Il tempo sta per scadere, il 31 dicembre per l'esattezza, eppure L'Italia fatica ad adeguarsi alle direttive europee per quanto concerne la presenza di arsenico nell'acqua. Soprattutto nella regione Lazio l'arsenico rappresenta ancora un'emergenza seria per la salute dei cittadini, specie nella zona di Anguillara, dove sono state registrate punte di 30 ugl, con tutti i rischi che ne conseguono, come ha denunciato Giuseppe Celli, capogruppo della lista Civica Cittadini/e alla Regione Lazio che in materia ha presentato una interrogazione urgente all’Assessore all’Ambiente.
LE DIRETTIVE UE - Quali sono i livelli di guardia entro i quali è tollerabile la presenza d'arsenico nell'acqua? La Direttiva europea 98/83/CE del 2003 ha abbassato il limite previsto per l’arsenico nelle acque potabili da 50 a 10 µgl (microgrammi/litro). L’Ue ha inoltre stabilito che valori di arsenico compresi tra 20 µgl e 10 µgl sono accettabili solo per un periodo di tempo limitato senza rischi per la salute.
MA I FONDI CI SAREBBERO - "In ben 18 comuni della Provincia di Roma i limiti sono ampiamente superati - ha spiegato Celli – la Regione ha individuato un fondo di 400mila euro per interventi di potabilizzazione sul comune, ma lo sblocco delle risorse è vincolato ad un piano di alienazione di proprietà regionali, ancora in alto mare. Per accorciare i tempi la Regione potrebbe subito stanziare i soldi recuperati dai tagli ai costi della politica approvati dal Consiglio Regionale”. Il comune di Anguillara non è rimasto a guardare di fronte a questi scenari inquietanti e ha presentato dei progetti preliminari per interventi di potabilizzazione che potrebbero essere resi operativi quando saranno disponibili i fondi regionali. “Ho presentato un'interrogazione urgente all'assessore Cangemi – prosegue Celli – per sapere come intenda agire la Regione per consentire il rispetto delle scadenze indicate dalla Ue a tutela della salute pubblica”.