Un confronto sui programmi, non un automatico passo indietro per convergere sul candidato democratico Ignazio Marino. È quello a cui punta Alessandro Bianchi, ex ministro e in corsa per il Campidoglio con la lista Progetto Roma, nella conferenza stampa di oggi nel suo ufficio di via Pompeo Magno. “Io faccio solo passi in avanti”, spiega. La convergenza sul nome dell’ex senatore del Pd potrebbe comunque arrivare nei prossimi giorni. “Vedremo – aggiunge – magari al ballottaggio”.
LE PRIORITA' - Il passaggio intermedio è un dialogo sull’agenda per la Capitale. Bianchi scrive a chiare lettere le sue priorità: dalla riforma della macchina amministrativa alla revisione della mobilità, dall’urbanistica al sostegno della ricerca, fino all’unificazione del centro con le periferie. La decisione di confrontarsi con Marino arriva subito dopo la vittoria dell'ex senatore alle primarie a sindaco del centrosinistra. Consultazione interna da cui l’ex ministro, iscritto al Partito democratico, si sfila per la mancanza di una visione globale schiacciata dal peso della guerra tra le correnti.
I CANDIDATI DI APPARATO - “La candidatura di Marino – aggiunge il Professore – rende più chiaro il quadro dei contendenti”. Il passo successivo è chiudere la pagina dell’amministrazione Alemanno, “proiettando i progetti fino al 2020”. La richiesta di dialogo arriva all’ex senatore “perché è una personalità che non è espressione dell’apparato dirigente del Pd”. Anche se tra i suoi sponsor c’è Goffredo Bettini. Il kingmaker dei democrat romani, per Bianchi, “oramai si auto-considera un’autorità morale. Con Marino c’è soprattutto l’ala Zingaretti”. Da questa alleanza interna vorrebbe ripartire anche Bianchi, che considera chiusa l’esperienza del modello Roma, proposta proprio da Bettini.
I NOMI PER LA GIUNTA - Il candidato di Progetto Roma promette di annunciare la sua giunta prima del voto del 26 e 27 maggio. “Nessun nome però – spiega – è ancora troppo presto. L’unica certezza è che per metà gli assessori saranno donne”. Mentre sulle periferie da collegare al centro città ha idee chiare, vicine a quelle dell’ingegnere Alfio Marchini, anche lui in campo per le amministrative. “Il modello delle centralità del 2008 – spiega Bianchi – è fallito perché porta solo alla costruzione di centri commerciali nei quartieri dormitorio, che restano tali per la mancanza dei servizi”.
I SERVIZI - La sua idea di città passa per migliori servizi. A partire dall’Atac. “La municipalizzata dei trasporti – continua – non può offrire un pessimo trasporto ed essere in perdita”. La colpa? “Del sindaco Alemanno che inquina la macchina con il clientelismo”. La soluzione? “Abbattere la corruzione”. Il Professore non crede tanto alle commissioni, “per risolvere il problema – afferma – c’è bisogno di partire dalla testa. Un primo cittadino non può circondarsi di personaggi come Manicini”, l’ex ad di Eur Spa arrestato per una presunta tangente. Eliminare queste pratiche “fa recuperare il 30 per cento delle risorse da impiegare per altri settori”.
TRA PROMESSE E IPOTESI DI CONVERGENZE - Tra le promesse, anche “l’azzeramento dei consigli di amministrazione delle società comunali, biglietti gratis di metrebus per disabili e anziani, case per studenti e giovani coppie che sono taglieggiati dai proprietari”. Per fare tutto questo c’è bisogno di soldi: “Batteremo i pugni sul tavolo nelle trattative con lo Stato, perché Roma non è come le altre città”. Idee messe sul tavolo, in attesa di un confronto che potrebbe portare alla convergenza sul nome di Marino. Magari prima del ballottaggio.