Nessun licenziamento nell'organico del Teatro dell'Opera. A dichiararlo il sovrintendente Carlo Fuortes, in audizione stamattina alla commissione Cultura di Roma Capitale, presentando il nuovo piano industriale 2014-2016 della Fondazione. "Stiamo facendo diversi incontri con i sindacati per ridurre la pianta organica di 65 unità", ha spiegato. Una riduzione di organico che per Fuortes "potrebbe essere particolarmente morbida nel senso che potrebbe essere ottenuta attraverso pensionamenti e prepensionamenti, quindi senza licenziamenti o mobilità verso Ales. A oggi - spiega - abbiamo effettuato 36 pensionamenti e il licenziamento dell'ex sovrintendente, che aveva un contratto da direttore generale dal costo di 270.000 euro. Abbiamo rescisso, invece, il contratto del direttore amministrativo". L'effetto della riduzione del costo del personale sul bilancio 2014 "sarà molto importante, intanto stiamo lavorando con i tavoli sindacali delle modalità di prepensionamento delle rimanenti 30 unità che devono essere fatte esclusivamente in base al dato anagrafico".
Fuortes ha poi spiegato che "la legge 112 prevede che a fronte della ridefinizione dei contratti integrativi da gennaio è convocato un tavolo sindacale per ridare contratto integrativo: la parte normativa è stata fatta, la parte economica è da concordare ma rimarrà uguale agli scorsi anni. Quindi questo contratto - ha aggiunto - non intaccherà le buste paga dei lavoratori, ma prevederà maggiore produttività e flessibilità". Il piano è stato mandato al commissario "che ha chiesto piccole modifiche", ha concluso il sovrintendente.
IL CORPO DI BALLO - Fuortes ha risposto al consigliere di Fratelli d'Italia Fabrizio Ghera che chiedeva conto del taglio dei 24 ballerini del teatro. "Non c'è stato nessun prepensionamento - ha risposto il sovrintendente - parliamo invece di pensionamento, verificato con l'Enpals". "In Italia - ha spiegato ancora - è previsto che il ballerino vada in pensione dall'età di 46 anni, con fasce progressive per uomini e donne. In Francia, per esempio, ci si va a 42 anni obbligatoriamente, per tenere elevato il livello artistico. I pensionamenti al Costanzi sono stati finora 24, di personale che aveva da un minimo di 47 anni a un massimo di 52". Il sovrintendente ha precisato che la legge Bray "prevede che entro settembre il Cda decida le nuove dotazioni organiche. Attualmente nel corpo di ballo ci sono 13 danzatori a tempo indeterminato, 24 aventi diritto in quanto danzatori che lavorano da anni nel corpo di ballo dell'Opera, e ci sono degli aggiunti. Di questi 24, solo 10 erano impiegati nelle produzioni, gli altri 14 facevano invece altre attività". Sul lato artistico del provvedimento, per Fuortes "si pone il problema del futuro del corpo di ballo, che tuttavia non subisce nessuna modifica artistica rispetto al passato. Chi è andato in pensione è stato sostituito dagli aggiunti, che anche prima erano in numero elevato". Così "pur facendo tutte le produzioni, dal 'Lago dei Cigni' alla 'Bella addormentata', avremo un costo degli aggiunti uguale allo scorso anno, che ammonta a 1.604.000 euro. Io personalmente dico - ha concluso - che secondo me deve continuare a esistere, ma le modalità sono tutte da definire".
LA LEGGE BRAY - Portare in pareggio il bilancio del Teatro dell'Opera di Roma, per ricevere il "finanziamento da 30 milioni di euro" chiesto al Mibact in virtù della Legge 112 Bray l'obiettivo del sovrintendente. Il testo, approvato dal Consiglio d'amministrazione della Fondazione lirica e inviato al commissario ministeriale per il risanamento, mira a ripianare i 10 milioni di disavanzo emersi dal preconsuntivo 2013, che per Fuortes a maggio avrà l'ok del Cda nella sua versione definitiva. Il bilancio dello scorso anno comunque, nota, "chiuderà in perdita, anche se dovesse arrivare l'anticipazione di finanziamento di 3-4 milioni di euro per la legge Bray, richiesta all'atto delle domanda d'insediamento del nuovo Consiglio: al momento non abbiamo informazioni sulla natura dell'anticipazione, se sia a fondo perduto o sia un prestito e quindi vada restituito". Invece le maggiori fonti di ricavo nel previsionale 2014 saranno, è l'ipotesi di Fuortes, "biglietteria e abbonamenti: è un incremento ambizioso visto che il programma era già fatto. Oltre un milione di euro dovrebbe arrivare dal Festival di Caracalla". Una previsione "molto coraggiosa" è quella legata all'aumento delle sponsorizzazioni, mentre altri ricavi per 2,4 milioni arriveranno dalla tournée di sei recite a Tokyo del "Simon Boccanegra" e del "Nabucco".
