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Alessio Dari in arte Artù§"Cantautori si nasce"

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Alessio Dari si definisce "cantautore romano". Chitarra classica, elettrica, voce e batteria, un sound accattivante e un po’ rude, un uso eccentrico della rima, e moltissima ironia. Ha iniziato a scrivere all’età di 14 anni. Un giorno la sua scrittura piena di immaginazione ha incontrato la musica e in quel momento è nato Artù.

Me lo racconti? Come e perché hai deciso di diventare un musicista?

Non mi reputo un musicista. Strimpello la chitarra ma questo mi basta per "buttare fuori" tutto quello che ho dentro. Non è stata una mia scelta fare il cantautore. Puoi scegliere di fare il meccanico, l'avvocato, il politico, il prete ma non il cantautore. O ci nasci o non lo diventerai mai.

E perché hai scelto Artù come nome d'arte?

Ho scelto questo nome perché inizialmente pensavo di avere una voce pessima e non volevo fare brutte figure. Ho pensato: vabbe' alla fine sul palco ci va Artù. Mi ha aiutato molto soprattutto i primi periodi era un modo per "nascondermi" e dare la colpa semmai a lui. Adesso invece è diventato un amico scomodo con cui litigo spesso. Non so mai dove finisco io e inizia lui.

Un po' filastrocche, un po' rock, le tue rime fanno pensare a Rino Gaetano. Mi racconti le tue fonti e i tuoi ascolti?
 
Sicuramente Rino Gaetano è stato un artista che ho ascoltato molto. Ma ho ascoltato molto anche De Andrè, Capossela, Tenco, Vasco, De Gregori, Battisti, Ivan Graziani… diciamo tutto il classico del cantautorato italiano. Evidentemente Gaetano è quello che mi ha influenzato di più. Ma soprattutto nel modo di scrivere.

All’Etruria Eco Festival hai aperto lo show di Ascanio Celestini. C'è una qualche somiglianza tra il tuo cantautorato e il suo tipo di affabulazione?

A tutti e due piace dire le cose in faccia. Ma soprattutto siamo liberi! Perché quando dici cose apparentemente senza senso puoi dire quello che vuoi

Artù, il tuo album d'esordio, sembra il coronamento di una vita di scritture. Cosa puoi dirmi del suo making of?

Tutte le canzoni di questo disco sono state scritte pensando che nessuno mai le avrebbe ascoltate e quindi non mi sono preoccupato molto della forma e neanche se qualche testo era troppo diretto. Le ho scritte per me nei momenti di solitudine e quando si è soli la notte diventa poesia. Ma solo per chi ci crede!


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