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Nel Lazio record di fumatori e incidenti§Sanità, "Sbagliato chiudere l'Asp"

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Record di spesa sanitaria, ma meno posti letto a disposzione e degenze mediamente più lunghe rispetto alla media nazionale. Tra i record negativi della nostra regione, il numero più alto di fumatori e quello degli incidenti stradali. Diminuiscono i casi di obesità, ma anche le persone che fanno sport. Tra i record positivi, invece, il Lazio è la regione più istruita d'Italia.  E' quanto emerge dalla decima edizione del Rapporto Osservasalute (2012), che analizza lo stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle regioni italiane.

Il Rapporto, che è stato presentato oggi all'Università Cattolica, è pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che ha sede presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e coordinato dal Professor Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio e del Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli”. L'analisi è frutto del lavoro di 184 esperti di sanità pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici e economisti distribuiti su tutto il territorio italiano, che operano presso Università e istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali.

RICCIARDI (OSSERVATORIO SALUTE): SBAGLIATO CHIUDERE L'ASP - "La chiusura dell'Agenzia di sanita' pubblica del Lazio non mi sembra la scelta giusta. Come fara' il Lazio la programmazione sanitaria? Chiudere una cosa che ti aiuta a fare programmazione e controllo non e' la direzione per raggiungere obiettivi come controllo e programmazione. Questo segnale a me ha un po' inquietato. Si puo' rivederla ma non chiuderla" ha detto Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene dell’Università Cattolica e direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane dell’Università Cattolica di Roma.

MANCATE PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO - "C'e' un problema di tipo gestionale, cioe' le Regioni che funzionano bene hanno un sistema di programmazione e controllo. Le regioni in difficolta' come il Lazio non l'hanno mai fatto, non c'e' mai stata una programmazione e un controllo. Questo ha generato spreco di risorse e non raggiungimento degli obiettivi - ha continuato Walter Ricciardi - inoltre le Regioni in cui la sanita' funziona meglio sono le regioni stabili cioe' che hanno avuto amministrazoni continuative per dieci anni. Regioni come il Lazio hanno cambiato spesso amministrazione invece. Speriamo che questi nuovi amministratori cambino la situazione".

RECORD SPESA SANITARIA PROCAPITE E FARMACI - Sul fronte della spesa sanitaria, il Lazio ha cumulato il maggior disavanzo procapite in Italia. La spesa sanitaria procapite e quella per farmaci è più elevata rispetto alla media italiana. In compenso, ci sono meno posti letto a disposizione e degenze mediamente più lunghe rispetto alle altre regioni italiane. La spesa sanitaria pro capite nel Lazio nel 2011 è pari a 1.969 euro, a fronte di una spesa media nazionale di 1.851 euro. Sempre nel 2011, il Lazio ha un disavanzo procapite di 152 euro – dato peggiore in Italia (dato medio italiano 29 euro), come per il disavanzo procapite cumulato che nella nostra Regione è maggiore in Italia, pari a 2.434 euro dal 2002 (dato medio italiano 608 euro). Per quanto riguarda il consumo territoriale di farmaci, il Lazio presenta un consumo di 1.056 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti (+38,8% dal 2001), a fronte di un valore medio nazionale di 963. In compenso, la dotazione di posti letto per disabili ed anziani nelle strutture socio-sanitarie è nel Lazio, per il 2010, pari a 286,5 per 100.000, valore inferiore al riferimento nazionale (567,8). Quanto al periodo di degenza, il Lazio presenta una Degenza media preoperatoria standardizzata pari a 2,47 giorni – il dato peggiore in Italia - a fronte di una media nazionale di 1,88.

Osservasalute 3

PRIMA REGIONE PER NUMERO FUMATORI: 27,2% RESIDENTI - Il Lazio è la Regione italiana in cui si fuma di più: nella nostra regione fuma il 27,2% della popolazione di 14 anni ed oltre, a fronte di un valore medio nazionale del 22,3%. Nel 2011 i non fumatori sono pari al 48,8% della popolazione regionale, la percentuale minore in Italia (media nazionale 52,7%). Mentre, la quota di ex-fumatori è pari al 22,6% (23,4% valore italiano).

PIÙ INCIDENTI STRADALI E PIÙ MORTI - Il Lazio ha un elevato livello di incidenti stradali: nel 2009 il tasso di mortalità per incidente era pari a 0,88 per 10.000, a fronte del valore nazionale di 0,77 per 10.000, ed anche la media dell'incidentalità (2008-2010) è pari a 4,94 per 1.000 (media italiana 3,58 per 1.000). Al contrario degli incidenti stradali, secondo il Rapporto, per quanto riguarda la mortalità per infortuni sul lavoro, il Lazio presenta valori inferiori alla media italiana (media 2009-2011) e cioè 4,04 per 100.000 (5,53 per 100.000 il valore italiano).

MENO SUICIDI RISPETTO A MEDIA NAZIONALE - Nel Lazio si registra un consumo di antidepressivi pari a 34,08 dosi definite giornaliere per 1.000 abitanti nel 2011. A livello nazionale il consumo medio è di 36,10 dosi giornaliere. Il tasso standardizzato di suicidio è pari a 5,32 per 100.000 contro un valore medio nazionale di 7,23 per 100.000 fra i soggetti con 15 anni ed oltre. Dal rapporto dell'Osserva emerge anche che, tra il 2006 e il 2009, nel Lazio si è assistito a una lieve riduzione del tasso di mortalità riconducibile ai servizi sanitari: si è passati dal 64,49 per 100.000 (valore medio italiano 63,86 per 100.000) del 2006 al 62,54 (per 100.000) del 2009 (valore medio italiano 61,69 per 100.000).

