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Il Comune espelle due rom da 'Salone'§Ma il Tar sospende il provvedimento

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Erano stati allontanati dal campo nomadi di via di Salone, in seguito all'indagine dei vigili dello scorso 25 marzo. Ma G.R. e G.V., coppia di rom rumeni, hanno deciso di ricorrere al Tar per contestare la decisione del Campidoglio. Oggi il tribunale ha dato loro ragione, bocciando il Comune. "Inaccettabile il decreto di sospensiva del Tar del Lazio che ha di fatto delegittimato l'azione del Campidoglio nei confronti di due nomadi del campo rom di via di Salone che da controlli effettuati sono risultati possessori di conti correnti di migliaia di euro e quindi non idonei a restare nel campo per indigenti". Il sindaco e il vice sindaco di Roma Gianni Alemanno e Sveva Belviso hanno commentato così la notizia. La vicenda risale a quando un controllo della Polizia locale nei vari campi rom autorizzati della Capitale ha portato a scoprire come su 3500 persone 88 non avessero i requisiti di indigenza per poter rimanere all'interno dei campi. Di questi 88 una cinquantina erano possessori di conti correnti alle poste.

BELVISO - La decisione del Tar ha fatto infuriare il sindaco Alemanno e la sua vice Belviso. "Ci è stato chiesto di sospendere l'esecuzione del provvedimento fino al 24 aprile. Per noi è inaccettabile - commenta Belviso - Roma Capitale si è mossa con responsabilità. Non possiamo permetterci di accogliere queste persone nei campi nomadi. Non ne hanno il diritto. Noi andremo avanti nella nostra azione di procedere con l'espulsione dei non aventi diritto e ci difenderemo nelle sedi opportune con la nostra Avvocatura".

ALEMANNO - "Il nostro piano nomadi - si è lamentato Alemanno - è stato contrassegnato, in questi 4 anni, da sentenze e pronunce di tribunali che hanno ritardato l'attuazione del piano stesso e questo ultimo fatto è particolarmente grave perché si interviene a difesa di persone che non hanno nessun titolo e diritto a stare nel campo nomadi. Noi andremo avanti ma chiediamo più responsabilità da parte di chi ha il potere di decidere. Deve prevalere il principio di legalità a quello solidaristico. All'Avvocatura daremo il compito di resistere alla decisione del Tar relativa alla sospensiva. E' curioso inoltre che il ricorso sia stato presentato da Nicolò Paoletti chiamato da associazioni critiche nei confronti del piano. Singolare che sia sempre questo avvocato ad essere una specie di difensore civico della comunità nomade". Tra le motivazioni alla base della sospensiva del Tar il fatto che "sia stato violato il principio del giusto procedimento e quello della giusta istruttoria".


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