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Regionali, l'opposizione: "Occupazione ad oltranza"§Domani sit-in a S. Apostoli e incontro Polverini-Cancellieri

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Una conferenza stampa che si trasforma in occupazione della sede della giunta regionale. Con i consiglieri dell’opposizione (ad eccezione dei Radicali) che, da stamane e da dietro le “sbarre” del cancello d’ingresso del palazzo sulla Colombo, rilanciano l’appello per “elezioni subito”. Secondo l’opposizione Polverini “ritarda a indire la data del voto per interessi personali, impegnandosi solo per riorganizzare il centrodestra in funzione del suo futuro politico”. Venti manifestanti e un unico slogan: “Te ne vai o no”. Perché l’atteggiamento dell’ex presidente si trasforma in “un golpe per la democrazia” come lo ha ribattezzato il capogruppo di Sel Luigi Nieri.

“RESTEREMO QUI AD OLTRANZA” - La giornata si sarebbe dovuta aprire con un incontro con la stampa per ribadire la necessità di aprire le urne al più presto. Ma la conferenza “non s’ha da fare”. “Nella casa dei cittadini – afferma Esterino Montino, guida democratica alla Pisana – non hanno consentito ai giornalisti di entrare con noi. Per questo siamo stati costretti ad occupare”. Una protesta che può finire solo se Polverini decide di rompere “questo imbarazzante silenzio, convocando le elezioni entro dicembre. Altrimenti – aggiunge Montino – resteremo qui a oltranza”. Perché il partito democratico non si accontenta di una data qualunque. La preoccupazione degli esponenti Pd è che dopo un mese di tira e molla si rischi di andare a votare dopo la Regione Lombardia. Per il democratico Enzo Foschi, “non c’è nessun impedimento che blocca questa decisione, soprattutto dopo le dichiarazioni del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri”. L’obiettivo è quello di “restituire la libertà ai cittadini – urla Foschi dal megafono – e di mandare a casa una classe dirigente corrotta”.  

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E C’E’ CHI SE LA PRENDE CON IL GOVERNO - Non manca chi se la prende anche con il governo. Le critiche arrivano da  Nieri, che accusa il Viminale di spendersi “in incontri generici senza dire parole chiare su quando aprire i seggi”. Ivano Peduzzi, numero uno dei consiglieri Fds, in una mano ha l’immancabile sigaretta, nell’altra un cartello che recita. “Polverini dimissionata, elezioni subito”. “Staremo barricati qui a oltranza  – spiega Peduzzi, da dietro le sbarre – per fare pressione e avere parole chiare su una decisione che non può più essere rimandata”. Scelta dettata anche dalla necessità di evitare che un’istituzione ferma, continua a bruciare, per altri sette mesi in caso di election day in primavera, milioni per gli stipendi dei 70 eletti. “Chiediamo di votare – continua il capogruppo – per garantire il diritto allo studio, alla casa e alla salute, proprio come indica quel cartello” e indica il manifesto che Fabio Alberti, portavoce romano della Federazione della sinistra, sta attaccando in quel momento sul cancello d’ingresso del palazzo sulla Colombo.  

I 42 MILIONI CHE POLVERINI NON VUOLE MOLLARE - “Saremo qui fino a quando non avremo risposte”, dice Annamaria Tedeschi, neo capogruppo Idv dopo le dimissioni di Vincenzo Maruccio, finito nell’inchiesta sui fondi ai gruppi regionali.  “La Regione è già stata bloccata per due anni e mezzo per mancanza di politica di sviluppo. Proseguire questa agonia per fare solo delle nomine e dei bandi è intollerabile”. Nel mirino ci sono i 42 milioni che la giunta è pronta ad erogare in queste settimane per gli eventi culturali, le manifestazione storiche e quelle sulla valorizzazione del patrimonio audiovisivo. Scelte che per l’opposizione hanno il sapore di una propaganda pre elettorale. Senza dimenticare gli incarichi dirigenziali distribuiti nelle società partecipate. Con il paradosso che a scegliere i dirigenti è Raffaele Marra, direttore dell’Organizzazione personale e demanio patrimonio”, la cui nomina, sottolineano i democratici, è stata annullata due volte dal Tar. Mentre per Giulia Rodano, consigliere Idv, definisce le elezioni “un atto dovuto verso i cittadini del Lazio, le imprese, i servizi pubblici che dipendono dalla Regione.

ZINGARETTI - Duro il commento di Nicola Zingaretti. Il presidente della Provincia e candidato Pd alla Pisana parla di “sequestro di un’istituzione pubblica per scopi di parte, continuando con le nomine e la gestione degli appalti”. Un atteggiamento che preoccupa l’inquilino di palazzo Valentini e che potrebbe aumentare il distacco tra cittadini e politica. "La scusa di attendere per riformare è una balla clamorosa, un imbroglio fatto da chi, negli ultimi due anni e mezzo, non ha fatto nulla per cambiare - dice Zingaretti - in questo momento di crisi economica e di lavoro avremmo bisogno di un'istituzione nel pieno delle sue funzio

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ni come anche la vicenda degli esuberi Alitalia di queste ore dimostra in modo lampante e clamoroso".

GASBARRA -  "E' il momento di imboccare la strada del rispetto delle istituzioni. Bisogna ridare al Lazio la dignità che merita ed andare al voto" ha detto il segretario regionale Pd Enrico Gasbarra, arrivando nella sede della giunta regionale di via Colombo. "L'opposizione - ha aggiunto Gasbarra - rivendica un diritto sacrosanto che dovrebbe essere patrimonio di tutte le forse politiche in quanto sancito dalla Costituzione: la sovranità del popolo".

POLVERINI-CANCELLIERI, DOMANI NUOVO INCONTRO - L’ex governatrice per ora non rilascia dichiarazioni ufficiali. Ma secondo l’agenzia di stampa Omniroma, Polverini, parlando con i suoi avrebbe bollato l’occupazione come un atto per mantenere i privilegi. Per l’ex presidente l’atteggiamento del centrosinistra sarebbe dettato dalla volontà di mantenere 70 consiglieri e il listino bloccato alle elezioni, “aggirando gli impegni presi con il governo sul taglio ai costi della politica”. E poi sottolinea come il Pd non abbia vigilato e non si sia opposto alla ripartizione delle risorse assegnate al consiglio regionale. Su Idv, Polverini si mostra caustica, ricordando che il partito deve gestire in casa sua un altro caso Fiorito (l’ex capogruppo Pdl in carcere per peculato). Una svolta potrebbe arrivare dall’incontro che l’ex governatrice avrà domani con il ministro dell’Interno. I consiglieri aspetteranno rinchiusi nelle aule del palazzo sulla Colombo, mentre Pd e Sel, con il supporto della Cgil, saranno in piazza Santi Apostoli per chiedere un intervento del prefetto.


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