“Il problema dell’amianto in Europa e nel nostro Paese è di là dall’essere risolto”, commenta amara la Presidente del Comitato Esposti Amianto Lazio Anna Maria Virgili, nel giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale Vittime Amianto. Il 28 aprile per molti lavoratori è una data da tenere ben a mente: più che una commemorazione simbolica per ricordare le tante vittime dell’amianto-killer è un momento di riflessione collettiva che invita all’azione. Perché il Piano Nazionale Amianto – che punta sulla cura e la ricerca del mesotelioma - non è stato ancora finanziato. E la piena attuazione della legge 257 ’92 – quella che dell’amianto vieta estrazione, importazione, esportazione, produzione e commercializzazione – non c’è ancora stata.
L'EMERGENZA -“Di fronte ad un’emergenza effettiva – incalza la Virgili - non si può più aspettare, vogliamo risposte concrete. Occorrono i finanziamenti adeguati per l’avvio del Piano Nazionale Amianto che ha senza dubbio dei limiti, ma è comunque un punto di partenza”. Il problema dell’amianto – lamentano dal Comitato - fa parte del tema più generale della sicurezza del mondo del lavoro e della tutela dell’ambiente. Per questo non ci si può soltanto concentrare sulla ricerca e la cura delle malattie asbesto-correlate, ma è necessario anche puntare su opportuni censimenti e bonifiche del territorio. “Ben venga la ricerca e la cura del mesotelioma – sottolinea la Virgili - ma il problema va allargato. Essenzialmente riteniamo che la completa mappatura del territorio, come anche la sua bonifica, sia una priorità. Inoltre, tutti i governi che hanno delle legislazioni ad hoc sull’amianto dovrebbero far sì che il divieto sia applicato a livello internazionale. Ci dovrebbe essere cioè uniformità del divieto declinato in tutti i suoi aspetti”. “E – aggiunge - è anche necessaria una maggiore interazione fra i paesi interessati al tema, un coordinamento molto più vasto”.
CONTROLLI INSUFFICIENTI - Considerando anche che nello scenario mondiale diversi sono ancora i paesi che producono amianto come Russia, Canada, Cina o Brasile e che lo esportano in paesi in via di sviluppo come America Latina, Asia o Africa. Mappatura completa del territorio, bonifica, sorveglianza effettiva degli esposti sono dunque obiettivi in cima alla lista sulla strada della prevenzione. E invece la realtà è che si continuano a respirare fibre nocive: più che obbligo di bonifica (ancora assente) si parla infatti di monitoraggio di messa in sicurezza che risulta però inefficace. Anche i controlli sono insufficienti. “Le asl competenti – specifica la Virgili - non si attivano autonomamente ma solo dietro precise segnalazioni”. “Inoltre – ricorda - non si è più parlato neppure del fondo vittime” “Non c’è bisogno solo di parole – conclude - ma anche di un impegno finanziario per un agire concreto”.
PIANO REGIONALE - Il Comitato Esposti Amianto Lazio, associazione di volontariato senza scopo di lucro che è ormai un solido punto di riferimento per esposti ed ex esposti all’amianto (nonché per i loro familiari) è più combattivo che mai. Sempre disponibile a dare il proprio contributo e la propria consulenza ad istituzioni ed enti competenti per tradurre in azioni concrete i buoni propositi relativi alla dismissione dell’amianto. A cominciare dall’attuazione di un Piano Regionale dell’Amianto condiviso. La Giornata Mondiale Vittime Amianto è un’occasione per fare informazione e alzare la voce su un tema troppo facilmente archiviabile con il pretesto di non fare allarmismo. Mentre ogni anno l’amianto-killer continua a fare le sue vittime.