Dai problemi dell'università italiana al sottobosco di una Capitale spietata. La terza giornata del Rome Independent Film Festival parla anche di noi, delle nostre ferite e dei nostri luoghi, con il documentario Autobiografia dell'università italiana di Piero Balzoni, e il film in concorso a mezzanotte Le formiche della città morta, di Simone Bartolini.
FOTO DI GRUPPO DI STUDENTI UNIVERSITARI - Il film del reale firmato da Balzoni è "la prima foto di gruppo degli abitanti dei nostri atenei", come lo definisce lui stesso. Commentate dalle musiche del talentuoso Valerio Vigliar, scorrono le immagini delle contraddizioni, degli slanci e delle miserie dei luoghi della conoscenza tra il Nord e il Sud della Penisola, con le testimonianze di personaggi come Francesco Alberoni, Umberto Galimberti, Margherita Hack, Andrea Ichino, Francesco Sylos Labini e l'energia di identità isolate che puntualmente si ritrovano in piazza, unite, a lottare per gli stessi diritti negati. Tra problemi di fondi e indifferenza - se non ostilità - dei governi, il ritratto un organismo pulsante della nostra società che dovrebbe ritrovare la sua centralità.
CAPITALE SPIETATA - Si intitola Le formiche della città morta il film nostrano che il Riff propone a mezzanotte. Diretto dal 29enne esordiente romano Simone Bartolini, racconta una giornata come tante di un giovane aspirante rapper, eroinomane e spacciatore alla deriva, disperato, senza lavoro e con un ingente debito nei confronti del violento Alfio, sullo sfondo di una Capitale disperata. C'è la "robba", ci sono i ricordi del passato e di vecchi sentimenti, e tanti personaggi persi tra le vie della città.
SCOPRIRE SE STESSI IN IRAN E IN BRASILE - In giornata sono in programma anche I am Nasrine (alle 20.20 in Sala 1) di Tina Gharavi, romanzo di formazione di due fratelli in esilio, dal loro paese d'origine - l'Iran - all'Inghilterra. Un viaggio verso la scoperta di se stessi, ma anche di un Occidente vagheggiato e poi ferito dall'11 settembre. Quasi in contemporanea - alle 20.40 - in Sala 3 passa il brasiliano The Clown di Selton Mello, ricerca esistenziale che parte dalle tende di un circo sotto cui lavorano Valdemar e suo figlio Benjami.