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Razziavano ville e negozi§Sgominata banda: 5 arresti

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Usavano calze come guanti e calzari tipo quelli in uso al personale ospedaliero o alla scientifica per non lasciare impronte nelle case o nei negozi dove commettevano furti. Questa la caratteristica della banda di romeni sgominata dai carabinieri della Compagnia di Tivoli e che operava tra Lazio, Umbria e Toscana. Non solo, per comunicare, il gruppo usava un linguaggio di tipo militare. Cinque le persone finite in carcere sulla base di un'ordinanza del gip di Tivoli mentre altre cinque sono stati arrestati in flagranza. Avevano la base a Guidonia, dove abitavano tutti nello stesso condominio e alcuni erano anche imparentati tra loro.

IL BOTTINO - Sette i "colpi" per un bottino calcolato dai carabinieri in circa centomila euro. I dati sono stati diffusi nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte il procuratore di Tivoli Luigi De Ficchy, il Comandante del gruppo di Frascati, Rosario Castello, quello di Tivoli Emanuela Rocca, il comandante provinciale dell'Arma Maurizio Detalamo Mezzavilla. Le indagini, coordinate anche dal pm Filippo Guerra, hanno evidenziato come la banda, cui però non è contestato il reato di associazione per delinquere, aveva un'organizzazione collaudata.

L'INDAGINE - "Operavano tra Roma e i comuni limitrofi - ha detto De Ficchy - Le indagini, avviate nel marzo scorso, seguono un filone da informative provenienti dell'Umbria, da qui infatti proveniva uno degli arrestati. Sono state usate tecnologie avanzate: gps sotto le macchine, tracciamento, pedinamento con apparati telefonici, intercettazioni. Non c'è stato un collaboratore che ha parlato".

LA PISTA DEI COMPRO ORO - L'operazione, denominata "topi in trappola", ha messo in luce come gli arrestati passavano buona parte della giornata alla ricerca del bersaglio da colpire, poi c'era chi faceva il palo, mentre altri erano incaricati del trasporto delle bombole di acetilene, le fiamme ossidriche usate per aprire porte o casseforti. "Erano persone che vivevano facendo furti - ha detto Castello - Era il loro lavoro". Negli esercizi commerciali invece i loro obiettivi erano gettoniere e slot-machine. Sono ora in corso verifiche sui Compro Oro, tre quelli cui si rivolgevano gli arrestati, tra Guidonia e Tivoli. Proprio pedinando la compagna di un arrestato in un compro oro è stato chiuso il cerchio dell'organizzazione della banda che era capeggiata da un romeno 35enne. Eseguite anche perquisizioni che hanno portato al sequestro dei beni proventi dei "colpi": orologi, gioielli, denaro contante ed anche una pistola ad aria compressa.

IL PROCURATORE - "Il furto è reato con un difficile reperimento degli autori, che all'85-90 per cento restano ignoti. Servono quindi più risorse per contrastare questo fenomeno". Cosi il procuratore di Tivoli Luigi De Ficchy a margine della conferenza stampa. "Il furto è un reato gravissimo - ha aggiunto De Ficchy - Crea allarme e disagio sociale. Pertanto ci deve essere una forte attenzione al fenomeno ed è fondamentale far capire ai cittaddni che le forze dell'ordine sono attente a questi fenomeni e che impiega risorse per il contrasto anche perché sono situazioni fronteggiabili". Quanto ai fenomeni di criminalità nella zona del circondario di Tivoli, il Procuratore ha evidenziato che "ci vuole un'attenzione particolare al contrasto del crimine sul territorio. Sarebbe bello avere più risorse". De Ficchy ha poi evidenziato l'esigenza "di una riforma normativa dei Compro Oro, dove vengono smerciati i gioielli provento di furto".


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