti di questi giorni. In questo contesto, la storia di Colli d'Oro non è che una storia tra le storie. Di quelle che parlano di cementificazione, di opere pubbliche e di manutenzione a rischio. Il Comitato, durante un'assemblea pubblica, ha chiesto al presidente del XV municipio di prendersi carico della questione, mentre intanto dialoga con il Dipartimento dello Sport che ha reale competenza su questa pratica. Vedremo come andrà a finire.