Da fuori appariva un impeccabile e organizzato centro di servizi. Invece era uno dei tanti call center, riconducibile ad una società con sede nella capitale, in cui erano occupati 124 lavoratori “in nero” e 111 “irregolari”.
L'ISPEZIONE DEI FINANZIERI - A scoprirlo i finanzieri del comando provinciale di Roma che, dopo diverse segnalazioni, hanno fatto irruzione nei locali in un comune dei Castelli romani, da cui partivano le chiamate telefoniche in tutta Italia anche per conto di affermate imprese nazionali. L’ispezione ha rivelato l’ennesimo caso di sfruttamento di giovani: alcuni lavoratori erano convinti di essere stati assunti mentre altri erano stati costretti a concludere un contratto “a progetto” ma erano in realtà assoggettati ai vincoli di subordinazione tipici di un contratto di lavoro dipendente con il rispetto di un orario di lavoro prestabilito ed alle dipendenze di un preposto con potere disciplinare.
L'IVA EVASA - Le Fiamme gialle del gruppo di Frascati, nel corso della verifica fiscale avviata subito dopo il primo accesso, hanno anche appurato l’omesso versamento dell’iva risultante dalla dichiarazione annuale per un importo pari a oltre mezzo milione di euro, oltre che di ritenute fiscali per circa 200 mila euro. Decisiva per lo sviluppo dell’attività ispettiva è stata la collaborazione dei funzionari dell’Inps di Roma, che ha permesso di ricondurre correttamente gli effettivi rapporti di lavoro ai modelli contrattuali previsti dalla normativa in materia di lavoro.
LE DENUNCE - La società, grazie ai mancati versamenti delle imposte e dei contributivi previdenziali ed assistenziali, era riuscita a conquistare un posizionamento di tutto rispetto sul mercato sbaragliando la concorrenza degli altri operatori del settore, quelli regolari. I due amministratori della società sono stati denunciati alla procura della repubblica di Roma, per i reati di dichiarazione fraudolenta e di omesso versamento di ritenute certificate e di imposte, e dovranno rispondere della maxi sanzione di 1.500 euro per ogni lavoratore “in nero” alle dipendenze al fine di cautelare il credito vantato dall’erario per le imposte evase, le pene pecuniarie e gli interessi maturati. È stata richiesta all’autorità giudiziaria l’applicazione del sequestro preventivo dei beni immobili e mobili nella disponibilità degli indagati, volto alla loro confisca cosiddetta “per equivalente”. L’attività si inserisce in un piano straordinario di controlli predisposto dal gruppo di Frascati che, coinvolgendo anche la compagnia di Velletri e la tenenza di Colleferro, ha portato, nel 2012 e nei primi mesi del 2013, alla scoperta di 343 lavoratori “in nero” e 912 “irregolari”, occupati presso 95 datori di lavoro nelle zone dei Castelli romani e della Valle del sacco.