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Ottenere giustizia dopo uno stupro§Sesani racconta “Una vita violata”

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Ottenere giustizia dopo una violenza sessuale. Un percorso quasi mai breve. E certamente non facile. Nessun bisogno di citare un caso specifico: il film “Una vita violata”, prende spunto dalla società con cui ogni giorno le donne (e gli uomini) sono chiamate a confrontarsi. Dopo diversi anni di assenza, Riccardo Sesani, classe 1949, torna alla regia sotto una nuova veste: “Finalmente, con la maturità, sto riuscendo a dedicarmi a un cinema impegnato”, confessa. E in effetti dai tempi della commedia erotica stile “Buona come il pane” (con una giovanissima Carmen Russo) sembra passato un secolo. La sua nuova “musa” oggi è l’attrice di origini giapponesi Jun Ichikawa (“RIS”, “Incantesimo”, “Cento Vetrine” e “Provaci ancora Prof”), che per l’occasione interpreta il ruolo di una ragazza che sogna di entrare nel mondo del cinema ma viene violentata al termine di un provino.

LA STORIA– La vicenda ruota intorno alla figura del magistrato Marco Bracci (Marco Di Stefano). Dopo alcuni anni d’assenza, Bracci decide di tornare presso la Procura di Roma, che aveva abbandonato a seguito del tragico omicidio della moglie: stuprata e uccisa. Cruento e destabilizzante il tema della violenza sessuale ritorna però nella sua esistenza attraverso il volto e la storia di June Mancinelli (Jun Ichikawa). La ragazza, un’attrice emergente, si rivolge infatti a lui per ottenere giustizia dopo la violenza subita da un giovane e potente produttore cinematografico, Valerio De Stefanis (Edoardo Velo). Il magistrato sembra l’unico disposto a crederle: come avvenuto diversi anni prima con la moglie, anche in questo caso l’impianto accusatorio si regge su un’accusa precisa, ma difficile da dimostrare. Bracci si getta anima e corpo nella ricerca della verità, aiutato solo dall’amica giornalista Rossana (Nadia Bengala). L’indagine si trasforma ben presto in una pericolosa battaglia, dove il confine tra il personale e il professionale sparisce. Forte di un’improvvisa e travolgente passione per la giovane vittima, il magistrato riuscirà infine a far processare il noto produttore, con inaspettate conseguenze. 

LA SOCIETÀSOTTO ACCUSA –  “L’idea per questo film – spiega Sesani – è nata dal suggerimento di un amico, ex procuratore della Repubblica di Rimini. Da questo nucleo, ispirato all’attualità, ho poi ricavato la storia di ‘Una vita violata’, che ho deciso di ambientare nel mondo che più conosco: quello dello spettacolo”. Il risultato è un Legal Movie all’italiana, che rappresenta anche un duro atto d’accusa nei confronti di una giustizia troppo lunga. E di una “società ancora schiava del maschilismo che non di rado tenta di screditare il racconto della vittima, facendola passare come una persona psicologicamente instabile. O, peggio, come una che in qualche modo ‘se l’è cercata’”.

UNA PRODUZIONE INDIPENDENTE– Nonostante il tema, tragicamente d’attualità, il film è frutto di “una produzione completamente indipendente”: “Ho dovuto impegnarmi in prima persona per finanziare le riprese”, sottolinea Sesani. Dopo qualche anno “di stallo”, “Una vita violata” ha trovato finalmente un distributore: la Mediterranea Productions di Angelo Bassi. La presentazione ufficiale è fissata per il 26 aprile presso il FilmStudio di Roma. A seguire la pellicola parteciperà al Foggia Film Festival.


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