Doveva essere il giorno del responso delle primarie di Fratelli d’Italia. Ma la conferenza stampa salta. La versione ufficiale parla della manifestazione a Montecitorio, per dire “no” all’ex premier Prodi come Capo dello Stato. Quella ufficiosa di un testa a testa tra il sindaco Alemanno e Giorgia Meloni. FdI fiuta l’opportunità e gioca al rialzo. L’obiettivo è passare all’incasso, in nome del sostegno ad Alemanno alle elezioni di maggio, con le candidature alle presidenze dei Municipi e prenotando i posti in un’eventuale futura giunta. Costa cara al sindaco uscente la convergenza del neo-partito del centrodestra. Che tiene nascosti i risultati della base per mettere sotto pressione il candidato del Pdl.
ALEMANNO DIETRO MARINO - Nel giorno in cui si aspettano anche i risultati dello studio di Alessandra Ghisleri, sondaggista preferita da Silvio Berlusconi, Alemanno subisce l’attacco dei numeri, che lo vedono inseguire l’uomo del centrosinistra, Ignazio Marino. Ma soprattutto deve registrare la tattica di Fratelli d’Italia che si gioca le sue carte per non restare fuori dalla stanza dei bottoni del Campidoglio. Nella corsa per tentare il bis a palazzo Senatorio, il primo cittadino ha scelto come suo vice Luciano Ciocchetti. L’ex vicegovernatore del Lazio, in uscita dall’Udc, secondo i calcoli di Alemanno dovrebbe recuperare i voti che sono confluiti sull’imprenditore Alfio Marchini.
TRA RAMPELLI, MELONI E ALEMANNO - Scelta condivisa nel suo partito, il Pdl, ma che fa giocare al rialzo Fabio Rampelli. Il deputato co-fondatore di FdI non vuole rischiare di trovarsi senza i suoi nei ruoli di comando. E parte la strategia delle carte nascoste, quelle sul risultato delle primarie. Gli elettori avrebbero premiato la Meloni, staccata di un soffio da Alemanno. Che prima di ricevere l’investitura di Fratelli d’Italia deve dare garanzie. L’assist a questa tattica la offre l’elezione del presidente della Repubblica. Il no a Prodi è la ragion di stato che fa saltare la conferenza stampa. Che “però – sussurrano in molti – poteva essere convocata in mattinata, non in concomitanza con il presidio a Montecitorio. Di questi appuntamenti sapevamo da ieri”.
LA STRATEGIA DI RAMPELLI - La strategia di Rampelli è chiara. La rinuncia alla poltrona di vice sindaco per Fratelli d’Italia, per lui, vale almeno due assessorati: il primo è la conferma di Fabrizio Ghera ai Lavori pubblici; il secondo quello alla Scuole e formazione scippato a Laura Marsilio, sorella del dirigente di FdI Marco, nel rimpasto voluto da Alemanno due anni fa. Non solo assessori però. Le garanzie chieste dal leader della corrente de I Gabbiani riguardano anche le candidature per le presidenze dei Municipi.
I NOMI AI MUNICIPI - L’obiettivo è mettere fine al braccio di ferro nel centro storico. Dove prima si registra l'auto-candidatura di Maurizio Forliti (Pdl), poi Rampelli cala il consigliere municipale Stefano Tozzi per Fratelli d'Italia. Il rischio è che tra i due potrebbe spuntarla un altro pidiellino, il consigliere in Campidoglio Francesco De Micheli. Possibilità che Fratelli d’Italia vuole però abortire. Per la quarta circoscrizione è pronto l'ex capogruppo municipale Gianni Ottaviani, suggerito dall'assessore comunale Ghera. Tutto seguendo la logica della spartizione, in cambio di una convergenza. Nel nome del manuale Cencelli.