Marlene Dietrich e le sue gambe, il bacio di un marinaio a una ragazza nella Times Square del 1945, il pubblico di una prima hollywoodiana anni ’50 con gli occhiali 3D, lo sbarco in Normandia del ’44, il miliziano colpito a morte nella Spagna del ’36. Le icone della fotografia del Novecento in mostra: difficile pensare a un percorso che metta insieme, più di questo, i diversi tasselli del nostro immaginario, ripresi infinite volte e qualche volta “rubati” per essere reinventati dal cinema. Sono gli scatti apparsi sul magazine Lifedal 1936 agli anni Settanta, quando l’avvento della televisione cambierà il destino della storica rivista. Centocinquanta foto esposte fino al 4 agosto all’AuditoriumExpo, il nuovo spazio dedicato all’arte dell’Auditorium Parco della Musica, firmate da fotoreporter come Robert Capa e Alfred Eisenstaedt, John Loengard ed Eugene Smith. A cominciare da una donna: la vulcanica Margaret Bourke White che per prima venne chiamata dal fondatore Henry Luce a comporre lo staff del magazine che in breve avrebbe imposto la sua linea. Un nuovo modo di guardare e quindi di raccontare l’attualità.
UNO SGUARDO INEDITO: RAFFINATO E PRE-TELEVISIVO -“Life ha avuto il compito di dare un volto a un nome, mostrare la guerra che veniva combattuta lontano, raccontare l’America agli americani in un’epoca in cui c’era la radio e non ancora la tv - afferma la curatrice Alessandra Mauro– Ha suggellato il momento d’oro del fotogiornalismo, formando tanti fotografi dentro e fuori la rivista. Anche lontani nello spazio come Gianni Berengo Gardin, che ha ammesso che senza quelle immagini non avrebbe potuto allenare il suo sguardo”. La carrellata di scatti in b/n (solo tre le foto a colori in tutta l’esposizione) va dalle vedute aeree su New York immortalate negli anni Trenta da M. B. White alle immagini di un mondo che si urbanizza e si riempie (popolando stazioni, vagoni ristoranti, piazze e spiagge, ma anche – qualche anno più tardi - la metropolitana di Manhattan), dalle scommesse tecnologiche (il ponte di San Francisco in costruzione nel ’35) alle nuove abitudini degli americani, le nuove generazioni in prima linea. Ci sono le dive del cinema e le ragazze sdraiate al sole con i loro costumi-vestiti nella Florida del 1950, le gonne a ruota e le scarpe in voga nell’America post secondo conflitto che ci restituiscono un’epoca. Non potevano mancare temi come la politica (da non perdere la foto di Nixon del ’53 o quelle di Kennedy il giorno del suo matrimonio) e il sociale (i diritti delle donne in una manifestazione a New York del 1970), ma anche i ritratti dei volti più rappresentativi del Novecento: da Hemingway e Gandhi al suo arcolaio alla Loren e la Monroe, passando per Picasso ed Einstein, colto nel suo studio nell’attimo di prendere appunti. Fino ai Beatles che nuotano in piscina all’epoca della loro prima tournée americana. Era il 1964.
LA SEZIONE SUI CONFLITTI - Nel muro della guerra, le foto di Robert Capa sul miliziano colpito a morte in Spagna nel ’36 e quelle dello sbarco in Normandia, indimenticabili immagini dentro la Storia. Ma anche i prigionieri di Buchenwald fotografati da M. B. White e gli scatti di Larry Burrows – il primo fotoreporter a portare il colore nelle fotografie di guerra – sul Vietnam, che ci portano dentro all’inferno del conflitto. Come nell’operazione Yankee Papa 13, agghiacciante sequenza ravvicinata dell’abbattimento di un elicottero “in diretta”, una sorta di story-board che anticipa il racconto cinematografico e sarà una delle specificità della rivista.
UN NUOVO SPAZIO PER L’ARTE -Life. I grandi fotografi, una produzione Fondazione Musica per Roma e Fondazione Forma per la Fotografia in collaborazione con Life e Contrasto, è anche l’occasione per inaugurare il nuovo sito di 750 metri quadri dedicato alle mostre e agli eventi dell’Auditorium progettato da Renzo Piano. “E’stato creato lì dove sorgeva un parcheggio inutilizzato – sottolinea l’Ad di Fondazione Musica per Roma Carlo Fuortes– sarà uno spazio dedicato alla fotografia e all’arte, un luogo complementare che mancava – come spazio esclusivo - all’Auditorium. Allargare gli spazi di cultura in un momento di tagli dei finanziamenti pubblici e di riduzione degli sponsor privati non è facile. E’ stata una scommessa e riteniamo che la proposta di un’offerta che spazi fra i generi sia l’idea vincente di cultura del presente”. A breve, aggiunge il presidente della Fondazione, Aurelio Regina, l’approvazione del bilancio 2012 di Musica per Roma, “per il decimo anno consecutivo, in utile”. In attesa della giornata di festeggiamenti per il decennale, prevista per il 9 giugno, in cui l’Auditorium aprirà le sue porte al pubblico con eventi gratuiti e un concerto nella cavea.