Gravissima la situazione dell’arsenico nelle acque potabili del Lazio e l’allarme lanciato oggi sul pane e sui prodotti alimentari dall'Iss, l'Istituto superiore di Sanità, con la collaborazione dell'Ordine dei medici.
LIVELLI DOPPI RISPETTO ALLA NORMA - Nell'organismo degli abitanti dei comuni del viterbese i livelli di arsenico registrati sono doppi rispetto alla normalità. In queste aree - in cui il problema dell'acqua contaminata è una vera e propria emergenza - nella popolazione, dai bambini fino agli anziani, la sostanza presente nelle unghie raggiunge, infatti, i 200 nanogrammi per grammo contro gli 82 nanogrammi normalmente registrati in altre aree. Elevata anche la presenza di arsenico nel pane, per la cui lavorazione e' indispensabile l'acqua. Un segno, comunque, che la catena alimentare e' coinvolta nella contaminazione. Sono i primi dati, in via di pubblicazione, di uno studio di monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità su Latina, Roma e Viterbo, che ha coinvolto gli Ordini dei medici delle tre province .
LO STUDIO - "L'esposizione all'arsenico, non riflette necessariamente un rischio", avverte Francesco Cubadda, ricercatore dell'Iss e coordinatore dello studio. "Abbiamo solo un'indicazione - continua - che l'esposizione all'arsenico inorganico e' piu' elevata, ma questo non vuol dire che ci siano pericoli di danni alla salute. Con questo studio abbiamo attivato il sistema per misurare l'esposizione, per fare in modo che eventuali rischi siano sotto controllo". In pratica la ricerca "ci da' i dati e le conoscenze indispensabili per poi mettere in campo misure di tutela adeguate", spiega Cubadda. Per intervenire "e' fondamentale - aggiunge l'esperto - sapere precisamente qual e' la reale esposizione. Con questa informazione e' possibile capire chiaramente quale siano i pericoli. Per quanto riguarda l'arsenico inorganico, infatti, con livelli di esposizione di questo tipo, superiori alla norma ma non estremi, non abbiamo certezze di effetti tossici. Uno dei passi successivi, quindi, e' avviare studi epidemiologici per valutare se, a questi livelli, ci sono effetti sulla salute. Ovviamente non bisogna attendere gli studi per capire che, comunque, l'esposizione va ridotta".
LE ANALISI - Per valutare la presenza di arsenico nell'organismo degli abitanti di Viterbo e dei 16 comuni interessati all'allarme acqua all'arsenico, sono state effettuate analisi, di unghie e urine, su 269 persone in buona salute di tutte le eta', a partire dai bambini di un anno fino ad anziani ultraottantenni. Ma sono diversi i campi su cui continua a lavorare l'Iss. Per avere un quadro completo, si dovranno anche "avviare studi sulla catena alimentare", aggiunge Cubadda che, mentre sono in corso di pubblicazione i dati sul biomonitoraggio, sta gia' lavorando al problema alimentare.
LA CATENA ALIMENTARE - "Ci sono gia' alcune evidenze che potrebbe esserci un'esposizione aumentata attraverso la catena alimentare. Abbiamo gia' raccolto campioni e li stiamo analizzando, per valutare questo eventuale passaggio. Se questo problema fosse confermato la questione si complicherebbe, perche' il problema non sarebbe solo l'acqua, ma anche la produzione primaria, dai vegetali alle carni". Gia' nel pane sono stati trovati livelli elevati di arsenico, questo perche' l'acqua e' un ingrediente importante del prodotto. Ma serve avere indicazioni complete. "Abbiamo realizzato uno studio, serio, con un livello di dettaglio elevato e vasto, che dara' origine a piu' pubblicazioni. Non ce ne sono di simili in Italia e sono pochi anche a livello internazionale. Non vogliamo trascurare nessun elemento di questo quadro che si sta componendo. Questa e' una garanzia per i cittadini ", conclude.
