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Regionali, il Pdl cerca il suo candidato§Il totonomi per la Pisana

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Manca solo il decreto ufficiale, ma sembra tutto pronto per votare alla Regione Lazio il 10 e 11 febbraio 2013. Così in attesa della comunicazione dell’ex governatrice Renata Polverini, riparte il totonomi per la Pisana. Il centrosinistra non ha dubbi: il cavallo su cui puntare resta il presidente della Provincia Nicola Zingaretti. Dall’altra parte della barricata si cerca invece il nome giusto, dopo l’archiviazione delle primarie del Popolo della libertà. In attesa di capire con chi sceglierà di ballare l’Udc. Che proprio ieri ha deciso di abbandonare la giunta dell’ex presidente, con le dimissioni di Aldo Forte e Luciano Ciocchetti, rispettivamente assessore alle Politiche sociali e all’Urbanistica.

NIENTE PRIMARIE PER IL PDL - Le urne aperte il 10 febbraio mettono la parola fine sulle primarie del Popolo della Libertà, che è alla disperata ricerca di un nome da contrapporre a Zingaretti. Dirottato in tutta fretta dalla corsa del Campidoglio a quella per la Pisana subito dopo lo scioglimento dell’assemblea regionale il 28 settembre scorso. Le ipotesi sono diverse: c’è chi nel Pdl vuole un esponente della società civile e chi invece punta su un uomo della politica. Per combattere l’emorragia di consensi di un partito sempre più balcanizzato. Caduto nel vuoto l’appello alla partecipazione da parte del sindaco Alemanno, che sognava primarie accorpate il 16 dicembre, si studia la rosa di nomi.

TRA AUGELLO E NITTO PALMA SPUNTA LA MELONI - Nel toto-candidati entra l’eurodeputata Roberta Angelilli, ex An e in quota al senatore Andrea Augello, per rappresentare la corrente dei Capitani coraggiosi. Ma c’è chi è pronto a scommettere che possa scendere in campo lo stesso Augello. O il suo amico-nemico Fabio Rampelli, deputato e leader dei Gabbiani. Ma ci crede anche il vicesindaco Sveva Belviso o l’ex ministro della Giustizia dell’ultimo governo Berlusconi: Francesco Nitto Palma. Che il coordinatore Pdl e signore delle tessere, Gianni Sammarco, definisce “una candidatura di altissimo livello”. Ma le primarie sfumate, anche sul nazionale, potrebbero rimettere in gioco l’ex titolare del dicastero della Gioventù, Giorgia Meloni, vicina ai rampelliani.

I MAGISTRATI IN POLE POSITION - Dalla società civile emergono diversi profili. In corsa ci sono i magistrati Stefano Amore e Simonetta Matone e l’ex generale dei carabinieri Luciano Garofano. Sfuma invece l’ipotesi Gianni Petrucci. Il presidente del Coni ammette di essere stato contattato nei giorni scorsi, ma ha preferito declinare l’invito. Ancora più a destra scalpita l’ex governatore Francesco Storace, che accarezza il sogno di tornare alla Pisana dopo l’esperienza vissuta tra il 2000 e il 2005.

LA DIREZIONE DEI CENTRISTI - Resta da capire la direzione che prenderanno i centristi. Il riferimento non è solo all’Udc e alla sua lista per l’Italia, ma anche al manifesto della Terza Repubblica di Montezemolo e del ministro Riccardi, cui il partito di Casini guarda con interesse. I protagonisti di quest’asse, in puro stile democristiano, non si espongono. E continuano a rinviare la scelta dei nomi e a parlare di programmi e contenuti. Ma dal vertice di venerdì tra Casini, il segretario Cesa e il commissario Saccone, in cui si è deciso l’uscita degli assessori Ciocchetti e Forte dalla giunta regionale, esce un comunicato che lascia spazio alle più diverse interpretazioni. Dirigenti locali e nazionali sono convinti che serva un cambio di rotta, “un atto di discontinuità”. Che per qualcuno significa che l’Unione di centro, stavolta, potrebbe guardare a sinistra. “Non so se ci avvicineremo a Zingaretti”, afferma Saccone. Ma le elezioni si vincono con i nomi giusti. E le alleanze.


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