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Detenute Rebibbia, "Docce inagibili"§"Ripristinare i fondi per il lavoro"

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Il sovraffollamento dei reparti, il servizio docce fatiscente, un taglio netto delle detenute occupate in lavori interni, la carenza del personale penitenziario conseguenza dei tagli operati nel settore. E' la fotografia del carcere di Rebibbia femminile, dove stamattina sono state in visita la deputata di Sel Celeste Costantino e la consigliera regionale del gruppo Per il Lazio Marta Bonafoni. "Siamo consapevoli di aver fatto un sopralluogo in una delle strutture detentive meno problematiche d'Italia – dicono Costantino e Bonafoni – e proprio per questo la nostra denuncia sullo stato delle carceri nazionali vuole essere alta e circostanziata”. 

La visita di oggi, collegata ad altre analoghe di parlamentari di Sel in tutta Italia, è servita anche per porre l'attenzione su un pacchetto di proposte di legge sulla giustizia depositate da Sinistra ecologia e libertà  in Parlamento: sull'introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano, sull'abolizione del reato di immigrazione clandestina e sull'abrogazione della cd. “ex legge Cirielli” su recidiva e prescrizione dei reati.

DOCCE FATISCENTI E PERICOLOSE - "In un istituto con una capienza massima di 281 ristrette sono ad oggi detenute 380 donne, 17 delle quali con i loro bambini. Proprio la situazione che abbiamo trovato nel reparto nido - raccontano - ci ha colpito per il suo ordine e la sua efficienza, così come abbiamo riscontrato una buona condizione nel reparto di massima sicurezza. Molto diversa la situazione nei cosiddetti camerotti, dove in stanze per 3 ristrette convivono anche 5 donne". E insistono: "Soprattutto vogliamo denunciare la situazione di degrado e pericolo delle docce (agibili solo 4 su 16) : da almeno due mesi 250 detenute sono costrette a lavarsi nelle docce poste al piano terra dei reparti e all'interno di locali fatiscenti, pieni di infiltrazioni d'acqua, pericolosi anche dal punto di vista della sicurezza delle donne". 

RIPRISTINARE I FONDI PER IL LAVORO - Un ragionamento a parte merita il capitolo lavoro: "le occasioni di lavoro dentro il carcere, unica possibilità di recupero vero nonché di autonomia delle detenute – rimarcano Costantino e Bonafoni - sono state tagliate del 70% a causa dei mancati stanziamenti, e la stessa presenza di personale penitenziario risulta dai racconti degli stessi agenti del tutto insufficiente a un corretto rapporto detenuta/agente”. “Per questo – dichiarano la deputata Costantino e la consigliera regionale del Lazio Bonafoni – intendiamo innanzitutto sollecitare il provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria a ripristinare quanto prima un uso completo e sicuro delle docce del carcere e alla messa in sicurezza dei camerotti. Non solo: è indispensabile ripristinare i fondi per permettere alle detenute di partecipare a programmi di inserimento lavorativo".


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