Sul capitolo contributi pubblici, Fuortes ha parlato di "stazionarietà di quelli del Mibact, della Regione e della Provincia", registrando invece una "lieve diminuzione" del contributo del Comune che scenderebbe dai 17,5 milioni dello scorso anno ai 16,5 di quest'anno. Un decremento che dovrebbe continuare secondo il piano industriale, ha stimato, con "i 15,2 milioni nel 2015 e i 14 nel 2016": senza il contributo comunale, comunque, ha sottolineato, "il bilancio non starebbe in piedi". Immaginare risorse aggiuntive da privati o dalla biglietteria sarebbe "impensabile nell'anno in corso". Lo sforzo in corso, ha precisato, "è dal lato dei costi con una riduzione del 20% delle spese per le materie prime (450.000 euro in meno) e per i servizi (meno 1,6 milioni), e anche del costo delle produzioni, in calo del 15%". Sul personale il risparmio ammonterebbe a 6 milioni di euro, dove ci saranno 65 unità in meno, ma il sovrintendente ha rassicurato che "non ci sono problemi per stipendi dei dipendenti e per i fornitori, che vengono pagati regolarmente". Fuortes ha poi fornito dati sulla "rinegoziazione del debito, portata avanti con tutti i fornitori, un'attività onerosa ma che sta dando ottimi risultati, producendo il 15-18% del risparmio, arrivare al 20% sarebbe ottimo". Ora bisognerà lavorare con le banche: "C'è un debito congelato di 13 mln e mezzo con Unicredit - ma attualmente stiamo lavorando con un'altra banca, la Bcc di Roma".
I LAVORATORI - Molto meno ottimisti sono i lavoratori, secondo cui "nei documenti portati dal sovrintendente Fuortes non si distinguono gli auspici dalle previsioni". Per i lavoratori si tratta di "un libro dei sogni". "Non sono realizzabili - hanno spiegato - i numeri dei ricavi che ha dato, per esempio con il festival di Caracalla prende una mazzolata: con la "Bohème" e il "Barbiere di Siviglia" ha un programma equivalente all'anno scorso, ma avrà 1.500 posti in più". Critiche anche sul pensionamento dei danzatori del Corpo di ballo: "I 24 non andranno in pensionamento volontario e scatterà una raffica di cause, che ci saranno anche per il mancato preavviso delle lettere che dal 1° aprile hanno mandato a casa i lavoratori".
LA POLEMICA - Ghera ho sollevato una polemica: "Con l'incarico di sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma e quella di amministratore delegato di Auditorium Parco della Musica Carlo Fuortes esercita una sorta di dittatura culturale sulla scena romana". Il sovrintendente ha risposto: "La mia è una situazione straordinaria, non posso dire se si tratti di giorni o mesi, ma non credo possa essere cosa ordinaria".
"ACCERTARE SPRECO DI RISORSE PUBBLICHE" - Si dice invece preoccupato per la situazione economica del Teatro dell'Opera di Roma Gianluca Peciola, consigliere di Sel. "Faremo in sede di Bilancio 2014 una verifica sulle risorse messe a disposizione da parte di Roma Capitale - ha dichiarato Peciola - Ci sono vicende poco chiare di sprechi di risorse pubbliche che vanno accertate”. Secondo il consigliere la soluzione è “aprire il Teatro alla città". Bisogna fare in modo "che vengano messe a valore le preziose risorse del Teatro in una progettazione che veda le stesse maestranze impegnate e che possa diventare anche occasione di reddito. Risorse che andrebbero riqualificate come la sede di Quarticciolo, oppure valorizzate come via dei Cerchi, dove sono conservati i costumi di scena, che potrebbe diventare un polo museale", conclude.