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Riforma consultori, Tarzia ci riprova§Sponda a 'sinistra', firma pure Mitolo

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È stata una delle protagoniste, sconfitta dai movimenti, della scorsa legislatura regionale. Ma lei non demorde. E ci riprova, con vecchie idee e nuovi alleati anche insospettabili anche nel centrosinistra: Olimpia Tarzia, eletta nella lista Storace, ripresenta infatti la sua proposta di legge per la “Riforma e riqualificazione dei consultori familiari” (la n.4 dell'8 aprile 2013). E lo fa puntando ancora una volta a cambiare il volto delle strutture perché diventino luoghi per la tutela della famiglia tradizionale, “stracciando con il fondamentalismo il diritto all'autodeterminazione delle donne” commenta seccata Francesca Koch, presidente della Casa internazionale delle donne.

UN DUELLO CHE SI RINNOVA - Rischia di riaprirsi così il duello tra la consigliera regionale e il movimento delle donne della città e della regione. E visto che Olimpia Tarzia ha capito con l'esperienza che non sarà facile è subito andata alla ricerca di alleati importanti. In calce al testo della proposta di legge ci sono alcune firme pesanti, quelle di tutti i big dell'opposizione in consiglio regionale: da Francesco Storace a Pietro Sbardella (capogruppo di Scelta civica), dal capogruppo Pdl Luca Gramazio all'ex assessore comunale Fabio De Lillo, anche lui del Pdl. Un'unità che dimostra il fatto che la battaglia condotta nella passata legislatura non era un capriccio di qualcuno, ma una posizione politica chiara.

LA FIRMA DI MITOLO (LISTINO ZINGARETTI) - C'è anche un'altra firma pesante, tutt'altro che scontata perché proveniente dal centrosinistra: è quella del consigliere regionale Daniele Mitolo, reatino del Pd eletto nel listino del presidente Nicola Zingaretti e oggi membro del gruppo regionale “Per il Lazio”. Una posizione che desta sconcerto tra le donne romane. Come sostiene Francesca Koch: “Devo pensare che ha sottoscritto quella proposta senza avere letto il testo – commenta sarcastica – l'altra volta di maschi disattenti in consiglio ce ne sono stati 7 o 8, questa volta ce n'è almeno uno di troppo”. Daniele Mitolo spiega così a Paese Sera la sua firma: “Mi è stato chiesto di sostenere questo progetto il primo giorno della consiliatura – racconta – e non ero a conoscenza di altre proposte di maggioranza né del progetto di riordino generale del settore”. Poi aggiunge: “Da cattolico comunque la proposta non mi era sembrata malvagia”. E precisa: “Ma ci tengo a dire – sottolinea – che non sono settario e non penso che si debbano imporre le proprie idee e che tutte le idee vanno rispettate”. Anche quelle donne. “Ho saputo solo successivamente – chiarisce - che c'erano state le battaglie nella scorsa legislatura anche perché la sanità e i servizi sociali non sono settori di cui mi sono occupato in passato – chiarisce – e solo dopo ho saputo che ci sono ulteriori e più ampie proposte”. Per questa ragione non annuncia ancora il ritiro della sua firma, ma ammette che “la mia posizione, alla luce delle nuove informazioni, potrà certo essere rivista”.

IL CORPO DELLA LEGGE – Una necessità per le donne che appena un anno fa hanno raccolto quasi centomila firme contro il progetto di Olimpia Tarzia e lo hanno contrastato in ogni modo, nelle piazze e dentro le istituzioni. C'è scritto nella relazione introduttiva: “La proposta di legge regionale ridefinisce il ruolo dei consultori familiari non più strutture prioritariamente deputate a fornire, in modo asettico, una serie di servizi sanitari o para-sanitari per le famiglie, bensì istituzioni vocate a sostenere e promuovere la famiglia e i valori etici di cui essa è portatrice e che trovano solenne riconoscimento nella Carta costituzionale e nella legge regionale 32/01 del Lazio”. Una legge in 29 articoli che fissa importanti principi, in particolare in ordine “alla tutela della vita e del figlio concepito, già considerato membro della famiglia, ai quali l'azione dei consultori è chiamata a conformarsi”. E quindi la nuova legge “persegue l'obiettivo di fare delle strutture consolturiali il punto di riferimento nell'azione di promozione dei servizi alla famiglia”. Una giravolta rispetto alla situazione attuale. Tanto che all'articolo 28 si prevede l'abrogazione della precedente legge sui consultori, la 15 del 1976, che invece è al centro della battaglia del movimento femminista da 35 anni e più perché mai attuata.

I CONSULTORI CHE MANCANO E UN QUADRO PREOCCUPANTE - “Sarebbe ora che tutti i consiglieri, uomini e donne, capissero che la lotta alla vuolenza, il welfare e il diritto all'autodeterminazione devono essere la priorità – sottolinea Francesca Koch – il presidente Zingaretti in campagna elettorale s'è impegnato a dare piena applicazione alla legge sui consultori del 1976, che prevede tra l'altro una struttura ogni 20mila abitanti. Direi – sentenzia - che ne mancano un centinaio”. Non è il momento dell'allarme per la presidente della Cid, perché il fatto che “sia all'opposizione impedisce al fanatismo della consigliera Tarsia di nuocere alle donne del Lazio”, tuttavia “mi auguro che il consigliere Mitolo ritiri immediatamente la sua firma a quella proposta di legge per rimediare a un fatto grave”. In ogni caso, assicura, “vigileremo perché tutto vada nella direzione giusta, ma abbiamo fiducia nella Regione”. C'è tuttavia un motivo di preoccupazione per Francesca Koch: “La nomina di Beatrice Lorenzin a ministro della Sanità e di Micaela Biancofiore a sottosegretario alle Pari opportunità destano un certo timore: creano un quadro lontano dai diritti, sono incarichi che rappresentano uno schiaffo alle donne. Ci dimostrino, con i fatti, che ci stiamo sbagliando”. Nel frattempo, “noi come sempre non abbassiamo la guardia”.


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