"Marino, sei sicuro di essere sicuro?", "Caro Marino, cosa imparerà il bambino, se riduci la maestra a uno zerbino?", "1.300 - 250 euro: FAME". Così Polizia locale, scuole e dipendenti degli uffici di Roma Capitale, in sciopero oggi per 24 ore, rispondono al possibile taglio del loro salario accessorio da fine luglio. Nel mirino di striscioni, fischietti e magliette personalizzate l'amministrazione guidata dal sindaco Ignazio Marino. Particolarmente agguerrite le insegnanti di nidi e scuola dell'infanzia: "No alle maestre tappabuchi" è il cartello di Fortuna della "Giuseppe Mazzini" e Mariapia di "L'Albero Azzurro", istituti del Municipio II. "Oltre al rischio di conguaglio sul salario accessorio - sottolineano - ci faranno fare le segretarie, non le insegnanti: dovremo lasciare i bambini per tappare i buchi amministrativi".
In più, sottolineano, "ci fanno fare i corsi di aggiornamento quando dall'anno prossimo saranno quelli della Multiservizi, o chi per loro, a gestire l'accoglienza e l'uscita dei bimbi". "Oggi le regole le dettiamo noi!" dichiara Rosa, dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Municipio III, che aggiunge: "Taglieranno minimo 200 euro, a gente ormai avanti di età, che fanno lavorare con computer vecchi, senza straordinari pagati e con le ore di recupero. Vengano Marino e Nieri, vengano gli ispettori del Mef a vedere come garantiamo i servizi nonostante tutto". David del Gruppo Pronto Intervento Traffico della Polizia locale denuncia: "Marino ci vuole comprare con gli straordinari, ma non possiamo morire per strada facendo i doppi turni". I vigili urbani chiedono, spiega, "un regolare contratto decentrato, non che ci tolgano quanto conquistato in vent'anni di lotte. Già così ogni giorno è un'emergenza, non si riesce a gestirla. Il concorso non lo sbloccano e il sindaco continua a assumere dirigenti esterni, come ha fatto con lo stesso Clemente".
I SINDACATI - "Qui in piazza siamo almeno 10.000, considerando che molti non sono ancora arrivati. L'adesione allo sciopero è all'80%, centinaia di scuole sono chiuse, tantissimi gruppi della Polizia locale non sono operativi così come moltissimi dipartimenti e municipi" ha detto il segretario generale della Fp Cgil di Roma e del Lazio Natale Di Cola. Che ha aggiunto: "Da domani, se il sindaco non farà marcia indietro la mobilitazione s'intensificherà". "Una manifestazione imponente, sono state ben comprese le ragioni che il sindacato aveva posto alla trattativa. Sindaco e Giunta riflettano di fronte a questa risposta dei lavoratori di Roma e archivino polemiche e chiusure - ha commentato il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Claudio Di Berardino - il Comune deve continuare a lavorare con il Governo per cambiare le norme e rinnovare il contratto decentrato e parallelamente tener conto delle necessità della città, lasciando alle spalle i risultati dei Fori e di Malagrotta". Per Di Berardino "la priorità è il lavoro: solo puntando su un nuovo modello di sviluppo dopo i disastri della Giunta Alemanno, Roma può diventare Capitale anche dell'economia d'Italia".
SI FERMANO I VIGILI - Circolazione rallentata lungo le principali arterie cittadine. Ciò sia in relazione al corteo dei dipedenti capitolini che per l'agitazione della polizia locale di Roma capitale. In particolare, a quanto si è appreso, sono circa una quartantina le pattuglie in servizio per le strade della città. Particolare traffico si registra nelle zone coinvolte dal corteo: da piazza Bocca della Verità, fino a piazza del Campidoglio, pasasnto per via del Teatro Marcello e via Petroselli. Risentimenti anche sulle arterie adiacenti e quelle scelte come alternative dagli automobilisti: in particolare lungotevede De' Cenci, via del Circo Massimo e corso Vittorio. Rallentamenti, limitazioni o deviazioni di percorso per alcuni linee bus: C2, C3, H, 3, 5, 14, 16, 38, 40, 53, 60, 60L, 64,70, 71, 75, 80, 82, 85, 87, 90, 92, 105, 117, 170, 186, 217, 271, 310, 360, 571, 590, 649, 714, 810, 910.
MARINO: "SINDACATI NON FANNO INTERESSI DEI LAVORATORI" - "Non so più dove seguire i sindacati perché secondo me così non fa l'interesse dei lavoratori che è, invece, quello di essere sereni, avere quel salario che io ho difeso con le unghie e con i denti e avere un nuovo contratto". Così il sindaco di Roma, Ignazio Marino, a margine di una riunione in Prefettura, in merito allosciopero di oggi dei dipendenti capitolini indetto dai sindacati. "Siccome sono una persona seria ho detto 'diamoci 90 giorni per ridefinire il contratto' che a me pare un tempo umano in cui realizzarlo. Se però l'obiettivo è dire 'non vogliamo sederci a un tavolo, non vogliamo obiettivi', allora su questo rimango confuso. Resto convinto - ha aggiunto il primo cittadino - che in questo momento l'obiettivo da raggiungere sia quello di sedersi intorno a un tavolo e definire il contratto decentrato. Io ho fatto tutto quello che un sindaco poteva fare e cioè ottenere il voto della giunta per inserire i fondi per il salario accessorio in bilancio e ottenere dal governo la possibilità legale di continuare, nelle more della negoziazione, a erogarlo".