Dopo Parigi e Berlino, Roma è stata la capitale prescelta per parlare di plurilinguismo europeo. Alla Sapienza tre giornate di tavole rotonde, conferenze e dibattiti tra linguisti, traduttori, insegnanti e studenti. Il rettore Luigi Frati ha inaugurato il convegno sulle nuove sfide per l’Unione europea, come quella di tutelare i diritti linguistici di tutti gli eurocittadini, e delle pari opportunità nelle aspirazioni professionali, con l’esigenza di comunicare al suo interno e con il resto del mondo.
Sul campo, studiosi ed esperti delle istituzioni europee, come l’Accademia della crusca, l’Accademia di Francia, la Divisione generale della traduzione, l’Osservatorio Europeo per il plurilinguismo, l’Associazione Eurolinguistica, l’Association Internationale des Interprètes de Conférence (aiic) e docenti delle principali università europee, tra i quali quelli del gruppo di ricerca sulle Lingue per le Politiche Pubbliche coordinato dalla sottoscritta.
All’inaugurazione ha preso parte anche il prof Aurelio Misiti che ha elogiato l’iniziativa e ha ringraziato i promotori della manifestazione: Cristian Tremblay Président de l’Observatoire Européen du Plurilinguisme e Giuseppe Castorina Presidente dell’Aes (Associazione Eurolinguistica-sud) e Manuela Ciprì docente della Sapienza. Il preside della facoltà di Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione, Giuseppe Venanzoni ha fatto notare le valenze culturali e pratiche di questa iniziativa, definendo l’approccio ai temi trattati “colto, specialistico ma anche molto concreto in quanto sottolinea l’importanza che altri Paesi attribuiscono alla formazione linguistica e per contro la disattenzione delle istituzioni italiane per gli aspetti sia culturali sia socio-economici della conoscenza delle lingue nell’ambito delle professioni e delle imprese”.
I dati negativi per l’Italia sono evidenziati anche dall’Eurobarometro del 2012 e sono stati confermati nell’ambito di una tavola rotonda sul tema Measuring the impact of language skills on economic performance. Il professor Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, nella sua prolusione ha brillantemente messo in luce alcuni primati della lingua italiana: l’Accademia della Crusca è stata la prima ad essere fondata nell’ambito europeo ed è stata seguita a distanza dall’Accademia francese e dalle altre Accademie europee, e in conseguenza l’attività lessicografica italiana ha rappresentato nei secoli un modello per tutti.
La prima delle oltre quindici tavole rotonde sul tema“Il plurilinguismo fattore di sviluppo economico e di coesione sociale” ha visto gli interventi di linguisti come il filologo e filosofo Heinz Wismann, e Juan Carlos Jimenez Marin del Parlamento europeo. In sala era presente anche il professor emerito Tullio De Mauro, già ministro dell’Università e della Ricerca.
Durante l’incontro si è evidenziata la dimensione scientifica, politica, socio-economica, culturale e anche etica, del plurilinguismo istituzionale,e inoltre, si è sottolineato come la percentuale delle imprese italiane che mettono a frutto le risorse del plurilinguismo è estremamente bassa rispetto a quella delle imprese di altri Paesi, con grave ricaduta sul piano economico.Il grande interesse per gli argomenti trattati ha reso necessaria l’organizzazione di sedute parallele tenute alla Ssala del Tritone nell’omonima via. Discutere sulle lingue nel periodo della globalizzazione, significa interrogarsi quale sia la formazione più opportuna per le generazioni future, su come superare il concetto di barriere linguistiche e trasformare in una preziosa risorsa la varietà e la molteplicità delle lingue.
L’incontro tra specialisti della traduzione ha approfondito aspetti importanti anche sul piano economico come la mediazione linguistico-culturale o l’utilizzo del doppiaggio e della sottotitolazione nei prodotti cinematografici e televisivi tema, che ha sollecitato un’ampia discussione tra i presenti in sala.
I risvolti didattici, artistici e tecnici sono stati approfonditi nella tavola rotonda che ha aperto la terza giornata con riferimenti alla filmografia contemporanea e alla specificità culturare, vede al primo posto gli Stati Uniti, mentre l’Europa pur con la sua grande storia e i suoi ingenti beni culturali occupa una posizione più modesta. Per quanto riguarda questo argomento specifico il regista Vito Zagarrio ha dato voce all’esigenza di conciliare identità e multiculturalismo facendo film all’europea, caratterizzati da personaggi di altri Paesi simboli del tema dell’alterità.
La giornata si è chiusa con gli interventi di Castorina presidente dell’associazione Eurolinguistica-sud sulle origini del plurilinguismo e le attuali dinamiche dei cambiamenti sociolinguistici e Tullio De Mauro, che tra l’altro ha attribuito il fatto che gli italiani rispetto ad altri popoli europei dimostrano scarsa propensione verso le lingue ad una visione riduttiva e obsoleta di molti storici, che non evidenziano adeguatamente l’importanza della comunicazione e dell’intercomprensione, tra Paesi di lingue e culture diverse uniti sotto un’unica bandiera: quella dell’Unione europea.