Poche ore separano i cittadini romani dalle primarie del centrosinistra, per scegliere il candidato sindaco in vista delle elezioni amministrative del 26 e 27 maggio. La guerra delle correnti però è iniziata da tempo. Tra spaccature e riposizionamenti, uno scontro che ridisegna la geografia politica della Capitale. Così nei comitati elettorali si fanno i conti: per capire chi sta con chi, tra politici di profilo nazionale e locale, ma soprattutto quanti voti riuscirà a portare ai singoli nomi in campo per la sfida di domenica.
L'AFFLUENZA - Nei quartier generali dei candidati, dati alla mano, si gioca con i numeri per fare delle proiezioni. Nessun valore scientifico, l'obiettivo è quello di capire il peso, in termini di voti potenziali, di ogni sostenitore. Il primo nemico si chiama “scarsa partecipazione”. “Sotto i 100mila elettori – dicono – potrebbe essere favorito il blocco organizzato, sopra c'è la variabile del voto di opinione che non riusciamo a collocare”.
GLI SCHIERAMENTI - Nei sondaggi interni, i tre favoriti sono i democratici Sassoli, Marino e l'ex ministro Paolo Gentiloni. Sull'europarlamentare, sostenuto da Areadem del deputato Dario Franceschini, da tempo ci sono diverse anime del partito. Tra queste un pezzo dei veltroniani, tra gli altri c'è anche Marianna Madia, che ha prenso oltre 5mila voti alle primarie per Montecitorio. I dalemiani di Claudio Mancini e di Umberto Marroni, capogruppo in Campidoglio e poco meno di 6mila preferenze alle parlamentarie di dicembre, si sono ricontati proprio grazie a Sassoli.
Da quest'area arriva anche Micaela Campana, che grazie alle 6mila preferenze alle parlamentarie è arrivata alla Camera. Con loro Mario Ciarla, che è a febbraio è stato eletto consigliere regionale con oltre 10mila voti. Dalla Pisana arriva anche il sostegno di Gianluca Quadrana. Su Sassoli virano anche gli eletti in Campidoglio Dario Nanni, Alfredo Ferrari, Daniele Ozzimo (vicino a Marroni) e Giulio Pelonzi. Ma dalle comunali sono passati 5 anni e nei comitati elettorali si interrogano sui rapporti di forza, ma soprattutto se i voti sono rimasti gli stessi del 2008.
FASSINA - Nelle ultime ore arriva anche il voto di Matteo Orfini. Il responsabile cultura del Pd prende così una strada diversa dai giovani turchi e da Stefano Fassina. Il deputato che guida il settore economia dei democratici, invece, punta su Marino. La spaccatura arriva dalle pagine de la Repubblica, con il recordman di preferenze alle parlamentarie (11mila voti) che sceglie il senatore. Su cui poche ore fa è arrivato anche l'endorsment del costituzionalista Stefano Rodotà, finito nel totonomi per la presidenza della Repubblica. E che definisce “giusta la strada intrapresa” da Marino.
Per il medico-parlamentare, sostenuto dal dirigente Goffredo Bettini e dall'area vicina al governatore Zingaretti, ci sono anche la deputata Ileana Argentin, il segretario romano eletto a Montecitorio Marco Miccoli e Monica Cirinnà, consigliera capitolina. In tre, alle primarie per il Parlamento, hanno portato a casa oltre 16mila preferenze. Nell'emiciclo della Pisana per Marino si schiera anche Riccardo Agostini, vicino all'ex capogruppo regionale Esterino Montino che a sua volta appoggia il senatore.
Sempre dalla Regione, e sempre per Marino, arriva il voto di Massimiliano Valeriani, recordman di preferenze a Roma alle scorse regionali. Mentre da palazzo Senatorio il voto arriva da Paolo Masini. Sul sostegno a Marino si divide anche Sel, che inizialmente aveva due nomi in campo: l'ex consigliere regionale Luigi Nieri e la capogruppo capitolina Gemma Azuni. Da Vendola, nei giorni scorsi, la richiesta di ritiro. Il passo indietro arriva solo da Nieri, però, che con il vicegovernatore Massimiliano Smeriglio vira su Marino. La Azuni, invece, resta in campo.
I MOVIMENTI - Un'altra divisione, nelle ultime ore, si registra nei movimenti. A dividere sempre il nome di Ignazio Marino. Con il senatore Action casa e soprattutto Andrea Alzetta, che punta a una rielezione in Campidoglio con la casacca di Sinistra e libertà. Mentre i centri sociali, con Nunzio d'Erme in testa, scelgono Sandro Medici, il presidente del Municipio X che corre alle amministrative di maggio senza passare dalle primarie di domenica.
I RENZIANI - Altra spaccatura nell'area renziana, che alle primarie si presenta con due candidati: Paolo Gentiloni e Patrizia Prestipino. Gentiloni registra l'appoggio dei deputati Roberto Giachetti e Lorenza Bonaccorsi. Entrambi hanno corso per le parlamentarie di dicembre, con il primo che conquista oltre 4mila preferenze e la seconda poco più di 3mila. La Prestipino invece punta sul confronto con i cittadini, per lasciarsi alle spalle le correnti. Mentre il socialista Mattia Di Tommaso in un'iniziativa pubblica si fa fotografare con due ex Pdl: Ezio D'Angelo e Madama, entrambi ex assessori in Municipio VIII, con il secondo che alle regionali ha tentato il salto alla Pisana con i socialisti. I calcoli però, lo sanno bene nei comitati elettorali, sono solo virtuali. A decidere saranno gli elettori. Intanto, nel centrosinistra, arriva la nuova geografia politica della Capitale.