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Regione, il bilancio arriva in Consiglio§Presentati 1200 emendamenti

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Si apre oggi, alla Pisana, la partita sul Bilancio regionale del Lazio. In aula è infatti previsto l'avvio della discussione che porterà l'assemblea regionale all'approvazione definitiva. Secondo quanto si apprende, sono 1200 gli emendamenti presentati dalle opposizioni: circa 900 sono a firma del Pdl, una ventina, relativi a modifiche a capitoli di spesa, sono stati presentati dal Movimento 5 Stelle. Previsto per le 14 l'inizio dei lavori, ai quali dovrebbe assistere anche il governatore Nicola Zingaretti. La seduta dovrebbe andare avanti fino alle 20 per riprendere domani, sabato 27 aprile, alle 12. Le tre proposte di legge, Finanziaria regionale 2013 (pl 8), del Bilancio armonizzato del Consiglio regionale per il 2013 (pl. 6) e del Bilancio di previsione del 2013 e del Bilancio pluriennale 2013-2015, (pl 10) devono essere approvate entro il 28 aprile, data ultima utile per la pubblicazione entro il 30 sul Burl. Atto che scongiura l'esercizio provvisorio anche per il mese di maggio.

SPESE E TAGLI - Il bilancio della Regione Lazio arriva oggi nell’assemblea della Pisana, dopo l’approvazione di mercoledì in commissione, per chiudere la pagina delle spese allegre in tempo di crisi. E mettere la parola fine sull’era Fiorito-Maruccio, gli ex capigruppo di Pdl e Idv accusati di peculato. La spesa complessiva è di 40 miliardi di euro, le uscite per il consiglio non arrivano a 70 milioni: 13 quelli tagliati rispetto alla scorsa legislatura.

AUTO BLU - Questa voce infatti si ferma a 66 milioni. La parte che più sta a cuore al governatore Nicola Zingaretti è il collegato chiamato “Una Regione di cui ti puoi fidare”. Il leit-motiv è tagliare. A partire dalle auto blu, che diminuiscono del 20 per cento e saranno usate solo per gli spostamenti istituzionali, partendo dal palazzone di via della Pisana. L’obiettivo di Daniele Leodori, presidente del consiglio, è un risparmio di 600 mila euro.

I TAGLI AI GRUPPI - Tutta la macchina consiliare registra una sforbiciata di oltre 60 milioni. Uscite che erano state già abbattute di 78 milioni nel settembre scorso, dopo l’esplosione dello scandalo dei finanziamenti ai gruppi regionali. Che quest’anno possono contare solo su 500 mila euro, rispetto agli 11 milioni del 2012. Oltre a perdere i megastaff (solo un collaboratore previsto), per i consiglieri è previsto anche il doppio taglio su stipendi e indennità.

STIPENDI E VITALIZI - Ogni eletto, infatti, percepirà 6800 euro invece di 8mila. Per un totale di 12 milioni. I vitalizi sono quasi il doppio, mentre arriva anche lo stop alle consulenze facili: 500mila euro le risorse previste, di cui 350mila sono un’eredità della precedente gestione targata Renata Polverini. Nella parte della gestione economica-finanziaria  le voci di costo sono di 22 milioni e vanno dai consumi ai servizi, passando per l’approvvigionamento dei beni mobili. Il capitolo delle risorse umane assorbe 185 mila euro per le attività di formazione, qualificazione e aggiornamento. 

LA SOPPRESSIONE DELL'ASP - Altri 4 milioni di risparmio sono garantiti dalla rinegoziazione dei contratti di servizio, come cancelleria e servizi telefonici. La PL 9/2013 contiene un pacchetto di misure per avviare il processo di riorganizzazione dell’amministrazione, di taglio dei costi della politica e di razionalizzazione della spesa che produrrà un risparmio complessivo di oltre 230 milioni di euro in tre anni, tra spese del Consiglio regionale (54,8 mln), spese di funzionamento (23,5 mln), riordino delle società e agenzie regionali (128 mln), soppressione immediata dell’Azienda di sanità pubblica (24 mln). A regime il risparmio per la Regione sarà di 87,1 milioni di euro l’anno.

LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE - L’obiettivo resta quello di approvare la manovra in volata. Proprio come fatto dalla commissione presieduta dal democratico Buschini, che sottolinea “lo sforzo fatto per dare un segnale ai cittadini”. La dead line è il 30 aprile, l’ultima data utile per la Pisana per ricevere i finanziamenti destinati al pagamento delle piccole e medie imprese, deciso dal governo Monti. Una boccata d'ossigeno attesa da anni. E che non può aspettare un minuto di più.


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