L’Italia è al 57esimo posto per la libertà di informazione, mentre siamo i peggiori in Europa per quanto riguarda la trasparenza nella pubblica amministrazione dove solo una stampa libera da lacci può garantire un controllo. Per questo diverse associazioni si sono unite per lanciare un’iniziativa europea a favore del pluralismo dei media. La campagna che ha come obiettivo quello di raggiungere la quota minima di un milione di firme entro il prossimo novembre, almeno in sette paesi della Ue, è partita ieri con la prima sottoscrizione: quella del presidente del Parlamento Europeo, Martin Sculz. Una volta raggiunto il quorum delle sottoscrizioni queste saranno depositate negli uffici competenti di Bruxelles sottoposte ad esame e avviate ad un nuovo percorso legislativo comunitario.
I PROMOTORI - L’iniziativa è portata avanti da oltre un centinaio di associazioni e organizzazioni a livello continentale, in Italia il comitato promotore è invece formato da: Fnsi (nella cui sede romana questa mattina è stata presentata l’iniziativa), Articolo 21, Alternative Europee, Libertà e Giustizia, Cgil, Arci, MOveOn Italia, Consiglio Italiano del Movimento Europeo, Cime, Libera Informazione, Caffè News, associazione daSud, Cittadinanzattiva, Società Pannunzio, Irpi, Confronti e Fcei. “Il nostro coordinamento è partito fortissimo – ha sottolineato il portavoce italiano dell’iniziativa Tana de Zulueta – in Europa la situazione dei media si sta deteriorando ed è resa più complicata dalla crisi economica. Il nostro Paese poi ha fatto scuola, abbiamo tutti i problemi che esistono”.
LE 4 RICHIESTE - Quattro le richieste portate avanti dal European Initiative For Media Pluralism: una legislazione efficace per evitare le concentrazioni della proprietà dei media e della pubblicità; garanzia di indipendenza degli organi di controllo rispetto al potere politico; definizione del conflitto di interessi per evitare che i magnati dei mezzi di informazione occupino alte cariche politiche e sistemi di monitoraggio europei chiari per verificare lo stato di salute e l’indipendenza dei media degli Stati Membri.
GLI ALTRI PAESI - Oltre all’Italia sono diversi i paesi con criticità, quelli border line sono l’Ungheria, la Bulgaria e la Romania anche se ultimamente anche in Gran Bretagna si sono registrati episodi poco chiari. Nei prossimi mesi poi il Comitato Promotore organizzerà una giornata europea di mobilitazione per la campagna che, per la prima volta, si potrà sottoscrivere anche su internet (www.mediainitiative.eu o per informazioni italia@mediaitiative.eu). “Siamo noi che lo chiediamo all’Europa questa volta – ha voluto precisare il portavoce europeo dell’iniziativa, Lorenzo Marsili – perché fino ad oggi le istituzioni continentali sono rimaste immobili”. Ora, per il pluralismo, non resta che firmare.