La speranza è che partecipino in 200mila. Anche se, a sentire i militanti in fila nei seggi, “la comunicazione è stata sbagliata, non tutti sanno che oggi ci sono le primarie a sindaco del centrosinistra”. E in effetti, girando tra circoli e gazebo, qualcuno ancora chiede per cosa si voti o “dove è la lista dei candidati consiglieri al Campidoglio”, confondendola con quella dei presidenti di Municipio. L’importante, per il segretario regionale Enrico Gasbarra, “è che sia una giornata di democrazia, come hanno sempre assicurato i nostri militanti ed elettori”.
L'AFFLUENZA - Difficile quindi prevedere l’affluenza. Nel circolo di via de’ Giubbonari, alle 13, avevano “votato 274 persone – dice un militante – mentre il 25 novembre, per le primarie nazionali, si erano presentati in oltre mille in tutta la giornata. In proporzione, siamo lontani da quella cifra”. Ma non è questo quello che preoccupa. “L’importante – aggiunge Iside Castagnola, volontaria del Pd – è che le persone capiscano che per la prima volta hanno l’opportunità di scegliere: questa volta il sindaco non sarà cooptato”. E c’è parla anche di evento rivoluzionario. “Perché possiamo scegliere i mini-sindaci. I Municipi – spiega una ragazza – sono i nostri enti di prossimità, quelli a cui dobbiamo rivolgerci per far aggiustare una scuola, una strada o un parco”.
Code poche, tra gli altri, nello storico circolo democratico, si intravede il senatore Paolo Brutti. Subito dopo, il segretario Gasbarra. Il deputato non è preoccupato dalle polemiche degli ultimi giorni che hanno riguardato i candidati, soprattutto Marino, Gentiloni e Sassoli. “Il dibattito interno – spiega Gasbarra a Paese Sera – non è stata una guerra di correnti, ma un confronto fisiologico dentro un partito che si definisce democratico”. La consapevolezza è che oggi è il primo tempo di una partita che si gioca sul nazionale. Con gli occhi puntati sulle strategie, per il governo e il partito, del sindaco Renzi e sul segretario Bersani. “Roma – aggiunge Gasbarra – incide nella dialettica politica come Capitale d’Italia. Ma non credo che avrà delle conseguenze sul Pd”.
Il leit-motiv è “l’esercizio di democrazia”. Lo ripete anche una coppia di elettori, uscendo dal seggio. “Anche se in questo periodo – sottolineano marito e moglie – siamo un po’ in ebollizione”. “Sel non sta meglio, con Vendola che impone chi deve candidarsi. Però ha ragione quando suggerisce di rimescolarsi con i democratici”, spiega la signora. Suo marito preferisce guardare nella casa del suo partito, al duello Bersani-Renzi. “Sicuramente – afferma – le primarie saranno un buon test per entrambi”. Con il secondo schierato sull’ex ministro Gentiloni. Mentre loro hanno scelto il senatore Marino: “Al di là delle preferenze – dicono all’unisono i due – ha ragione quando, da medico, suggerisce che bisogna tagliare alcuni tumori. Per il bene di Roma”.