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Waterfront Ostia, il Tavolo: “Con 40 €§i romani comprino i terreni”

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Stamattina nuova riunione del Tavolo partecipato del Waterfront, l’organismo nato nel municipio XIII per condividere con l’amministrazione capitolina l’importante progetto, che costerà diversi milioni di euro, di riqualificazione del lungomare di Ostia. Nel corso dell’incontro, che si è svolto nell’aula consiliare Massimo Di Somma, sono emerse delle significative considerazioni. E una proposta-shock: una provocazione lanciata da LabUr che chiede di coinvolgere i cittadini romani nell’acquisto dei terreni, dove il progetto dovrà realizzarsi a 40 euro a testa.

CALCOLI SBAGLIATI – Intanto dai lavori del Tavolo sarebbe emerso che nessuno conoscerebbe “il destino della spiaggia di Ostia, perché dei 90 ettari che vanno dal porto turistico di Roma alla Tenuta del Presidente della Repubblica l’amministrazione Alemanno non parla”. E nessuno, a quanto pare, saprebbe cos'è uno stabilimento balneare, visto che la proposta di delibera del Waterfront, la numero 26, li assimilerebbe  a ‘servizio pubblico di livello urbano’, mentre invece si è di fronte ad “attività turistiche”, aperte tutto l’anno, con un conseguente carico urbanistico superiore a quanto stimato dai tecnici del Campidoglio. Inoltre, non sarebbero stati considerati i parcheggi. Secondo le stime del comune di Roma, infatti, durante la stagione balneare occorrerebbe la disponibilità di 4.688 + 6.000 posti auto ma poiché un posto auto occupa 25 metri quadri, sempre facendo riferimento agli stessi calcoli, mancherebbero più di 27 ettari di parcheggio. Va da sé che i calcoli sarebbero sbagliati, frutto di una mancata conoscenza del territorio.  Sulla questione interviene Paula De Jesus, urbanista di LabUr, che siede al Tavolo partecipato.  “All'interno della sostenibilità urbanistica proposta dall'amministrazione, non viene tenuto in considerazione l'ambito della stazione di Ostia antica e di Stagni di Ostia (Comparti OA e SO) che però ne fanno parte”, spiega l’urbanista. “Il riferimento è solo alle tre zone censuarie dell’abitato di Ostia 13F, 13G e 13H, seppure l'area di Stagni sia ritenuta proprio dall'amministrazione ‘un contesto degradato dotato di servizi del tutto insufficienti a soddisfare il fabbisogno dei residenti’ e dunque, al suo interno manchino gli standard. Non solo. Nel calcolare gli attuali standard urbanistici mancanti a Ostia, l'amministrazione capitolina fa due assunzioni sbagliate: considera la popolazione iscritta all’anagrafe nel 2003, nonostante siano disponibili i dati sul sito del comune di Roma del censimento 2011; stima la consistenza edilizia dell’abitato di Ostia a circa 3.700.000 mq di superficie utile lorda, mentre dovrebbe essere aggiornata ad almeno 5 milioni”, precisa Paula De Jesus. L’ARCHITETTO – Anche l’architetto del Tavolo, Franco Pirrone, esprime non poche perplessità dall’esame degli standard elencati dal Comune. Tra queste, le prime riguarderebbero i dati per il verde che “non si capisce dove li abbiano ricavati considerati i numeri stratosferici che in realtà non sono aree verdi fruibili e attrezzate come verde pubblico (illuminazione, panchine, area giochi, alberature, manutenzione ordinaria)”. La mancanza di conoscenza raggiungerebbe tuttavia l’apice inserendo la Riserva. “Basti pensare che viene addirittura compresa la quota parte della Riserva naturale statale del litorale romano calcolata in 391.250 mq, quando invece si tratta di aree compromesse”, sottolinea l’architetto Pirrone. I GRATTACIELI – Un altro punto che è stato affrontato questa mattina riguarda i fantomatici grattacieli, fino ad oggi apparsi e scomparsi dal progetto. Ma che in realtà ci sarebbero. E sarebbero tre. Da costruirsi nell’area a ridosso della stazione della Roma-Lido di Castelfusano. Il più alto dovrebbe raggiungere i 107 metri. Durante l’incontro del 19 febbraio scorso tra gli aderenti al Tavolo e l’assessorato alle politiche urbanistiche del Comune di Roma, l’architetto Vittoria Crisostomi, dirigente del dipartimento programmazione e attuazione urbanistica, incaricata del progetto Litorale di Roma, e lo stesso assessore Marco Corsini, entrambi avevano dichiarato che i ‘famosi’ grattacieli erano stati bocciati dalla soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici. Anche questa dichiarazione sarebbe però tutta da verificare.  LA PROPOSTA – L’urbanista del LabUr è decisa a denunciare “i tecnici che hanno lavorato sulla proposta di delibera del Waterfront.  Li denunceremo agli organi competenti e agli albi professionali di appartenenza: oggi lanciamo una campagna, un ‘azionariato popolare’. Proponiamo, vista la valutazione delle aree a 100 milioni di euro, di chiedere ai romani di comprare con soli 40 euro a testa i terreni che ricadono nel piano. A questo punto, decideranno i cittadini cosa fare dei loro beni”.
STEFANO SALVEMME – Anche per il consigliere Stefano Salvemme, promotore del tavolo, che nei giorni scorsi ha rassegnato clamorosamente le proprie dimissioni dal Pdl passando al Gruppo misto per forti dissidi con la maggioranza, "parlare di Waterfront è tabù - ha detto esasperato dopo la bocciatura di un ordine del giorno in consiglio prodotto dal Tavolo - La delibera del consiglio comunale numero 57 del 2006 statuisce la progettazione partecipata, definendola un ulteriore livello di partecipazione. Questo processo può essere promosso su richiesta della giunta comunale, dell’assessore competente, del consiglio comunale, del presidente del municipio, del consiglio municipale, ed è obbligatorio nei casi in cui è espressamente richiesto da bandi o normative regionali, nazionali ed europee”, ha ricordato Salvemme, sottolineando che la “progettazione partecipata è raccomandata nei casi in cui la rilevanza e complessità dell’intervento consiglia un processo consensuale con gli attori del territorio: a questa normativa faremo riferimento per continuare la nostra battaglia di civiltà e di partecipazione per il bene del nostro territorio”. 

I PARTECIPANTI - Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i consiglieri Pd Antonio Caliendo e Paolo Orneli, il consigliere Udc Salvatore Colloca, il responsabile Cultura area metropolitana di Sinistra ecologia e libertà Leonardo Ragozzino e il capogruppo Pd nel VI municipio Gianluca Santilli. Quest’ultimo ha proposto al Tavolo partecipato di farsi itinerante nella città partendo proprio dal VI municipio, “perché stiamo parlando di un progetto che riguarda la Capitale e non un singolo quadrante della città”.


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