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Primarie, futuro della cultura a Roma?§Confronto con i candidati a sindaco

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Un confronto per fare luce sul futuro della cultura a Roma. Nel pomeriggio, operatori e associazioni culturali hanno incontrato i candidati alle primarie del centrosinistra al Teatro De' Servi: un'occasione tramite cui approfondire i diversi programmi elettorali analizzando i possibili scenari dell'industria culturale capitolina da qui a cinque anni.

GLI OPERATORI - "Noi operatori -  hanno spiegato gli organizzatori - dipendiamo dalle politiche culturali. Abbiamo ritenuto utile coagulare i diversi settori, proponendo un confronto con la nuova potenziale amministrazione di centrosinistra". Circa venti le realtà nazionali e locali accorse all'appuntamento: dall'associazione italiana editori (Aie) alla Federalberghi, dall'Ali (l'associazione librai italiani) alla Confcommercio Roma Commissione Cultura. Solo due, invece, i candidati presenti in sala: David Sassoli e Patrizia Prestipino. Un feedback poco gradito che ha suscitato qualche perplessità: "Comprendiamo gli impegni della campagna elettorale - ha dichiarato Massimo Monaci, Presidente Agis - ma questo afflusso è un dato iniziale un po' scoraggiante".

I CANDIDATI - Decine le domande arrivate ai candidati Pd. Si parte dalla chiusura dei cinema, passando per la rivalutazione delle biblioteche comunali, fino ad arrivare al sostegno fiscale per librerie e centri di aggregazione culturale. "Abbiamo bisogno di conservazione e tutela del nostro patrimonio - ha spiegato il Tci (touring club italiano) - ma anche di riproduzione della cultura e di fruizione ottimizzata. Il turismo a Roma è ridotto, la permanenza è bassa, circa 2,4 giorni. Sono dati che ci parlano di un turismo più veloce e superficiale, anche per la qualità dei servizi offerti".

"La priorità di Roma? - ha risposto Sassoli - Cultura, casa, lavoro, piano regolatore, trasporti. Credo che l'impegno da prendere sia quello della valorizzazione: non dobbiamo buttare il nostro patrimonio, perché non possiamo permettercelo. Serve un'amministrazione che accompagni gli operatori culturali non solo per sgravi o incentivi; serve un bilancio con nuove fisionomie, aperto a progetti capaci di coinvolgere parti di città, servizi e cittadini. Serve una città più integra nell'offerta culturale: ci sono aree di Roma sud prive di biblioteche comunali. In caso di successo - ha concluso Sassoli - apriremo subito un tavolo di proposte concrete con i cittadini. Più si aumenta l'offerta culturale e più la domanda cresce".

Chiaro anche il messaggio lanciato dalla candidata Patrizia Prestipino: "Da insegnante di lettere resterei qui a parlare tutto il pomeriggio. Ci vuole una regia pubblica, ma anche un riadattamento delle tematiche culturali sui nuovi modelli. Bisogna assolutamente reinserire il concetto del rispetto e della cura, proprio perché la cultura è, oltre che benessere sociale, un'occasione di sviluppo economico. Ci si può mangiare, e anche tanto. Un sindaco deve essere un educatore, il primo buon esempio. Lavoriamo sulle energie positive di chi opera in questi settori, partiamo dalla città, dalle periferie".

LA POLEMICA - Ma in sala c'è spazio anche per le polemiche sul bando comunale per l'assegnazione dei teatri: "Nel caso del Teatro di Villa Torlonia - ha dichiarato Alberta Carpitelli, sovrintendenza comunale, direttore delle ville storiche - la sovrintendenza non è stata nemmeno chiamata in causa per consultare il bando in relazione all'inclusione della struttura fra i cosiddetti teatri di cintura". "Capiamo le criticità - ha spiegato l'Agis - Noi abbiamo sostenuto quel tipo di progetto per un presupposto: allontanarsi dalla gestione clientelare di quegli spazi pubblici, un fenomeno che ha caratterizzato l'amministrazione del centrosinistra del Comune di Roma per molto tempo".


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