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Comunali, accordo Alemanno-Meloni§Il sindaco: "Coalizione compatta"

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L’accordo, dicevano in molti, era scontato; restavano da limare i dettagli. E così è stato. Alla fine Fratelli d’Italia, nonostante le primarie vinte per soli 500 voti dalla cofondatrice Giorgia Meloni, sceglie il sostegno al sindaco uscente Gianni Alemanno, in vista delle amministrative di maggio. “Una scelta di compattezza, non identitaria”, dicono oggi entrambi dal comitato elettorale del primo cittadino. Il centrodestra, che sembrava diviso, si ricompone. Grazie anche alla spartizione sulle candidature per le presidenze dei Municipi: FdI ne conquista tre.

MELONI - E’ l’ex ministro della Gioventù, Meloni, ad aprire la conferenza che sancisce la pace fatta con il Pdl, in attesa di Alemanno. “In ritardo – spiega – la capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia – perché in campagna elettorale sono tanti gli impegni”. L’apparentamento arriva “dopo aver consultato i romani”, aggiunge la deputata che da ieri è all’opposizione del governo Letta. “Ne è emerso un sostanziale pareggio - continua - tra chi privilegiava la compattezza del centrodestra e chi preferiva una scelta identitaria. Noi abbiamo scelto la prima, vogliamo anche interpretare quella richiesta di maggiore incisività”. Che dovrà aumentare nei prossimi 5 anni, secondo Meloni, per confermare la volontà di discontinuità con le giunte Rutelli e Veltroni.

I TRE POSTI NEI MUNICIPI - Il dibattito, assicurano, è solo sul programma: dalla burocrazia al merito, dall'onestà nella selezione della classe dirigente a chi ricopre determinati incarichi, lo sviluppo sostenibile e i rifiuti zero con la chiusura della discarica di Malagrotta. Dopo la scelta del ticket con l’ex governatore Luciano Ciocchetti (Udc), il braccio di ferro è sui candidati presidenti dei Municipi. FdI correrà con tre suoi uomini: in IV (l’ex V), con Giovanni Ottaviano, vicepresidente municipale uscente; in V (ex VI e VII) con il consigliere Maurizio Politi, in VII (ex IX e X) con il consigliere Fulvio Giuliano.

"ESPUGNARE LE ROCCAFORTI DELLA SINISTRA" - “Storicamente – dice Alemanno – tutte roccaforti della sinistra, che noi proveremo ad espugnare”. Per gli assessorati c’è tempo, ma c’è chi tra Fratelli d’Italia è già in pressing per occupare almeno tre caselle. “Dipende da se si vince e come si vince”, dicono. In pole Fabrizio Ghera, oggi ai Lavori Pubblici. E c’è chi vederebbe bene il ritorno di Laura Marsilio, ex assessore alla Scuola.

IL VOTO AD ALEMANNO - Tra i consiglieri uscenti, presenti Mollicone e De Priamo. Con loro l’ex della Provincia Federico Iadicicco e Francesca Barbi Marinetti, nipote del poeta futurista Filippo Tommaso. “Tutti nomi – conclude Meloni – per un cambio di passo”. Per trasformare quel “7,5 alla giunta Alemanno in un 9”, scommette Meloni. Che aggiunge: “Così coroneremo lo slogan del 2008: Roma cambia”. A partire dai rifiuti. “Mi hanno chiesto di essere più coraggioso e determinato sul versante ambientale”, afferma Alemanno. L’obiettivo è “la dottrina di zero rifiuti”. Poi difende la sua “giunta che esce a testa alta” da indagini e inchieste.

L'ALLEANZA RITROVATA - Un centrodestra ricompattato, per Alemanno, è “la riposta a quei gufi che ci volevano divisi”. Ipotesi non contemplata per il sindaco, perché “FdI rappresenta un valore aggiunto sul radicamento territorio. E questo è un grande valore che dobbiamo mettere in campo”. Sulle liste assicura che non c’è “problema e nervosismo – spiega il primo cittadino uscente – solo un po’ di stanchezza fisiologica che nasce dopo 48 ore di fila svegli per chiudere le liste”. Il candidato del centrodestra torna anche sul cavallo di battaglia della sua campagna elettorale: “Qualsiasi cosa decida il governo Letta sull’Imu, Roma ha le risorse per tagliarla”.


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