Un nuovo modello di sviluppo, che fermi il consumo di suolo e riorganizzi le politiche agricole. “Un buon territorio è un fattore di ricchezza per tutti, non solo per chi lo vuole difendere” ha detto il candidato governatore di centrosinistra Nicola Zingaretti, intervenendo all'incontro 'Il ruolo della Regione per un nuovo governo del territorio' organizzato dalle associazioni Territorio Roma e Ideeincorsa.
La sfida passa per la difesa dell'Agro romano, che nella carta resta il comune agricolo più grande d'Europa, ma nei fatti è martoriato dall'espansione dell'edilizia. Non si tratta solo di riconoscere la bellezza, ma di rispondere ai “nuovi mercati” dice Zingaretti. “Dobbiamo fare presto perché se non lo facciamo noi lo faranno gli altri – continua il candidato - le smart city e la città sostenibile, questa è la spesa europea, non il Ponte di Messina''. Anche il turismo ne gioverebbe ''perché il turista - ha aggiunto - è un 'cittadino provvisorio', chiede per una settimana quello che un residente chiede tutti i giorni''.
“RIFORMA DELLA GOVERNANCE” - Tutto deve passare però ''da una riforma della governance, un taglio netto degli insopportabili costi amministrativi, la trasparenza e la partecipazione''. Perché la spesa amministrativa della gestione per le aree protette sfiora il 30% del budget regionale. Ripensare gli spazi urbani, soprattutto quelli pubblici. Approvando il Piano Paesistico e riformando il sistema dei parchi.
L'IMPEGNO DI ZINGARETTI - E non sfugge, per quanto sia solo un passaggio nelle parole di Zingaretti, l'impegno di “dare in gestione la stragrande maggioranza” delle terre pubbliche ai nuovi agricoltori. Che ieri erano in platea per rivendicare il diritto al lavoro.
LA VERTENZA SULLE TERRE PUBBLICHE - “Chiediamo di fare il nostro mestiere di agricoltori, ma ci manca la terra, il credito e il mercato” dice Marta della Cooperativa Carlo Pisacane, un pezzo del 'Coordinamento per l'accesso alla terra e la salvaguardia dell'Agro romano' che un anno fa ha lanciato una vertenza per strappare al degrado le terre pubbliche e dedicarle a un’agricoltura multifunzionale e sociale. Due gli obiettivi: predisporre un bando per il primo insediamento di cooperative e associazioni di giovani agricoltori su terreni agricoli proprietà di Comune, Provincia, Regione, Agenzia del Demanio e di altri Enti (e nella proposta c’è già un elenco di dieci aree, per un totale di 600 ettari); indirizzare i requisiti del bando sulla base della valutazione del progetto aziendale, dell’integrazione con forme di fruizione e servizi per la cittadinanza e della tutela delle aree interessate. Un progetto che fin ora non ha trovato attuazione. A differenza del movimento, in continua crescita: “In questi mesi abbiamo organizzato seminari e assemblee, siamo cresciuti nei numeri e nelle consapevolezze - ha raccontato Giacomo Lepri della Società agricola Co.R.Ag.Gio - quello che abbiamo riscontrato è l'esigenza dei cittadini di avere un'agricoltura a 360 gradi che offra servizi e risponda al bisogno di autosufficienza alimentare. Ci auguriamo che la solidarietà civica e istituzionale ci aiuti a rispondere al problema dell'accesso al credito, altrettanto importante di quello alla terra".
IL VALORE SOCIALE - Perché il primo ostacolo da superare è proprio “l’inaccessibilità della terra” insiste Marta. Impossibile, visti i costi, acquistarla o affittarla per chi la vuole mettere in produzione. “In Provincia avevamo dato un altro valore alle terre, che non si basa solo sul prezzo di mercato come lo conosciamo” ha ricordato il candidato Zingaretti nel corso dell'incontro. Lo studio a cui fa riferimento è quello di Provinciattiva Spa nell'ambito del Progetto strategico della Provincia di Roma: per calcolare il valore del territorio agricolo si è tenuto conto di un’ampia gamma di variabili, dal valore sociale, ambientale e occupazionale a quello culturale e turistico. Il risultato è eclatante: in alcuni casi il valore reale è il quadruplo di quello attribuito finora sul mercato. Ma questo, in fondo, i nuovi agricoltori lo sostengono da tempo.