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Teatro dell'Opera, "180mila euro§per affittare gli uffici da privati"

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Una lettera di denuncia. Sei pagine indirizzate ai vertici della fondazione del Teatro Opera in cui Cgil, Uil e Cisl elencano le criticità di uno dei simboli culturali della Capitale. Che vede diminuire i fondi per lo spettacolo, ma nel frattempo “spenderà 180mila euro l’anno” per trasferire i dipendenti dell’amministrazione dalla struttura ad un appartamento privato di via Massimo D’Azeglio. Senza dimenticare il capitolo sicurezza, con “i palcoscenici che sembrano terra di nessuno”, scrivono le tre organizzazioni sindacali.

Il TRASFERIMENTO - Dall’estate scorsa si parlava di un trasferimento degli impiegati amministrativi. Un trasloco di pochi metri, ma, per i sindacati, costoso. Mentre la parola d’ordine è risparmiare, la fondazione è pronta a staccare un assegno di circa 200 mila euro per 12 mesi d’affitto. I vertici, in più riprese, hanno spiegato che si tratta di un’esigenza tecnica. Alcuni lavoratori però non sono d’accordo. E sottolineano che “bisogna aggiungere gli onerosi costi di logistica e arredi” per i vani della società Gruppo Beni stabili. Spazi che, per Cgil, Cisl,e Uil, sono già “a disposizione nel teatro”. Andrebbero solo ristrutturati, dicono i rappresentanti sindacali. “Per valorizzare quanto già in possesso, non gli immobili di altrui proprietà”, aggiungono.

PECIOLA -“Il trasloco degli uffici amministrativi della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma presso i locali di uno stabile in via Massimo D’Azeglio  – dichiara Gianluca Peciola, candidato al consiglio comunale con Sel –, per migliorare l’attuale situazione dei camerini e delle sale prova comporterà una spesa di circa 180mila euro, che sarà sostenuta con risorse pubbliche”. Questo nonostante il Campidoglio assicuri la copertura finanziaria grazie all’utilizzo dei fondi recuperati dalla dismissione di parte dei magazzini. “Riteniamo, però, – aggiunge Peciola – che tali risorse potrebbero essere diversamente impiegate per la manutenzione del Teatro e per la stabilizzazione dei lavoratori precari, evitando inutili sprechi”.

Ma i dubbi sull’operazione non si fermano solo sull’opportunità economica. “Gli amministrativi – si legge nella lettera denuncia – dal 2000 sono diminuiti di 20unità delle 70 previste in organico”. Non solo. I dipendenti dell’Opera denunciano che la carenza di spazi riguarda i magazzini e non gli uffici. “Quello della Romanina – scrivono nella lettera – è insufficiente”. Dai radar, dopo l’annuncio del progetto, si è perso anche il Centro polivalente della Tiburtina (gli ex stabilimenti cinematografici De Paolis) I rappresentanti sindacali puntano il dito anche contro “il continuato inserimento di collaborazioni in totale assenza al vigente ordinamento funzionale”. 

SICUREZZA - Capitolo sicurezza. I sindacati lanciano il loro grido d’allarme, con palcoscenici che si trasformano in “terra di nessuno”. Il motivo? “Spesso si assiste – aggiungono – con quanta leggerezza e approssimazione si affrontino le prove di scena senza la necessaria cognizione delle condizioni di sicurezza da realizzare”. L’ultimo incidente, ricordano, risale a metà marzo durante la rappresentazione dei “Due Foscari”. Ma anche gli impianti aereazione e di riscaldamento “non sono mantenuti secondo le norme igienico-sanitarie”.

Una situazione che si lega con i tagli del Fondo unico per lo spettacolo. Con gli enti locali che dovrebbero sostituirsi al governo nazionale, per garantire quelle risorse economiche indispensabili per la vita della struttura. E, considerando il profondo rosso della casse regionali e comunali, non è così scontato che i soldi arrivino. Per questo, dicono i sindacati, si potrebbe iniziare risparmiando i 180mila euro d’affitto per gli uffici dell’amministrazione. 


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