Ha cercato di difendersi Alessandra Iacullo, ma il suo killer le ha inferto delle coltellate al volto, al collo e alle braccia. Qualcuno che secondo gli inquirenti potrebbe conoscerla bene, e che forse lei considerava persona “amica”. Sono ancora indiscrezioni, ma dopo l'autopsia sul corpo di Alessandra, le indagini investigative della polizia si starebbero concentrando attorno alle conoscenze più vicine della trentenne uccisa giovedì a Dragona e ritrovata in una pozza di sangue accanto al suo scooter.
La morte sarebbe avvenuta per dissanguamento, dopo il taglio della giugulare. Dagli esami dell'istituto di medicina legale di Tor Vergata non sono emersi però segni di violenza sessuale. Sono state inoltre individuate tracce estranee al corpo di Alessandra e si sta cercando di capire se siano riconducibili al Dna del presunto assassino. Al vaglio degli investigatori le telefonate avute nelle ultime ore di vita. Se reggesse l'ipotesi che la trentenne conoscesse il suo killer, potrebbe infatti averlo sentito prima per dargli un appuntamento. La trentenne, secondo quanto accertato fino ad ora, aveva frequentazioni sia maschili che femminili. Le ricostruzioni di alcuni testimoni sarebbero però discordanti. Qualcuno dice di averla vista entrare in un bar, intorno alle 20, per comprare le sigarette e di aver notato una sua certa agitazione.