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Cinecittà, avevano occupato gli Studios§Ventisei lavoratori indagati

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Se li sono visti recapitare a casa dai Carabinieri, o al presidio di via Tuscolana. Oppure sono stati convocati in Questura. Ventisei uomini e donne tra i lavoratori e i rappresentanti sindacali in protesta contro il Piano industriale di Cinecittà Studios sono in questi giorni "sotto osservazione". Senza sapere se c'è un'imputazione precisa sono stati chiamati per l'identificazione, l'elezione di domicilio e la nomina del difensore di fiducia, e informati che nei loro confronti "la Procura sta svolgendo delle indagini".

I LAVORATORI: "E' UN'INTIMIDAZIONE" - Ora pende una minaccia penale, dunque, sulla testa di 26 lavoratori, tra i protagonisti della lotta che si è consumata in 85 giorni di sciopero e di occupazione, ma realizzata in verità su un terreno che non appartiene a Cinecittà Studios, ma a Istituto Luce Cinecittà, perciò pubblico. Sciopero e occupazione che sono sospesi ormai da settimane proprio per onorare l'impegno con i vertici aziendali, il presidente Luigi Abete in primis, che avevano chiesto di interrompere la protesta come condizione per partecipare al tavolo. E proprio nelle settimane in cui tutti i lavoratori sono tornati ai rispettivi lavori - seppure ormai affittati o venduti ad altre aziende come Panalight e Deluxe - piovono denunce. "E' un vero e proprio atto di intimidazione - denunciano i lavoratori - che arriva proprio in un momento delicato della trattativa tra noi dipendenti, che stiamo difendendo dei posti di lavoro ma anche un patrimonio culturale, e i vertici di Cinecittà Studios".

PAUL HAGGIS GIRA NEGLI STUDIOS - Proprio in questi giorni, intanto, il cinema internazionale sta rientrando negli stabilimenti di via Tuscolana. Avviene con le riprese di Third Person del regista inglese premio Oscar Paul Haggis (Crash). Il film sarà girato soprattutto in Italia, tra gli studi di Cinecittà, il centro storico e Taranto per raccontare le storie di tre coppie di tre città diverse: New York, Parigi e Roma. Una pellicola con un cast da leccarsi i baffi, che comprende Liam Neeson, Olivia Wilde, Mila Kunis, James Franco, Adrien Brody, Moran Atias, Kim Basinger, Maria Bello e anche l'italiano Vinicio Marchioni.

"MA HANNO TENUTO LONTANE LE TROUPE" - Sicuramente preoccupati, certamente arrabbiati, i dipendenti degli Studios sostengono però che la dirigenza ha, negli anni, "disincentivato l'arrivo di troupe a Cinecittà. Chi di noi lavora alla Digital Factory - dice Augusta Galeotta, Rsu Cgil  - che è stata costituita all’inizio del 2009 come perla del digitale in Italia, sa benissimo che da allora non è stato fatto nessun investimento nei macchinari. E in questo settore è fondamentale essere costantemente all'avanguardia con i mezzi tecnici, altrimenti si diventa immediatamente obsoleti. Così come non sono stati restaurati i teatri di posa, a fronte di una politica dei prezzi che molti operatori del settore denunciano come proibitiva".

TENSIONE SULLA VERTENZA - Ora, comunque, la trattativa tra i vertici e i lavoratori riguarda soltanto le sorti degli scenografi in predicato di essere spostati all'azienda Cat - Cinecittà Allestimenti e Tematizzazioni. Ma con la spada di Damocle di 26 procedimenti penali in corso. Un atto irrituale mentre è in corso una vertenza. Ma che non stupisce i lavoratori, che testimoniano che "all'ultimo tavolo, il 1° ottobre, Abete ha detto davanti a tutti che d'ora in poi avrebbe denunciato tutti quelli che avrebbero scritto o detto qualcosa contro di lui".


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