Si chiude la partita delle primarie. E si apre quella per il Campidoglio, in vista delle elezioni del 26 e 27 maggio. Con Ignazio Marino, candidato sindaco per centrosinistra, si delinea il quadro dei nomi in campo. Sono sette quelli che tenteranno la scalata allo scranno più alto di palazzo Senatorio. A 47 giorni dal voto, la sfida però dovrebbe essere una questione a due: da una parte l’uscente Gianni Alemanno, dall’altra il quasi ex senatore del Pd. Con lo spettro di un ballottaggio a sorpresa con il portavoce dei Cinquestelle, l’avvocato Marcello De Vito. Mentre il ruolo di outsider lo gioca l’imprenditore Alfio Marchini.
L’EX SENATORE -“Cambieremo tutto”. Con questa promessa Marino apre la sua conferenza stampa, al teatro enogastronomico di Eatitaly, da neo candidato sindaco di Roma, premiato dal 50 per cento dei 100mila romani che hanno votato alle primarie (precisamente con 48.580 voti su 97.643). L’altra è che la sua squadra sarà per la metà rosa. Il primo segnale di cambiamento arriva proprio con l’annuncio delle dimissioni da senatore. Trasparenza, diritti, e mobilità sostenibile sono le sue parole chiave. “Il programma - afferma Marino – deve essere basato sulle idee e non sulle ideologie”. Anche se l’antifascismo non si tocca. E non vero che è un uomo schiacciato a sinistra: “Mi sento una persona libera, non legato ai gruppi d’interesse”. Sui rom assoldati per l’esame della base risponde: “Sono, con i neonati, 7mila. Come si fa a dire che ho vinto le primarie grazie ai rom?”. Lui ne ha presi più di 50mila, doppiando l’europarlamentare Sassoli.
IL SINDACO USCENTE - Per Alemanno la vittoria di Marino alle primarie fa sbarcare “un marziano in città”. Per il primo cittadino il punto debole del suo principale competitor “è che è estraneo a Roma e mi sembra paracadutato”. Nel corso dell’intervista a La7, Alemanno ha anche il tempo per perdere le staffe per colpa di un servizio sui debiti della Capitale: “Dati falsi”, tuona, rosso di rabbia, il sindaco. Che poi riconosce all’avversario del centrosinistra lo status di “candidato più accreditato”. Senza sottovalutare i grillini.
LO TSUNAMI A 5STELLE - La campagna elettorale è già entrata nel vivo. Una battaglia che promette veleni. La benzina sul fuoco arriva da De Vito. L’avvocato-portavoce, su facebook, rilancia la polemica sul presunto voto in massa della comunità rom alle primarie di domenica scorsa. L’accusa è che siano stati “dati 10 euro a ciascun nomade per portarli ai gazebo”. E in rete circola anche un manifesto, definito “razzista” da alcuni internauti. Il candidato grillino non teme Marino, che nei giorni scorsi aveva detto di puntare ai voti a 5 stelle. “Noi – aggiunge – puntiamo a conquistare i suoi e a mantenere i nostri”. Ostentando sicurezza sull’ipotesi di arrivare al ballottaggio del 9 e 10 giugno.
L’IMPRENDITORE - Per Marchini, invece, Marino rappresenta “una proposta politica fortemente radicale e a sinistra”. E ricorda che anche lui, proprio come il senatore, vuole parlare “ai cittadini che si sentono delusi dalla fallimentare gestione di Alemanno in questi cinque anni”. E promette “proposte concrete e realizzabili per i singoli quartieri, indicando risorse, tempi e condizioni dei progetti”.
GLI ALTRI IN GRIGLIA DI PARTENZA - A completare il quadro dei candidati ci sono Sandro Medici, Umberto Croppi e Alessandro Bianchi. Il primo è stato per oltre 10 anni il presidente del Municipio X (oggi VII, dopo l’unione con il IX) e corre come indipendente di sinistra, appoggiato dai Pirati. Il secondo e l’ex assessore alla Cultura di Alemanno. Il terzo, ex ministro con Prodi premier.
MEDICI E LA SPACCATURA DEI MOVIMENTI - Sul suo nome si sono spaccati i movimenti romani: da una parte Action casa che, con il consigliere capitolino Andrea Alzetta, converge su Marino; dall’altra i centri sociali, che puntano sul minisindaco. Che su twitter scrive: “Terminata la contesa tra le correnti interne al Pd, ora cominciamo a parlare di problemi e rimedi per Roma”. “Non possiamo stringere accordi – spiega a Paese Sera Nunzio D’Erme, storico esponente dei movimenti antagonisti di Roma – con chi ha votato il fiscal compact e le politiche di austerità. Per questo scegliamo Medici”. Su questo, si sentono più vicini ai Cinquestelle.
L’EX ASSESSORE E L’EX MINISTRO - Croppi è l’inventore dei Campi Hobbit: ex fascista ed ex consigliere dei Verdi. Ma è soprattutto l’ex assessore alla Cultura della giunta Alemanno, silurato due anni fa dal sindaco per una guerra di forze tutta interna al centrodestra. Aveva trovato casa in Futuro e libertà, il partito di Fini. Ma prima della pessima prova elettorale alle politiche di Fli, aveva lanciato la sua candidatura “oltre i partiti”. Proprio come l’ex ministro Bianchi. Anche lui, come Medici, è un indipendente di sinistra e propone a Marino “un confronto vero sulle proposte per affrontare i problemi di Roma”.