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Ex deposito Atac: da esperimento§sociale a rimessa di cassonetti

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Polemica sull’ex deposito Atac di San Paolo, in via Severo. Era occupato da 20 famiglie in emergenza abitativa, ma lo scorso ottobre è stato sgomberato. Oggi il mini sindaco Andrea Catarci  denuncia che la struttura è diventata una “zona di smistamento, igienizzazione e pulizia dei cassonetti”. Il presidente del municipio XI spiega: "Dalla scorsa estate l’Atac ha avuto la brillante idea di metterla a disposizione dell’Ama”. Catarci racconta che la decisione ha comportato per gli abitanti della limitrofa Collina Volpi “rumore in orari notturni, gas di scarico di mezzi pesanti e insalubrità ambientale, con l’incremento periodico di cumuli di immondizia, topi e cattivi odori”.

LA REPLICA - L’Ama si difende e precisa che “l’ex deposito attualmente viene utilizzato dall’azienda esclusivamente come deposito temporaneo di cassonetti vuoti. Nell’area in oggetto, quindi, non vengono effettuate attività di igienizzazione e pulizia dei contenitori e, di conseguenza, non esiste alcuna movimentazione di rifiuti che possa essere fonte di miasmi e cattivi odori”. E aggiunge: “L’area, che non è nemmeno utilizzata come stazione di smistamento, nel prossimo futuro sarà destinata esclusivamente ad attività di riparazione di piccola entità su contenitori danneggiati in modo non grave".

"UN DEPOSITO DEI PRIMI DEL '900" - Ma la spiegazione non convince Catarci che ribatte: “Lo spieghi ai cittadini della zona che, al contrario, denunciano un continuo trambusto, specie in ore notturne, nonché una situazione carente sotto il profilo igienico-sanitario”. Ma il punto secondo il mini sindaco è un altro: “Ma è normale – si chiede - che due delle più importanti Aziende pubbliche cittadine, l’Atac e l’Ama, si accordino per destinare ad attività di riparazione di contenitori danneggiati un ex deposito dei primi anni del Novecento? Lo sanno che alcune parti vanno annoverate nel patrimonio artistico ed edilizio della città? Viene da chiedersi se si provi almeno un po’ di disagio a sostenere pubblicamente le ragioni di tali scelte, che ovviamente sono inspiegabili e denotano la mancanza di un minimo di decenza…”

ESPERIMENTO DI RIUTILIZZO SOCIALE - L’ex deposito nei quattro mesi di occupazione era diventato un importante esperimento di riutilizzo sociale. “Con mostre e studi insieme alle facoltà di Architettura delle Università romane – ricorda Catarci -  con incontri ed assemblee insieme al tessuto associativo locale, con iniziative di recupero sulla storia e la memoria del luogo, con l’insediamento abitativo di un nucleo di persone in difficoltà, si è contrastato il piano di svendita di quella di San Paolo come delle altre ex rimesse”. Ora si è tornati indietro, secondo il mini sindaco “con il presente fatto di cassonetti e il futuro, delineato nel chiuso di qualche stanza, all’insegna di una valorizzazione che punta solo al maggior profitto possibile”.


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