RISARCIMENTO DEI DANNI - “I rischi per la salute legati all’arsenico sono elevatissimi, al punto da portare oggi il Codacons a chiedere alle Asl territoriali di intervenire, disponendo la chiusura di quegli esercizi commerciali costretti ad utilizzare acque contaminate per la produzione di alimenti – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Ma le attività come panetterie, ristoranti, bar, pasticcerie, ecc. operanti nel Lazio non hanno alcuna colpa per la grave situazione determinatasi: per tale motivo abbiamo deciso di intervenire in loro soccorso, avviando una azione risarcitoria contro i Ministeri competenti e la Regione Lazio, volta a far ottenere ai gestori di esercizi commerciali adibiti alla produzione di beni alimentari che prevedono l’utilizzo di acqua, il risarcimento dei danni subiti, fino ad un massimo di un miolne di euro ad attività": Il Codacons, associazione capofila in Italia nella battaglia contro l’acqua all’arsenico, ricorda non solo di aver ottenuto già una importante vittoria in tribunale, con i giudici che hanno riconosciuto ai cittadini un risarcimento per essere stati costretti a bere acqua inquinata, ma che è già partita una azione collettiva in favore dei residenti dei comuni colpiti dal fenomeno, alla quale è ancora possibile aderire.
Tutte le famiglie e le attività commerciali del Lazio danneggiate dall’acqua all’arsenico possono chiedere il risarcimento danni seguendo le istruzioni riportate sul sito www.codacons.it
L'INCONTRO REGIONE - MINISTERO - "In merito alla questione della presenza di arsenico nelle acque della provincia di Viterbo e del territorio della Tuscia, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti ha sentito questa mattina il ministro della salute, Renato Balduzzi. Nel corso della telefonata è stato concordato un incontro che si svolgerà la prossima settimana tra rappresentanti della Regione Lazio, del Ministero e di tutti gli enti e delle istituzioni interessati dal problema per affrontare al più presto i temi ad esso collegati e individuare le soluzioni possibili". E' quanto si legge, in una nota, della Regione Lazio.
BALDUZZI: "AVVIEREMO MISURE IN TEMPI STRETTISSIMI“ - "Con il Presidente Nicola Zingaretti e con tutti gli enti locali interessati avvieremo in tempi strettissimi le misure urgenti per far fronte ai disagi della popolazione in seguito all’emergenza da tempo creatasi a causa delle alte concentrazioni d’arsenico nell’acqua nel Viterbese”. Lo dichiara il Ministro della Salute, prof. Renato Balduzzi. Il Ministro ha informato il presidente Zingaretti e insieme hanno concordato un incontro la prossima settimana: “Non possiamo più aspettare e finalmente dalla Regione c’è una risposta precisa alle numerose sollecitazioni che avevo già rivolto in passato alla Regione Lazio. Il Presidente Zingaretti ha risposto immediatamente questa mattina annunciando l’incontro di lavoro”.
Il Ministro Balduzzi il 4 gennaio aveva sollecitato l’ultima volta l’ex-presidente Polverini ad adottare misure urgenti e negli ultimi sei mesi dello scorso aveva più volte invitato la Regione ad occuparsi della vicenda con note scritte, che non avevano avuto una risposta pienamente rassicurante sulle iniziative da intraprendere.
Il Ministero della Salute ricorda che "i provvedimenti in deroga, chiesti e ottenuti dalla Regione Lazio dalla Commissione Europea per tramite del Ministero della Salute, prevedevano come parte integrante della richiesta un rigoroso cronoprogramma per il rientro delle acque nei parametri di conformità. L’8 febbraio a Bruxelles, presso la Commissione europea, si era svolta una riunione, presenti Ministero della Salute, Istituto Superiore di sanità e Regione Lazio, nella quale la Commissione europea, nel prendere atto delle azioni programmate dalla Regione per il rientro del valore di parametro dell’arsenico, ha proposto alla Regione un piano di assistenza, al quale la Regione aveva aderito. Ma ad oggi non risulta che tale piano sia stato formalizzato, nonostante vari solleciti alla Regione a fornire informazioni in merito". Il Ministro Balduzzi, dopo il colloquio con il presidente Zingaretti di questa mattina, “confida che adesso sia possibile affrontare con sollecitudine la questione e arrivare al più presto ad una positiva soluzione”.