Periferia dimenticata e da riqualificare. Covo di criminalità e spaccio. Simbolo di degrado. Su Corviale si è detto tutto ma ancora poco si è fatto. Il “serpentone”, l’edificio lungo un chilometro, aspetta ancora la sua rinascita.
LA PRIMA RIQUALIFICAZIONE - Realizzato tra il 1975 e il 1982 dallo Iacp, Istituto autonomo case popolari, su un progetto di un’equipe guidata dall’architetto Mario Fiorentino è come un animale in letargo che aspetta di mutare pelle. Timidi segnali sembrano esserci, come lo stanziamento per i primi interventi di riqualificazione delle cinque “superscale” che nel frattempo crollano a pezzi. I pannelli traslucidi, che permettono l’illuminazione diurna sono come ghigliottine pronte a cascare al suolo con evidente pericolo per gli inquilini, il calcestruzzo si polverizza. I lavori dureranno sei mesi e l’Ater stanzierà circa 450mila euro. “Sarà il primo di una serie di interventi che avranno tempi lunghi date le dimensioni della struttura – assicura il Commissario straordinario dell'Ater, Daniel Modigliani - e a causa del fatto che al suo interno ci vivono 1.300 famiglie che non possono essere rimosse dai propri alloggi durante i lavori".
I NUMERI E I RECORD - Il serpentone, nel Municipio XI (centrosinistra), è un’opera mastodontica, immersa nella campagna romana. Non per nulla si è guadagnato il record di “condominio più lungo d’Europa”. Un blocco lineare da fuori, ma complesso al suo interno: largo 250 metri e alto nove piani per 600mila metri quadri circa. L’edificio è diviso i sei lotti, collegati l’uno a l’altro da decine e decine di ballatoi, ad abitarlo sono circa cinquemila inquilini in 1200 appartamenti di cui un centinaio, al quarto piano, sono stati occupati. Dopo il rifacimento delle scale partirà la riqualificazione, quella vera. Proprio da qui, dove un tempo dovevano nascere locali artigianali, negozi e studi professionali. Ma quei servizi non sono mai arrivati e dieci anni dopo sono iniziate le prime occupazioni.
Del progetto si parla da anni, dai tempi di Storace, quando fu inserito in un contratto di quartiere finanziato dal Comune, Ministero delle infrastrutture e la Regione.
Vivere qui è una fatica quotidiana tra ascensori rotti e che non permettono l’accesso alle carrozzelle degli invalidi, sporcizia diffusa, citofoni che non funzionano. Ognuno pulisce il suo pianerottolo e lo abbellisce come può, vasi fiori, quadri, tappeti, divanetti. Molti ballatoi sono stati chiusi con cemento e cancelli abusivi. Nel primo e nel secondo lotto si vive in spazi più ristretti. C’è il terzo lotto, quello forse meno degradato, mentre il quarto e il quinto sono quelli più vicini alla città.
CORVIALE RINASCE? -“Corviale rinasce solo se si investe in sostenibilità e se si incentiva la cultura, l’artigianato e le attività di formazione – dice Pino Galeota, ex consigliere comunale, ora membro dell’associazione Corviale Domani - Aspettiamo ancora che la Regione sblocchi i 42 milioni di euro stanziati: 23 nel palazzo e 19 all’esterno. Tutti ne parlano ma nessuno lo fa. Noi abbiamo anche fatto delle denunce e ci aspettiamo che la Regione, che ha compiti di indirizzo e deve spendere i fondi, dia attuazione al progetto”. Il neoassessore alle infrastrutture, politiche abitative e ambiente, Fabio Refrigeri, già nello scorso maggio si era impegnato a scongelare i fondi. Ma fino ad oggi resta tutto congelato.
FONDI BLOCCATI - Per sbloccare i fondi Comitati e cittadini di Corviale hanno anche dato il via ad una serie di azioni legali. “Una è un’azione popolare - spiega Galeota – abbiamo cioè chiesto di sostituirci alle amministrazioni che non procedono, l’altra è una class action messa in piedi da 30 inquilini che hanno denunciato lo stato di abbandono in cui versa l’edificio. Poi c’è la denuncia alla Corte dei Conti perché i dirigenti della regione che hanno fermato i lavori lo hanno fatto su una indicazione deliberata ma sulla lettera dell’assessore”. L’assessore di cui parla Galeota è Teodoro Buontempo, responsabile delle politiche abitative sotto la giunta Polverini. Ed è a questo punto che si bloccano i fondi per la rigenerazione urbana, nel 2010, quando a Buontempo viene in mente di demolire l’intero complesso residenziale e trasformarlo poi in una città-giardino. “Ho un grande sogno: abbattere Corviale, simbolo della speculazione e dell'oppressione dei cittadini”, così l’ex assessore fresco fresco di nomina.
CORVIALE C’E’ - Quando e se il denaro sarà sbloccato, andrà a riqualificare la struttura mangiata dal degrado ma anche ad integrare i servizi che comunque a Corviale ci sono e che vanno avanti grazie alla passione di cittadini, associazioni e comitati. Come la biblioteca comunale dedicata a Renato Nicolini, ideatore dell’Estate Romana. Ottanta metri quadri in cui sono raccolti circa 13 mila volumi, quattro sale di lettura e una ludoteca. Il Mitreo, un centro culturale che funziona da incubatore artistico per tutte le forme d’arte: dalla musica al teatro, dalla danza alla pittura, passando per la fotografia. Il mercato rionale coperto che ospita il “Farmer market” dove gli agricoltori vendono prodotti a km0 e equosolidali. Ancora, ai piedi del serpentone c’è un campo da rugby con erba sintetica di ultima generazione, gestito dall’Arvalia Villa Pamphili, centro di incontro e sport per tanti ragazzi del quartiere e della vicina Casetta Mattei. L’incubatore d’impresa, che aspetta nuovi finanziamenti, per alimentare nuove idee che rilancino il quartiere.
‘Serpentone’, ‘inferno metropolitano’ o ‘grattacielo sdraiato’ che sia, “è necessario dare un senso nuovo all’abitare – conclude Galeota – uno sviluppo fondato tra bisogni sociali, attività economiche e ambiente, che tenga conto delle persone che risiedono qui e che accolga la parola inclusione sociale”.