"Siamo circa 50.000 partecipanti", fanno sapere Corrado Oddi del Forum Acqua Pubblica e Piero Bernocchi, leader dei Cobas, tra gli organizzatori della manifestazione nazionale "Per i Beni comuni e contro le privatizzazioni", arrivata a piazza Venezia. Meta finale è stata piazza Navona. Per Bernocchi l'evento di oggi "segna l'intreccio tra componenti diverse come sindacati, centri sociali, organizzazioni classiche e nuovi movimenti, per una nuova azione sui beni comuni: acqua, casa, scuola, salute".
Privatizzazioni, precarietà, devastazione ambientale, riappropriazione sociale dell’acqua, dei beni comuni, del territorio, dei servizi pubblici. E ancora fiscal compact, pareggio di bilancio e patto di stabilità, il Ttip, imminente trattato di libero scambio Usa-Ue. Tanti gli obiettivi nel mirino della manifestazione, organizzata da una rete di comitati di tutta Italia e cittadinanza attiva, che lanciano l'allarme contro "una nuova stagione di privatizzazione dei beni comuni, di attacco ai diritti sociali e alla democrazia".
Un numero progressivo e un nome di un grande della cultura del passato, accompagnato dalla scritta "#ilmovimentofabene". È il "distintivo" di molti dei partecipanti. Tra i cartelli spiccano poi quelli dedicati al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dell'Interno Angelino Alfano, da un gruppo riunito dietro lo striscione "Expoprio" con il logo dell'Expo Milano 2015. La foto del premier è sormontata dalla scritta "Il precariato non merita un Jobs Act, merita un reddito", mentre ad Alfano è abbinata la frase "Hai un solo modo per cambiare uno stato violento. Cambiare lo stato". Strali anche contro il conduttore Rai Bruno Vespa, a cui è dedicato un "Sai già che picchia, quando picchia alla porta non aprire". E ancora sfilano i Movimenti per il diritto all’abitare per affermare:"Liberiamo Roma da divieti, rendita e precarietà" e Action con "Riprendiamoci la città". Si alzano i palloni gonfiabili dell'Usb a sollevare lo stendardo "Acea Bene Comune", mentre sfilano le bandiere della Fiom Cgil e gli striscioni della campagna di delibere popolari "deLiberiamo Roma".
Sotto il Campidoglio ci sono stati attacchi anche al sindaco Marino. Sbarrato l'accesso alla scalinata d'ingresso da un cordone di Forze dell'ordine in tenuta antisommossa. Dal camion un manifestante urla: "Siamo qui anche per dire al Campidoglio che siamo disponibili alla lotta. Non ci tireremo indietro nel combattere contro le privatizzazioni, già lo abbiamo fatto con Alemanno e lo faremo anche contro Marino".
Mentre, un minuto di silenzio in memoria di "Nicola Darcante, lavoratore dell'Ilva di Taranto e padre di due bambini morto per tumore alla gola, dei 100 minatori morti in Turchia e dell'attivista zapatista del Chiapas Galeano", è stato osservato in piazza Navona.
Tra i protagonisti della mobilitazione esponenti di Movimenti per il diritto all’abitare, Forum Acqua Pubblica, Cobas, Usb, No Tav, No Muos, Legambiente, Fiom, Stop Biocidio. Presenti anche Teatro Valle, Angelo Mai, e diverse realtà sociali della Capitale. A guidare la marcia dei manifestanti, qualche migliaio, un camion rosso con bandiere dei Comitati per l'acqua pubblica e contro gli sfratti, e lo striscione "Contro precarietà, speculazioni e privatizzazioni". Il corteo, partito da piazza della Repubblica, ha attraversato in successione via Cavour, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, largo di Torre Argentina e corso Vittorio Emanuele.
L'Agenzia per la mobilità sulla pagina web fa sapere che "è scattato poco prima delle 15 il piano delle deviazioni per le linee del trasporto pubblico che nel pomeriggio saranno allontanate dal percorso del corteo: H, 5, 8, 14, 16, 30, 40, 44, 46, 53, 60, 62, 63, 64, 70, 71, 75, 80, 80B, 81, 82, 83, 85, 87, 105, 116, 119, 160,170, 271, 360, 492, 571, 590, 628, 649, 714, 715, 716, 780, 781, 810, 910 e 916".
(Foto @Valleoccupato)