Riccardo Mancini resta in carcere. Il Tribunale del Riesame ha respinto un'istanza di scarcerazione presentata dai difensori dell'ex ad dell'ente Eur coinvolto nell'inchiesta della Procura di Roma su una presunta tangente legata alla fornitura di 45 bus a Roma Metropolitane.
Ora i reati sono di tentata estorsione ed estorsione al posto della concussione e della corruzione indicati nell' ordinanza di custodia cautelare emessa lo scorso mese dal gip Stefano Aprile, nei confronti di Mancini. La riqualificazione dei reati decisa dal tribunale del Riesame ha quindi fatto decadere la configurazione di pubblico ufficiale di Mancini così come prospettata nell'ordinanza di custodia cautelare. Il tribunale dei Riesame, in sostanza, ha quindi approvato le argomentazioni del pm Paolo Ielo, titolare dell'inchiesta, il quale nella richiesta di emissione della misura restrittiva aveva indicato proprio i reati di tentata estorsione ed estorsione. Gli avvocati Pierpaolo Dell'Anno e Luciano Moneta Caglio, difensori di Mancini, si erano rivolti al tribunale del Riesame sostenendo l'infondatezza dei pericoli di fuga e di inquinamento probatorio citati nell'ordinanza di custodia cautelare ed eccedendo proprio la qualifica di pubblico ufficiale che era stata attribuita al loro assistito dal gip Aprile.