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Droga, Il Cammino perde il ricorso§Dovrà lasciare 'Città della Pieve'

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Il Tar respinge il ricorso del Cammino sull'affidamento della Comunità di Riabilitazione Residenziale, Città della Pieve, in provincia di Perugia. Dopo 30 anni, quindi, la cooperativa dovrà lasciare la comunità per i tossicodipendenti che, secondo il bando dell'Agenzia capitolina, verrà invece assegnata alla cordata di Ceis e cooperativa Integra. L'Agenzia capitolina sulle tossicodipendenze commenta: "Il Tar attraverso questa sentenza contribuisce in maniera definitiva a fare chiarezza su una questione, come quella dell’assegnazione del Servizio della Comunità che ha sede in Città della Pieve, che ha suscitato numerose polemiche nelle scorse settimane". Apprende invece con stupore la notizia Stefano Regio, presidente della cooperativa Il Cammino: "Restiamo convinti delle nostre ragioni - dichiara a Paese Sera - Talmente convinti che stiamo valutando di presentare un ricorso al Consiglio di Stato".

Nella gara indetta dall'Act, la cooperativa Il Cammino non aveva raggiunto nemmeno la sufficienza. Una decisione che aveva creato perplessità da più parti, tanto che sono state presentate interrogazioni parlamentari, oltre che in sede di consiglio comunale. Tutte rimaste senza risposta. Della comunità di Città della Pieve, poi, si era parlato qualche settimana fa, quando operatori e utenti avevano manifestato in Campidoglio contro i mancati pagamenti da parte dell'Act. Alcuni di loro si erano anche incatenati per denunciare una situazione al limite, senza più i mezzi "per scaldare i locali ed acquistare il vitto per gli utenti, dopo aver stremato le disponibilità dei pur fedeli fornitori". A distanza di 15 giorni la situazione non è cambiata. Nonostante il Comune abbia sbloccato 100mila euro, il Cammino vanta ancora un credito di oltre 300mila euro nei confronti dell'agenzia, che non paga le fatture da agosto del 2012, racconta Regio che spiega: "Stiamo chiamando ogni giorno il capo di segreteria Antonio Lucarelli per dirgli che di nuovo siamo a un punto morto, senza possibilità di saldare fornitori, né di versare gli stipendi agli operatori. Se non si arriva a una soluzione a breve - aggiunge - saremo costretti a nuove azioni eclatanti".


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