1,41 FIGLI PER DONNA E IL PRIMO A 32 ANNI:TROPPI CESAREI  - Nel Lazio, il tasso di fecondità totale (ovvero il numero medio di figli per donna) è pari a 1,41 figli per donna (1,37 figli per le italiane; 1,76 figli per le straniere) contro un valore medio italiano, che comprende donne italiane e straniere, di 1,39 figli – dati 2011; l’età media delle donne al parto è 32 anni (età media nazionale 31,4 anni). Secondo il Rapporto, deve essere migliorata la gestione dei parti con taglio cesareo: infatti, nel Lazio, il 44,41% dei parti avviene con taglio cesareo, contro la media nazionale di 38,71%.

SPERANZA VITA 79,1 ANNI UOMINI E 84,5 DONNE  - Nel Lazio, la speranza di vita alla nascita è per i maschi pari a 79,1 anni (media italiana 79,4), per le femmine è pari a 84,5 anni (valore medio italiano 84,5). Dal Rapporto emerge anche che nella nostra Regione, la mortalità complessiva (tasso standardizzato per tutte le cause) oltre il primo anno di vita è pari a 106,99 per 10.000 abitanti tra i maschi (2009), contro una media nazionale di 109,41 per 10.000, mentre è pari a 69,60 per 10.000 tra le donne (contro una media nazionale di 69,31 per 10.000). Per quanto riguarda i tassi di mortalità per alcune cause (2009) il Lazio presenta, nella classe di età 19-64 anni, una mortalità per tumori tra i maschi pari a 10,22 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 10,53 per 10.000) e una mortalità per malattie del sistema circolatorio di 6,07 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 5,54 per 10.000). Tra le femmine la mortalità per tumori è pari a 8,36 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 7,93 per 10.000) e la mortalità per malattie del sistema circolatorio di 1,85 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 1,84 per 10.000).

OVER 75 IN AUMENTO: UN ANZIANO SU CINQUE È SOLO - Nel Lazio nel 2011 il 10,1% dei cittadini ha tra 65 e 74 anni (+0,8% dal 2005), a fronte di una media nazionale del 10,2%, mentre le persone con 75 anni ed oltre sono il 9,7% della popolazione regionale (+4,2% dal 2005, aumento di gran lunga superiore alla media italiana del 2,6%), contro il 10,1% medio italiano. Secondo il Rapporto, la percentuale di persone dai 65 anni in su che vive sola nel Lazio (dati 2010) è pari al 19,8% dei maschi in quella fascia d’età, la percentuale maggiore in Italia (valore medio italiano 15,1%), al 39,5% delle femmine (valore medio italiano 37,6%), per un totale del 31,2% delle persone in questa fascia d’età, contro una media nazionale di 28,1%.

REGIONE "PIÙ ISTRUITA" D'ITALIA  - Il Lazio è la Regione più istruita d’Italia, quella che vanta la migliore percentuale di individui con livello di istruzione elevato: nel 2011, la percentuale della popolazione di età 25-64 anni con un titolo di studio di diploma di 4-5 anni è stata pari al 40,8% per i maschi (media italiana 34%), al 41% per le femmine, la percentuale maggiore in Italia (media italiana 33,3%); è anche la Regione italiana con più laureati per entrambi i generi: nel Lazio ha conseguito la laurea il 18,2% degli uomini (media italiana 13,4%) ed il 20,4% delle donne (media italiana 16,4%). Secondo il Rapporto, “il miglioramento delle condizioni di salute della popolazione dipende anche dall’adozione di comportamenti e stili di vita corretti e a titoli di studio più elevati corrisponde in media una maggiore tendenza a sposare stili di vita salutari”.

MENO OBESI MA MENO SPORTIVI  - Nel Lazio, ci sono meno persone obese o in sovrappeso rispetto alle altre regioni italiane. Rispetto agli stili di vita, nel Lazio, nel complesso si pratica meno sport (se escludiamo una quota di sportivi-agonisti poco superiore alla media nazionale), si consuma più alcol e si mangia sempre meno frutta e verdura. Secondo il Rapporto Osservasalute, nel Lazio, la percentuale di individui (persone di 18 anni e oltre) in sovrappeso è pari al 34% (il valore medio nazionale è il 35,8%). È obeso il 9,2% dei cittadini, contro il valore medio italiano del 10%. Relativamente al consumo di alcol, il Lazio fa registrare i seguenti valori: nel 2010 presenta una quota di non consumatori pari al 31,5%, a fronte di un valore medio nazionale del 32,7%. I consumatori sono il 65,9% contro un valore medio nazionale del 65,7%. Quanto alle abitudini alimentari nel Lazio il 3,9% della popolazione consuma in media le 5 o più porzioni di verdura, ortaggi e frutta al dì, contro una media nazionale del 4,9%: tale percentuale, purtroppo, è in calo nel tempo (-5,6% tra il 2005 ed il 2011 a fronte di una diminuzione su scala nazionale di -1,3%). Per quanto riguarda la pratica di sport nel Lazio il 22,1% della popolazione dai 3 anni in su pratica sport in modo continuativo, contro un valore medio italiano di 21,9%; il 22,5% fa qualche attività fisica (valore medio nazionale 27,7%). Infine, coloro che non svolgono alcuno sport sono il 44,9% della popolazione contro una media nazionale 39,8%.


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