Black out in sesto municipio, i servizi sociali chiudono. Contro le politiche di austerity del comune di Roma, che imporranno un taglio del 30% ai servizi erogati ai cittadini del VI municipio (ex VIII), le operatrici e gli operatori che garantiscono i servizi sociali da ieri sono entrati in stato di agitazione, annunciando la sospensione di ogni servizio dalle 8 alle 10 di mattina fino al prossimo 10 maggio.
I TAGLI - Già dal primo maggio hanno cessato di funzionare servizi di primaria importanza come il trasporto a chiamata per anziani e diversamente abili, il servizio di teleassistenza per anziani (ProntoSi) e il servizio di assistenza per minori (progetto don Bosco), mentre sono terminati i finanziamenti per i contributi rivolti ai malati di Hiv e alla dispersione scolastica. Dal prossimo 14 maggio, inoltre, a 7 assistenti sociali a contratto determinato non verrà rinnovato il contatto. “A questi – spiega Armando Morgia, Rsu della Cgil - andranno ad aggiungersi altre 7 operatori nel primo semestre del 2014. In poco tempo nel municipio si passerà da 25 a 11 assistenti sociali con gravi conseguenze per i cittadini in difficoltà”.
I NUMERI DEL MUNICIPIO - Una popolazione di oltre 260 mila abitanti, caratterizzata da vere e proprie “zone d'emergenza” come Ponte di Nona e Tor bella Monaca. Ad oggi il servizio offerto riesce solo in parte a soddisfare la domanda che, in un municipio segnato dal più alto indice di crescita demografica e dal più basso indice di indipendenza economica, si fa sempre più elevata. Sono più di 400 , infatti, gli anziani in lista di attesa, 250 i diversamente abili e 50 i minori che non riescono a usufruire dei servizi. “Ogni assistente sociale – continua Morgia - segue personalmente da 120 a 300 casi. E se la percentuale del rapporto fra operatori e utenti dovrebbe essere di 1 a 5000, dal 14 maggio nel municipio sarà di uno a 14000”.
IL SILENZIO DEL COMUNE - La protesta per ora procede a oltranza. I sindacati chiedono il reintegro del personale o il rinnovo dei progetti in scadenza, ma fino ad ora né il vicesindaco Sveva Belviso, né l'assessore Cavallari hanno fornito alcuna risposta. Anche il municipio sembra essere disinteressato dalla questione. Solo i vigili Urbani hanno avvicinato i lavoratori, chiedendo, senza fortuna, di rimuovere gli striscioni appesi al di fuori del municipio. I tagli a ridosso delle elezioni non sono certo un bel biglietto da visita per l'ammnistrazione uscente.
LE REAZIONI – “Gli assessori Belviso e Cavallari ascoltino le richieste degli operatori sociali e garantiscano il reintegro del personale e il rinnovo deI progetto in scadenza” dice Gianluca Peciola, candidato Sel al consiglio comunale. “Quello che sta succedendo a Tor Bella Monaca è il risultato di anni di cattiva amministrazione e di scarsa attenzione per le periferie romane – continua - in territori come Tor Bella Monaca, in cui il disagio sociale è più forte, bisogna potenziare la diffusione di servizi alla persona, con particolare riferimento ai giovani. Gli operatori sociali devono potersi trovare nelle migliori condizioni per poter prestare la loro attività”. "Per il nostro municipio si è parlato troppo di Master plan e troppo poco di politiche Sociali che sono l'unica necessaria "riqualificazione" per la periferia – dichiara Giorgio Maria Stirparo, candidato consigliere municipale nella lista Sel –, quello che sta succedendo non stupisce perché è il frutto della logica emergenziale con cui si è lavorato in questi anni. La nuova amministrazione dovrà investire sulle cooperative sociali che possono dare lavoro ai giovani disoccupati, e sulle associazioni di volontariato che rispondono a circa il 70% dei bisogni del nostro territorio". Solidarietà ai lavoratori anche dal candidato municipale David Nicodemi (Lista Cvica per Marino) secondo cui il black out del sociale era annunciato: "Basta dare un’occhiata al bilancio previsionale di Roma Capitale - spiega - taglio di 370mila euro per l’assistenza domiciliare ai disabili e di 487mila Euro per quella nelle scuole. Sforbiciate anche le risorse destinate all’assistenza alle famiglie e quelle per gli anziani, senza considerare che per la cultura sono stati destinati zero euro per il 2013 e il 2014".