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Alitalia, nuovo piano industriale§settecento lavoratori a casa

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Alitalia sempre più in crisi. Così come previsto, il nuovo piano industriale che la compagnia di bandiera ha presentato oggi prevede ulteriori ridimensionamenti del personale. Stavolta i tagli colpiranno soprattutto gli impiegati addetti ai settori commerciale, elaborazione dati e amministrazione, le cui attività potrebbero subire anche una parziale esternalizzazione. Incombe inoltre il rischio di un ulteriore ridimensionamento delle aree di manutenzione, già ridotte a vantaggio delle officine del socio forte, Air France. Il personale Alitalia-Cai, apprendendo delle decisioni dell’azienda, ha già indetto uno sciopero per il 26 ottobre prossimo.

GLI ESUBERI  - La lunghissima vertenza che vede al centro Alitalia si arricchisce di nuove, drammatiche pagine. Da venerdì 12 ottobre è finita la cassa integrazione per i 4.200 ex dipendenti della “vecchia” aviolinea, per i quali si è aperta la mobilità, anticamera del licenziamento. A questa situazione si aggiunge oggi la notizia di altri esuberi che si aggiungono ai 700 del marzo scorso. Esuberi che significano precarietà, incertezza, perdita della dignità lavorativa. L’Anelta, associazione nazionale ex lavoratori del trasporto aereo, che venerdì scorso ha manifestato contro la mobilità degli ormai ex cassaintegrati davanti al ministero del lavoro, ancora non si è espressa. 

SUBITO UN TAVOLO – Commentando la presentazione, Angelo Bonelli, presidente del Verdi, ha osservato che “non vorremmo che ad Alitalia si consentisse di fare coma alla Fiat che sceglie con quali sindacati trattare e quali escludere visto che in gioco c’è il futuro di tutti i lavoratori della compagnia aerea italiana”. Gli ambientalisti chiedono che sia immediatamente convocato un tavolo con tutte le organizzazioni sindacali perché, da quello che risulterebbe, alla riunione di oggi sarebbero state escluse la Usb e altre sigle sindacali.

LA SITUAZIONE – Le forze politiche, i sindacati e i lavoratori chiedono che si faccia piena luce su quello che sta accadendo ad Alitalia-Cai, che continua a tagliare nonostante abbia goduto di condizioni di estremo favore. Nel 2008 ci sono stati 12.500 esuberi; nel 2011 i dipendenti messi in cassa integrazione sono stati 800, oggi altri 700 lavoratori. “Qual è la situazione”, si chiede il leader dei Verdi. “Tutto questo, nonostante il fatto che, come noto, la Newco Alitalia partiva senza il fardello di debiti della veccia compagnia e con condizioni di indubbio favore”.

CRISTIAN TERREVOLI – “Per valutare la situazione mi sono riservato 24 ore”, dichiara Cristian Terrevoli, leader del Movimento progetto tricolore ed ex responsabile della consulta del trasporto aereo. “Intendo ascoltare i dirigenti sindacali e cosa pensano di questo piano che taglia il 70% degli impiegati su Roma. All’esame il futuro di Alitalia, dove si prefigurano esternalizzazioni ed esuberi. I conti in rosso, oltre al paradosso che si continui a parlare di raddoppio dell’aeroporto quando dall’altra il comparto aeroportuale è in una fortissima crisi occupazionale”, spiega Cristian Terrevoli.

BOMBA SOCIALE -  Per Enrico Gasbarra, segretario del Pd del Lazio, il nuovo piano industriale basato su 700 dipendenti in esubero è una nuova “bomba sociale ed economica che deve essere affrontata con urgenza dal governo Monti”. Gasbarra, a nome del Partito democratico, sollecita i ministri del welfare Elsa Fornero e dei trasporti, Corrado Passera, a “mettere in campo ogni strumento che rilanci gli investimenti della principale compagnia aerea italiana che non può scaricare sui dipendenti errori che hanno radici nel 2008 e che ora purtroppo tagliano le ali alla ripresa dello sviluppo e dell’occupazione”.


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