L'allarme è lanciato: “Se non ci saranno interventi strutturali gli stipendi dei dipendenti comunali da dicembre saranno a rischio”. Così il candidato sindaco Alfio Marchini, che corre con la sua civica, entra ancora una volta a gamba tesa nella sua personale sfida con il primo cittadino uscente, Gianni Alemanno. L'allarme default del Campidoglio arriva oggi pomeriggio, dopo la polemica di ieri a Ballarò sulla parentopoli.
BILANCIO E IMU -“Le entrate non sono sufficienti a coprire le uscite”, spiega Marchini. Che se la prende anche con i sindacati, colpevoli di portare “le persone a schiantarsi”. Il nodo della discordia è sempre lo stesso: il bilancio. E che ora, con la promessa di abolire l'Imu per 376mila famiglie romane, rischia di far saltare sul serio le casse del Campidoglio. Così la proposta di cancellare la tassa sulla casa è “condivisibile”, ma in questo momento “impraticabile”. L'imprenditore spiega anche perché: “Verrebbero a mancare 200 milioni di euro al Comune e non ci sarebbe liquidità per pagare gli stipendi ed erogare i servizi”. L'allarme è rilanciato nonostante Alemanno abbia già spiegato da dove ha intenzione di prendere i soldi: revisione degli estimi catastali (oltre 100 milioni di euro) e recupero dell'evasione Ama, l'imposta sui rifiuti che vale più di 40 milioni. Ma soprattutto questi ultimi, fa notare Marchini, mancano ancora all'appello.
LA PROPOSTA - Da neoinquilino di palazzo Senatorio la prima mossa è quella di “chiedere al governo i mezzi finanziari per riequilibrare il budget strutturale”. Stringendo un “un patto ferreo con i cittadini” per una nuova Roma. Un accordo che per l'imprenditore dal “cuore spezzato”, il simbolo della sua lista, servirebbe a combattere il degrado, “contro il quale bisogna avere tolleranza zero” come nella New York del sindaco Rudy Giuliani. Ma più sicurezza significa anche coprire le buche, spesso voragini, che sono il tratto distintivo delle strade di Roma.
GLI APPALTI - Sugli appalti per zone, invece, serva “la garanzia della manutenzione”. E così torna sulla polemica di chi lo definisce costruttore, sottolineando che non è stato lui a cementificare la Capitale, “ma chi l'ha amministrata. Sono stanco dell'ipocrisia di questi sepolcri imbiancati”. Per dimostrare che è così, fa la sua promessa: “Un'epoca è finita: consumare ancora il suolo non è più possibile. L'edilizia deve ripartire, ma questo va legato al consumo zero di suolo”.
Per questo la soluzione si chiama “riqualificare”. Un'operazione che Marchini definisce “di manutenzione straordinaria”. Rilancia l'idea di due assessorati cardine, uno che unisca Urbanistica e Mobilità; l'altro invece Ambiente-Agricoltura-Beni Culturali e Paesaggio. Elogia la “cura del ferro” e ricorda che non ci può essere sviluppo nel trasporto pubblico locale senza uno “studio sui flussi di traffico”. Da utilizzare anche per la valutazione finale sull'area pedonale di via dei Fori Imperiali (nell'agenda dei primi 100 giorni di Marino, candidato con il centrosinistra.
Il dubbio se continuare la corsa in politica da civico però è già stato sciolto. Andrà avanti, ma solo sul piano europeo. Farà una lista per le elezioni del 2014 al Parlamento Ue, ma scarta la possibilità di scendere in campo per il governo nazionale. Per ora il suo obiettivo è quello di far crescere Roma, ma dallo scranno più alto del Campidoglio.