Diciassette giorni separano i cittadini dalle urne. E alle elezioni regionali si vota con le preferenze, si vota il singolo consigliere regionale. Ciascun cittadino deve scegliere un'offerta politica e deve individuare anche la persona che può garantire di più e meglio quell'offerta. Come scegliere tra centinaia di candidati? Un piccolo contributo di chiarezza vuole provare a offrirlo Paese Sera. In maniera molto semplice. Innanzitutto con la buona informazione che tenta di fare ogni giorno raccontando questa città, questo territorio e le sue trasformazioni. E con un nuovo strumento in più: una sorta di agenda elettorale, un'intervista uguale per tutti attraverso la quale offrire ai cittadini nuovi elementi di conoscenza sulle idee, le proposte dei candidati al consiglio regionale. Quattro domande che partono dalle grandi questioni che riguardano il nostro territorio, domande su temi di competenza della Regione. Le risposte di Fidel M-Banga Bauna, ex giornalista del Tg3 e candidato in Consiglio regionale nella lista civica di Storace.
Quale sarà l'agenda dei primi 100 giorni alla Regione?
Niente auto, niente casta, niente privilegi e nessuno traccia di corruzione, soprattutto la sanità. C’è un deficit da riassorbire in questo settore. Senza dimenticare gli investimenti per facilitare l’accesso al sistema sanitario per tutti i laziali.
Quali sono gli sprechi della sanità da tagliare? Quale modello per il futuro?
Gli sprechi di tagliare sono quelli lasciati dalla giunta Marrazzo, che la Polverini ha provato a tagliere. Dobbiamo trasformare la spesa in produttiva e utile. Partiremo da dove ci siamo fermati: da un disavanzo che era moderatamente contenuto e dagli ospedali aperti con gli stessi soldi che Marrazzo usava per chiudere.
Come intende affrontare il tema del radicamento delle mafie nel Lazio?
Vogliamo una regione responsabile, con presidi sul territorio. Non militarizzandolo, ma semplicemente facendo funzionare tutti gli strumenti di controllo e le amministrazione locali che hanno giurato di servire lo Stato.
Dall'uso delle terre pubbliche alla tutela dell'Agro romano. Quale idea di sviluppo?
L’agricoltura è un patrimonio e un bacino per la creazione di posti di lavoro: intanto dovremmo fare l’inventario di quanti ettari di terreno sono disponibili, per capire quanti sono compromessi con la cementificazione. Senza dimenticare i casali, che la sinistra ha venduto, per restituirli a chi ne è stato privato. La terra deve diventare una realtà produttiva. E i giovani trasformarsi in contadini.