Un ricorso al Tribunale amministrativo per scongiurare la morte del dipartimento affissioni e pubblicità. La battaglia legale contro gli impianti abusivi va avanti. Ieri l'associazione Basta Cartelloni, che raccoglie diverse sigle, ha detto no alla soppressione dell'ufficio, che aveva il compito di regolamentare il settore, che oggi è ancora senza un Piano regolatore. Il timore del coordinamento è che un blitz sul Prip, in questo scorcio finale di consiliatura, si trasformi “in uno schiaffo a Roma e ai suoi abitanti”.
RISCHIO ELEZIONI ANTICIPATE - La preoccupazione nasce guardando il calendario dei lavori dell'aula Giulio Cesare: l'ultima assemblea è convocata il 21 dicembre prossimo. Entro metà gennaio 2013 deve arrivare il via libera al nuovo statuto per la ridefinizione dei Municipi della Capitale. In mezzo le dichiarazioni del sindaco uscente, che chiede un election day totale. Alemanno vorrebbe anticipare al 17 febbraio anche la consultazione per il Campidoglio, accorpandola alle politiche e alle regionali. In molti la giudicano una fuga che gli garntirebbe la candidatura alla Camera.
IL TIMORE DEL BLITZ - Basta Cartelloni non fa calcoli elettorali, ma teme che i tempi stretti, con l'unificazione di tutte le consultazioni elettorali, non permetteranno “un esame approfondito – spiegano i membri dell'associazione – di un provvedimento che la città aspetta da anni”. La paura si chiama blitz. Per approvare la proposta della giunta Alemanno, che è solo uno specchietto per le allodole”, si legge nel comunicato dell'associazione.
CARTELLOPOLI - L'obiettivo è “mettere fine – aggiungono – al caos provocato dalla delibera 37 del 2009”. Vista come la causa di tutti i mali, che porta a una sanatoria e fa esplodere il fenomeno cartellopoli. Invasione di impianti abusivi che causano anche incidenti stradali. In uno di questi, nel gennaio dello scorso anno, ha perso la vita una coppia di centuari contro un cartellone su via Tuscolana. Partono le campagne, anche una per preservare i luoghi storici. Una serie di cartoline, inviate tra gli altri al presidente della Repubblica Napolitano, dimostrano come i manifesti illegali spesso siano collocati in aree protette da vincoli storico-archeologici. Arriva anche una delibera di iniziativa popolare, bocciata nel novembre del 2011.
ADDIO ALL'UFFICIO AFFISSIONI - La situazione però non cambia e in questi giorni arriva la notizia che la giunta Alemanno sia pronta a cancellare il dipartimento affissioni, tornando all'Unità operativa del passato. Per questo “abbiamo deciso di chiedere l'intervento del Tar – spiegano dal coordinamento – perché ancora una volta si palesa la mancanza di volontà politica di fermare un fenomeno che ha un giro d'affari di milioni di euro l'anno”. Che, se ci fossero multe, sanzioni e canoni pagati regolarmente, potrebbero in parte alleviare l'emorragia delle casse del Campidoglio.