Ieri si è svolta la seconda udienza del processo a carico di Filippo Russo, ex dirigente di Eur Spa, responsabile della demolizione dell'ex velodromo di Roma. L’imputato rischia una condanna per disastro colposo visto che, insieme alla struttura olimpionica, furono fatte brillare circa quattro tonnellate di materiale contenente amianto. Si chiude così la parte tecnica del procedimento, con una nuova vittoria per il comitato Amianto velodromo, che da anni lotta in prima fila per avere giustizia: il giudice ha disposto che venga accertata anche la responsabilità civile dell'azienda.
IL PROCESSO – Dopo la prima grande vittoria del comitato, che un anno fa ha visto il cambio di imputazione da “getto pericoloso di cose” a “disastro colposo” (art. 449 del codice penale), con la seconda udienza arriva anche la richiesta di accertare le responsabilità civili di Eur Spa. Si allarga quindi il raggio d'azione di un processo che, fino a ieri, era pronto a giudicare il solo operato dell'ingegner Filippo Russo. “Questo è un passaggio molto importante per noi”, dice a Paese Sera Alberto Russo, presidente del Comitato. Il prossimo appuntamento sarà il 20 novembre. Tempo necessario ai giudici per acquisire la documentazione necessaria. L'ombra della prescrizione sembra però essere sempre in agguato, visto che è prevista nel gennaio 2016.
COMUNE PARTE CIVILE – Dall'udienza di ieri viene confermata la costituzione a parte civile del Comune di Roma, grazie alla richiesta avanzata da Riccardo Magi, segretario Radicali Roma: "Una vittoria per Roma Capitale e per i cittadini che hanno finalmente il Comune al fianco nella loro battaglia per la verità e la giustizia". Magi si è costituito parte civile per conto di Roma Capitale esercitando l'azione popolare che, ai sensi dell'articolo 9 del Testo unico degli enti locali, consente a qualsiasi cittadino di far valere gli interessi del comune di fronte all'inerzia dell'ente. La battaglia solitaria dei cittadini residenti e del loro comitato per l'accertamento della verità, sembra trovare dunque nuova linfa. “Questa azione legale è giusto che sia intrapresa anche dal Comune per i suoi cittadini – continua Magi -, per verificare la verità ed ottenere l'assistenza e il giusto risarcimento nel caso sia confermata o aggravata l'ipotesi di reato formulata dal pm Claudia Terracina”.
CITTADINANZATTIVA LAZIO – Ammessa a parte civile, anche Cittadinanzattiva Lazio: Chiediamo sia fatta chiarezza su cos'è successo e sulle responsabilità a tutti i livelli – dice Roberto Crea, segretario regionale -. Siamo qui per tutelare i cittadini nei loro diritti. Queste cose non devono più' accadere". Ora i residenti non si sentono più soli, anche se la “battaglia” è solo all'inizio.