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Crisi, a Roma bomba sociale§"Rifinanziare reddito minimo garantito"

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L'effetto combinato delle manovre estive 2011 del governo Berlusconi e del decreto Salvaitalia dell'esecutivo Monti peseranno, fra il 2011 e il 2015, per 2.295 euro sulle tasche di ogni cittadino di Roma. Una stima, rivista al rialzo rispetto alle attese, che unita alla constatazione dei 25mila posti di lavori annui persi nella regione dal 2009, ai più di 320mila disoccupati del Lazio, ai 200mila giovani della regione che non studiano né lavorano né fanno formazione, ad una disoccupazione che in generale viaggia sul 12% e per quanto riguarda i giovani raggiunge il 30% e ad una percentuale considerevole di anziani che con pensioni di 700 euro stentano ad arrivare a fine mese, danno conto, per dirla con il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Claudio Di Berardino, di una "vera e propria bomba sociale che a Roma e nella regione rischia di far saltare il banco".

IL DOSSIER - L'allarme del sindacato è stato lanciato in occasione della presentazione del dossier della Cgil regionale e dell'associazione Sbilanciamoci! presentato dallo stesso Di Berardino e dalla portavoce dell'associazione Grazia Naletti. Un dossier che vede al rialzo le stime dell'impatto delle ultime manovre del governo Berlusconi ed i provvedimenti messi in campo da Monti: in precedenza per il quinquennio 2011-2015 l'impatto medio pro capite per i romani era stato stimato in 2323 euro. A determinare la rivisitazione della previsione, ha spiegato Naletti, "la perdita di potere di acquisto dei salari dei dipendenti pubblici" che nel Lazio sono oltre 400mila, "il gettito dell'Imu che era stato stimato ad inizio 2012 nell'ipotesi di applicazione delle aliquote nazionali ma che poi nella pratica dei Comuni, a partire da quello di Roma, è stata applicata ai valori massimi" e "la nuova tariffa Tares che sostituisce la Tari con un aggravio di spesa per ogni famiglia senza tenere conto del reddito ma solo del numero di persone e dei metri quadrati in uso".

LAVORO E TASSE - Alla situazione finanziaria delle famiglie si aggiunge, secondo il dossier, la lettura delle condizioni del settore lavoro che contrappone, al 31 marzo 2013 "ad un evidente calo della cassa integrazione in deroga rispetto al 2012 in ragione della mancata autorizzazione delle ore per mancanza di fondi" la "forte crescita degli altri stumenti, ordinaria e straordinaria" che registrano +23% e +14% sul primo trimeste del 2012. Alla luce di quanto evidenziato dal dossier, la Cgil propone la sua ricetta che si declina attraverso tra parole chiave, come dice Di Berardino: "Equità, progressività e lavoro". Per questo, sul fronte tasse, rivolgendosi alle istituzioni locali, il leader della Cgil parla della necessità di un "ragionamento progressivo che, a partire dall'Irpef, tenga conto degli scaglioni di reddito". Per quanto riguarda l'Imu Di Berardino lamenta in particolare come "il Comune abbia interrotto il processo di revisione del catasto che produce storture quali spese maggiori per un immobile a Tor Bella Monaca rispetto a uno a piazza Navona".

LE SOLUZIONI - Per "ridare lavoro", la Cgil ritiene che sia necessario "fermarsi con gli annunci su grandi opere che poi non partono" per puntare "a un programma di piccole opere per aprire subito i cantieri". Di Berardino chiede inoltre un "piano straordinario del welfare che non sia assistenzialismo ma accompagnare fuori dalle difficoltà", "un piano regolatore sociale al più presto", "il rifinanziamento del reddito minimo garantito", "il recupero delle risorse dall'evasione e dalla corruzione", "la rivisitazione del sistema degli appalti", ed infine, sul fronte edilizia "uno stop al consumo del suolo a favore della riqualificazione e del riuso".

(Foto di archivio)


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