Qualcuno lo sta lanciando come il "nuovo re dell'horror italiano", ma non lasciatevi ingannare da strategie di marketing e facili entusiasmi. Perché Federico Zampaglione resta sempre (molto) migliore come musicista che come regista, ed è ben lontano dall'essere l'uomo a cui affidare il rilancio di un genere cinematografico. Lo dimostra Tulpa, il suo terzo film, passato in concorso alla 22/a edizione del Noir in Festival, appena conclusasi a Courmayeur. Dopo la black comedy con Nero bifamiliare e l'horror puro con Shadow, il cantante dei Tiromancino torna a costruire una storia intorno alla compagna e musa ispiratrice Claudia Gerini. Che in Tulpaè una donna in carriera romana totalmente assorbita dalla sua professione nella finanza e per niente interessata ad affiancarle una vita sentimentale. Per "sfogarsi", perciò, ogni notte si concede esperienze estreme in un sex club che garantisce l'anonimità, finché non vede morire assassinati, uno per uno, tutti i suoi partner sessuali. Lo scenario è il quartiere Eur, ampi spazi e costruzioni imponenti, fredde geometrie e atmosfera inquietante. Décor perfetto per le intenzioni del regista di sfornare "un omaggio al grande giallo anni '70 di Bava, Argento e Fulci, ma in chiave moderna".
IL DOPPIO VOLTO DELL'EUR - "Da tutta la vita sognavo di girare un film giallo all'Eur. E' un posto sospeso nel tempo, con le sue geometrie metafisiche, col suo sapore lontano dalla solita Roma che si vede nei film, con il doppio volto di luogo di uffici di giorno e di zona torbida e desolata di notte. Sembra una scenografia in sè, l'Eur è un potentissimo stimolo visivo dal sapore vintage". In questo, Zampaglione centra il bersaglio, ma d'altronde, all'Eur, basta fare due passi in zona palazzo dei congressi quando scende la notte per sentirsi inquieti.
UN PO' DI TRAMA TRA UN OMICIDIO E L'ALTRO - Su tutto il resto, invece, guardando Tulpa sembra di guardare un film porno. Non tanto per le numerose scene di sesso esplicito in cui la stessa Gerini si è messa in gioco, quanto per la sensazione che Zampaglione abbia dovuto "mettere un po' di trama" tra un ammazzamento truculento e un altro. Sensazione rafforzata dalla scrittura e dall'estetica delle scene negli uffici in cui lavora la protagonista Lisa/Gerini, dove si muovono il boss Michele Placido e l'antagonista Federica Vincenti (moglie del suddetto), che danno un internazionalistico - quanto improbabile - accento inglese ai dialoghi. Al cast, poi, si aggiungono Ivan Franek (una delle vittime), e Michela Cescon, amica della protagonista. Tulpa arriverà nelle sale nella primavera 2013, dopo essere stato già visto in alcuni importanti festival dedicati al genere come, appunto quello di Courmayeur, il FrightFest di Londra e lo spagnolo Sitges. Ben venga l'impegno per far rinascere il genere, spesso la chiave migliore per raccontare la società attraverso il cinema, ma non basta proclamarsene paladini. Bisogna avere rispetto delle storie, del racconto, della qualità estetica e recitativa.